Quattordicesima puntata della stagione 2022 – Bristol Talk
Parliamo della grande trasformazione del mondo produttivo: nuove tecnologie e nuovi paradigmi stanno cambiando radicalmente il presente e le aspettative verso il futuro. Da una parte si attende crescita in termini di competitività, conoscenze e opportunità di espressione del talento; dall’ altra si teme la segmentazione del mercato lavoro, l’esclusione dei meno qualificati, la crisi delle filiere meno sostenibili. Sapremo tenere testa al cambiamento? Come farlo senza lacerare la società?
In onda il 23 Aprile 2022 su TRC Bologna, Canale 15
Programma ideato e condotto da Lorenzo Benassi Roversi
Ospiti:
Marco Bentivogli, Coordinatore Nazionale Base Italia
Carlo Stagnaro, Direttore Ricerche Istituto Bruno Leoni
Marco Marcatili, Economista Nomisma
Estratto da Focus Bristol Talk 2022 con Luciano Floridi
Regia di: Marco Cavalli
https://www.youtube.com/channel/UC-meLUCrSRIiD9g29NIpkeA
Visual Effects: Simone Montella
Immagini sigla: Antonio Pomponi
Musica della sigla: Kevin Parrino
Tecnico audio: Daniele Brandani
Montaggio video: Marco Cavalli
Il programma nasce presso la Sala della Comunità Bristol di Bologna
Utile netto più che raddoppiato anno su anno a 1,10 miliardi di dollari, ricavi netti in aumento del 35,2%, pari a 4,32 miliardi di dollari, margine lordo al 47,6% e margine operativo in crescita al 29,4% dal 18,9%. Chiude in ampio positivo, oltre le attese, la trimestrale di Stmicroelectronics, che archivia i primi nove mesi dell’anno con ricavi netti pari a 11,70 miliardi di dollari, margine lordo al 47,3%, margine operativo al 26,9% e utile netto a 2,71 miliardi di dollari.
“I ricavi netti di 4,32 miliardi di dollari e il margine lordo del 47,6% del terzo trimestre sono stati superiori al punto intermedio della nostra forchetta di previsioni sulle attività – afferma Jean-Marc Chery, president e ceo di Stmicroelectronics -, trainati da una domanda per il nostro portafoglio prodotti che continua ad essere forte“.
Previsioni in linea con il piano presentato a luglio
“I ricavi netti dei primi nove mesi – prosegue Chery – hanno riportato un incremento del 27,2% a 11,70 miliardi di dollari, trainato dalla crescita in tutti i gruppi e sotto-gruppi di prodotto. Per quanto riguarda le previsioni di Stm per il quarto trimestre, ci aspettiamo ricavi netti di 4,40 miliardi di dollari come valore intermedio, corrispondenti ad una crescita anno su anno del 23,7% e dell’1,8% rispetto al trimestre precedente, e un margine lordo intorno al 47,3%“. E conclude: “Il valore intermedio di queste previsioni si traduce in ricavi netti per l’anno 2022 di circa 16,10 miliardi di dollari, corrispondenti ad una crescita anno su anno del 26,2%, e in un margine lordo intorno al 47,3%, in linea con il piano presentato a luglio”.
I trend che stanno trasformando strumenti e processi nel Monitoring
Dati in crescita per tutti i gruppi di prodotto
A livello di gruppo di prodotto, Stm fotografa questa situazione, rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso: Automotive and discrete group (Adg), utile operativo in crescita del 273,8% a 404,1 milioni di dollari, margine operativo del 25,9% rispetto al 10,8%; Analog, Mems and sensors group (Ams), utile operativo in crescita del 23,1% a 375,7 milioni di dollari, margine operativo del 27,2% rispetto al 24,3%; Microcontrollers and digital Ics group (Mdg), ricavi in aumento sia nei microcontrollori sia nelle Rf communications, utile operativo in crescita del 130,3% a 503,8 milioni di dollari, margine operativo del 36,7% rispetto al 23,5%.
Raddoppiate le spese in conto capitale
A livello di cash flow e dato patrimoniale, la società chiude il trimestre con spese in conto capitale, al netto dei proventi delle vendite, pari a 955 milioni di dollari nel terzo trimestre e a 2,61 miliardi di dollari dall’inizio dell’anno. Nello stesso trimestre del 2021, le spese in conto capitale erano ammontate, in termini netti, a 437 milioni di dollari. Alla fine del terzo trimestre le scorte erano pari a 2,38 miliardi di dollari, rispetto a 1,97 miliardi di dollari nello stesso trimestre dell’anno scorso. L’indice di rotazione delle scorte era di 96 giorni alla fine del trimestre, invariato rispetto allo stesso trimestre del 2021.
Distribuiti dividendi cash per 55 milioni di dollari
Poste Italiane è ora socio di maggioranza del gruppo Agile Lab: l’acquisizione di una partecipazione del 70% è stata formalizzata nei giorni scorsi, a fronte di un corrispettivo di circa 18 milioni di euro. Il restante 30% del capitale rimane in capo ai soci fondatori, Alberto Firpo e Paolo Platter, che mantengono, rispettivamente, il ruolo di Chief executive officer e Chief technology officer.
Verso la costruzione di attività data-driven
Con l’acquisizione di Agile Lab, il gruppo guidato da Matteo Del Fante si dota di elementi distintivi nella moderna industria dei dati e rafforza la propria capacità di costruire attività data-driven per il mercato. Fondata nel 2014, Agile Lab è specializzata nel campo dell’ingegneria del dato, opera attraverso 3 service line – data strategy, costruzione di piattaforme dati e gestione delle relative infrastrutture – grazie alle quali ottimizza i processi di business data intensive, offrendo soluzioni innovative e prodotti capaci di valorizzare i dati dei clienti, rendendo più efficiente la struttura organizzativa che li gestisce.
Retail: come costruire il buyer journey perfetto grazie ai dati?
“Manca in Italia un soggetto che riesca a dare un indirizzo complessivo di sviluppo. Cosa, questa, che fanno tipicamente le aziende integrate. Accade così nel resto d’Europa, dove il mercato è ugualmente liberalizzato”. In una nota a firma di Barbara Apuzzo, responsabile Politiche e sistemi integrati di telecomunicazione della Cgil nazionale, e Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc Cgil, il sindacato richiama il Governo alla massima attenzione sul “caso Tim” invitando all’adozione di un modello similare a quello di Francia e Germania in cui le due telco Orange e Deutsche Telekom “rappresentano il perno intorno al quale si muove tutto il sistema, con la garanzia data dalla presenza dello stato che ne orienta scelte e politiche di sviluppo”.
No allo scorporo della rete
La Cgil ribadisce la propria contrarietà in merito al progetto di scorporo nell’ambito del piano industriale della telco: “L’idea di rinunciare ad avere il nostro campione nazionale, spacchettando Tim, non ci sembra una grande intuizione. Perderemmo il controllo su un altro asset strategico, condannando il nostro Paese alla marginalità nel confronto internazionale”. Secondo i sindacalisti “con miope tenacia si porta avanti un progetto sempre meno chiaro che vede nella separazione tra rete e servizi di Tim il massimo della sua espressione. E lo facciamo in un momento in cui, la richiesta di connettività cresciuta con la pandemia da una parte, e le risorse messe a disposizione dal Pnrr dall’altra, rappresenterebbero un’occasione unica per invertire questa tendenza distruttiva. Per Apuzzo e Saccone “se il dibattito rispetto alla manodopera che servira’ per costruire la rete (unica?) si avvita intorno alla necessità di scavare micro trincee per posare i cavi e si rinuncia alle intelligenze che lavorano sulla gestione e lo sviluppo di dati abbiamo già perso sotto ogni aspetto, condannando il nostro Paese ad essere un grande mercato da conquistare, in cui anche la richiesta di manodopera sarà sempre più povera”.
Stop alla guerra dei prezzi, serve in piano industriale
Nel commentare i dati emersi dal report di Mediobanca sulle Tlc – in Italia, nel solo nel primo semestre dell’anno si sono bruciati 600 milioni di ricavi – i due sindacalisti evidenziano che “la tendenza affonda le sue radici, lo diciamo da tempo, in una competizione al ribasso tra gli operatori di Tlc, giocata tutta sui prezzi da offrire ai consumatori, nella totale assenza di un progetto di industrializzazione per questo settore che passi attraverso un’idea diversa di mercato. Questo modello però non produce i suoi effetti negativi solo sui conti delle imprese di Tlc, ma danneggia gravemente gli interessi generali del Paese”
La Uilcom lancia l’allarme energia
A inizio mese in una nota il segretario generale della Uilcom, Salvo Ugliarolo, ha aggiunto ulteriore carne al fuoco: “Siamo fortemente preoccupati sul rischio che sul settore delle Tlc possa pesare il problema del caro energetico. Abbiamo avuto prova del ruolo che le telecomunicazioni hanno avuto durante il periodo difficile della pandemia. Gli aumenti sproporzionati a cui stiamo assistendo rischiano di mettere fortemente in ginocchio un settore che già paga per colpa dell’incapacità di terzi e che…
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