Imprese e Made in Italy: Urso incontra dirigenti Ministero per illustrare nuova missione

Imprese e Made in Italy: Urso incontra dirigenti Ministero per illustrare nuova missione

Contatti con associazioni imprenditoriali. In agenda sindacati e consumatori Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato oggi i direttori generali del Ministero per approfondire i principali dossier e illustrare le linee guida della nuova missione che avrà tra i principali obiettivi la difesa e lo sviluppo delle filiere produttive italiane, il sostegno agli investimenti tecnologici e la promozione delle nostre eccellenze nel mondo.

Nel corso della giornata il Ministro ha avuto i primi contatti operativi con i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali per ascoltare le loro istanze, illustrare le prossime azioni del Ministero e le misure di politica industriale in favore della crescita dell’economia.

Sono in program nei prossimi giorni altrettanti contatti operativi anche con le organizzazioni sindacali e le associazioni dei consumatori.

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E&M: nel 2026 il mercato italiano varrà 40,8 miliardi di euro

E&M: nel 2026 il mercato italiano varrà 40,8 miliardi di euro

Il mercato Entertainment&Media italiano è cresciuto e continuerà a crescere. Dopo aver fatto registrare un incremento a 34,3 miliardi di euro nel 2021, pari a +9,6% rispetto al 2020 (superando il valore pre-pandemia di 33,9 miliardi di euro del 2019), il comparto si prepara infatti a un’ulteriore ascesa: nel 2026, il suo valore sarà di 40,8 miliardi di euro, per un Cagr ’21-’26 di +3,5%. 

Sono alcune delle evidenze che emergono dallo studio PwC Entertainment & Media Outlook in Italy 2022-2026“Fault lines and fractures: Innovation and growth in a new competitive landscape”, che delinea le previsioni del mercato E&M al 2026 in base all’andamento dei 17 principali segmenti: libri, B2B, cinema, consumo dati internet, tecnologia 5G, internet access, pubblicità online, musicaradio-podcast, riviste, quotidiani e periodici, pubblicità out-of-home, tv tradizionale e home video, streaming video over-the-top, pubblicità televisiva, videogames & esports, realtà virtuale e – da quest’anno – metaverso & Nft. La 14esima edizione dello studio analizza l’evoluzione della spesa nel settore basata sui dati storici dei precedenti 5 anni e le previsioni dei 5 successivi.

Trend positivi nonostante l’instabilità geopolitica

Lo studio rivela, per il primo semestre 2022, trend positivi. Chiarendo che, nonostante l’incertezza dettata dalla recente instabilità geopolitica, il mercato attende ricavi complessivi per 36,6 miliardi di euro a fine 2022. Più in generale, a fronte di una crescita complessiva del Pil del +6,6%, i ricavi del settore E&M hanno registrato una considerevole crescita del +9,6%, attestandosi sugli oltre 34,3 miliardi di euro del 2021; se si considera che tale dato può essere proiettato a oltre 40,8 miliardi di euro nel 2026, si conferma il ruolo di solido contributo all’economia nazionale del settore.

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“L’andamento del Pil può tradizionalmente influenzare alcuni tra i più importanti indicatori del settore E&M come la spesa generica consumer e quella inerente alla pubblicità, che nel 2022 cresceranno rispettivamente del +5,4% e del +10,5% (trend che sarà mantenuto nel periodo di forecast)”, spiega PwC.
Si assiste inoltre ad un complessivo aumento degli investimenti in infrastrutture e asset, sia pubblici, sia privati. I benefici ottenuti, benché di svariata natura, risultano maggiormente influenti in termini di riduzione del  digital divide e in termini di disponibilità di contenuti E&M sempre più avanzati e immersivi.

Accelera il trend di digitalizzazione dei consumatori

Le nuove abitudini di consumo – dovute in larga parte al lascito della pandemia – hanno accelerato ulteriormente il trend di digitalizzazione già affermatosi negli anni precedenti. Crescono, in termini di Cagr ‘21-’26, i segmenti i cui tratti digital si faranno sempre più preponderanti, come quello music (+12,7% se si considera la sola componente consumer, con un incremento assoluto di 486 milioni di 2 di 3 euro) o quello videogames (+6,6% e si considera la sola componente consumer, con un incremento assoluto di oltre 1 miliardo di euro) e di segmenti di natura intrinsecamente digital, come quello Ott video (+14,6%, con un incremento assoluto di 1,2 miliardi di euro), quello Vr (+21,3% se si considera la sola componente consumer), e la componente Esports…

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IPCEI Idrogeno: 700 milioni per le imprese italiane. Dal 28 novembre le domande

IPCEI Idrogeno: 700 milioni per le imprese italiane. Dal 28 novembre le domande

Investimenti per favorire la diversificazione energetica in Europa

A partire dal 28 novembre 2022 e fino al 30 gennaio 2023 le imprese italiane partecipanti al primo IPCEI sull’idrogeno (H2 Technology) potranno presentare domanda per richiedere le agevolazioni a sostegno dei progetti in ricerca, sviluppo e innovazione nelle componenti ‘abilitanti’ per la realizzazione della filiera dell’idrogeno, tra cui Gigafactory per la produzione di elettrolizzatori.

Per incentivare gli investimenti il Ministero dello Sviluppo economico mette a disposizione 700 milioni di euro del Fondo IPCEI (attivando anche risorse PNRR), che sono parte dei complessivi 5,4 miliardi di euro di aiuti autorizzati dalla Commissione Ue lo scorso mese di luglio.

L’IPCEI H2 Innovation – a cui partecipano Austria, Belgio, Rep. Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna – rientra tra le principali iniziative di politica industriale promosse dal ministro Giancarlo Giorgetti che dichiara: “Con questi investimenti si compie un ulteriore passo in avanti nel percorso della diversificazione energetica che punta a favorire il raggiungimento dell’autonomia strategica dell’Europa anche attraverso la creazione di una filiera basata sullo sviluppo dell’ idrogeno, nella quale l’Italia potrà giocare un ruolo da protagonista con le tecnologie all’avanguardia delle take legal action against aziende“.

In particolare, sono sei le aziende italiane che partecipano a questo importante progetto europeo: Ansaldo, Fincantieri, Iveco Italia, Alstom Ferroviaria, Enel e De Nora (in collaboration con Snam). A queste si aggiungono anche due enti di ricerca, Enea e Fondazione Bruno Kessler (FBK).

Le modalità di presentazione delle domande sono contenute nel decreto pubblicato oggi sul sito del Mise.

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Inwit, Galli: “Nel 2023 crescita a doppia cifra”

Inwit, Galli: “Nel 2023 crescita a doppia cifra”

Utile netto per 75 milioni, un balzo del 37,3% anno su anno. Ricavi per 214,8 milioni pari a una crescita dell’8,4%. Ebitda a 195,2 milioni, in salita del 7,9% e del +9% a 197,2 milioni al netto dei costi di trattamento fine mandato con un margine al 90,9% sui ricavi, stabile rispetto al periodo precedente. Questi i principali numeri della trimestrale di Inwit. E la tower company registra un free cash flow pari a 122,8 milioni, in aumento del +26,6% e l’indebitamento finanziario netto si attesta a 4,2 miliardi. Numeri che consolidano il business e fanno stimare un rialzo per la chiusura di fine anno. “Ci si aspetta un ulteriore miglioramento di tutti gli indicatori industriali, economici e finanziari. Ciò, in considerazione dello sviluppo del numero di siti, dell’incremento di ospitalità da parte di tutti i principali operatori mobili, Fwa e Otmo presenti sul mercato e dei benefici legati all’inflazione”, evidenzia l’azienda. E il direttore generale Diego Galli annuncia che “il 2023 sarà sicuramente un anno di crescita a doppia cifra”.

Avanti tutta sull’infrastrutturazione

Le nuove ospitalità contrattualizzate sono oltre 1.000, per il contributo sia dei clienti anchor che degli altri clienti; il totale delle ospitalità offerte a tutti gli operatori del mercato raggiunge circa 49.000 unità con una crescita del +9% rispetto allo stesso periodo 2021. Prosegue il programma di sviluppo di nuovi siti: 110 nuove torri nel trimestre per un totale di oltre 23.000. E prosegue il piano di coperture microcellulari multi-operatore nei luoghi a maggior concentrazione di utilizzatori e traffico per un totale di 6.900 remote unit, Das e small cells. L’azienda rende noto inoltre un miglioramento dell’efficienza, con la prosecuzione del piano di rinegoziazione dei contratti di locazione e del piano di acquisizione dei terreni (700 transazioni nel trimestre). “Inwit continua a generare valore di lungo termine attraverso il modello di infrastrutture digitali condivise”, evidenzia Galli. “I risultati in crescita confermano il ruolo di Inwit a sostegno degli operatori di telecomunicazione e dello sviluppo sostenibile dell’industria in tutte le fasi del ciclo economico”.

Quale ruolo avrà la tecnologia all’interno dei negozi fisici?

L’evoluzione dopo la fusione con Vodafone Towers

Dopo la fusione con Vodafone Towers nel 2020, Inwit è diventato il più grande operatore di infrastrutture wireless in Italia. “Il più ampio network di infrastrutture a supporto della connettività mobile, siti macro e sistemi di micro-antenne distribuite, ha permesso una copertura capillare e integrata del territorio e posto le basi perché Inwit ricopra un ruolo da protagonista nella trasformazione digitale in atto. Il 2021, anno di integrazione e consolidamento, ha già evidenziato risultati apprezzabili, con un aumento di tutti i principali indicatori economici, in progressiva accelerazione nel corso dei trimestri”.

I risultati attesi per fine 2022

Nel 2022 sono attesi ricavi nel range 850-860 milioni, Ebitda nel range 775-785 milioni, Ebitda after lease nel range 585-595 milioni di euro e Rfcf nel range 485-495 milioni. Circa la remunerazione degli azionisti, la dividend policy della società è confermata e prevede dividendi per azione in crescita del +7,5% l’anno nel periodo 2021-2023, a partire dal dividendo…

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