In Australia i coralli stanno perdendo il colore: il peggior evento di sbiancamento di sempre

In Australia i coralli stanno perdendo il colore: il peggior evento di sbiancamento di sempre

La Grande Barriera Corallina nord-orientale dell’Australia sta vivendo il peggior evento di sbiancamento mai registrato, secondo quanto dichiarato dalle autorità del paese. “L’impatto cumulativo subito dalla barriera quest’estate è stato più alto rispetto alle estati precedenti”, ha spiegato in una nota l’Autorità del Parco Marino, parte del governo federale.   Annunciato a marzo, il nuovo massiccio episodio di sbiancamento dei coralli, dovuto all’aumento delle temperature dell’acqua a causa del cambiamento climatico, è il quinto in otto anni. 

Considerata la più grande struttura vivente del mondo, la Grande Barriera Corallina è lunga 2.300 chilometri e ospita un’enorme biodiversità, tra cui più di 600 tipi di coralli e 1.625 specie di pesci. Le valutazioni aeree degli scienziati, secondo quanto riferiscono le autorità, mostrano che circa 730 delle oltre 1.000 barriere coralline della Grande Barriera Corallina hanno perso colore.   Lo sbiancamento si verifica quando il corallo, per sopravvivere alle alte temperature, espelle un’alga microscopica.

 

Secondo l’ultimo bollettino, lo stress da calore responsabile dello sbiancamento dei coralli (cioè della perdita di pigmento dovuta alla morte delle alghe che vivono in simbiosi con i coralli) ha interessato e continua a interessare in maniera molto estesa gli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano, come dimostrano i dati relativi alla temperatura superficiale dei mari raccolti dal 1985 a oggi dal Coral Reef Watch (Crw) della Noaa.    

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Nasa: l’oggetto che si è schiantato su una casa in Florida era spazzatura spaziale

Nasa: l’oggetto che si è schiantato su una casa in Florida era spazzatura spaziale

La Nasa ha confermato che l’oggetto metallico che si è schiantato su una casa in Florida il mese scorso era un frammento proveniente dalla Stazione spaziale internazionale (Iss).

Dopo aver analizzato il campione al Kennedy Space Center, l’agenzia spaziale americana lunedì ha dichiarato che è stato lanciato dalla Iss nel marzo del 2021 e avrebbe dovuto disintegrarsi completamente al rientro in atmosfera.

Invece, il pezzo di spazzatura spaziale si è schiantato su una casa di Naples in Florida l’8 marzo scorso sfondando il tetto e lacerando il pavimento, come ha documentato sulla piattaforma X il proprietario, Alejandro Otero, che ha raccontato lo spavento: “C’è stato un rumore tremendo. E ha quasi colpito mio figlio. Era due stanze più in là e ha sentito tutto. Ero scosso, completamente incredulo. Quante possibilità c’erano che qualcosa… che qualcosa atterrasse sulla mia casa”.

La NASA ha detto che l’oggetto cilindrico di circa 700 grammi era parte di un supporto utilizzato per montare batterie vecchie su un pallet da carico per lo smaltimento, che poi è stato espulso.

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Il mondo visto dagli occhi di un topo: arriva Cebra, l’algoritmo che svela i segreti del cervello

Il mondo visto dagli occhi di un topo: arriva Cebra, l’algoritmo che svela i segreti del cervello

 Si chiama Cebra il nuovo algoritmo che apre la strada a futuristiche interfacce cervello-macchina capaci di ricostruire dettagliatamente ciò che una persona sta guardando semplicemente sulla base dei segnali elettrici rilevati nel suo cervello. I primi esperimenti, condotti al Politecnico di Losanna, hanno permesso di ricostruire quali sequenze di un film in bianco e nero stesse guardando un topo, riproducendole in maniera quasi del tutto simile all’originale. I risultati sono pubblicati sulla rivista Nature.   

 

Utilizzando i segnali prodotti dalla corteccia visiva dei topi, l’algoritmo Cebra ha permesso di addestrare un modello di apprendimento profondo (deep learning) che decodifica ciò che l’animale sta guardando. Se dieci anni fa era possibile decodificare forme molto semplici, ora diventa possibile decodificare intere sequenze di film partendo dai segnali sparati dai neuroni in risposta a specifiche proprietà del video (come gli oggetti rappresentati, i colori e perfino le emozioni che suscita).     Lo studio dimostra inoltre che Cebra può essere usato per prevedere i movimenti di un arto nei primati e per ricostruire la posizione di un ratto che si muove liberamente in una piccola arena.   

 

 “L’obiettivo di Cebra è scoprire la struttura nei sistemi complessi e, dato che il cervello è la struttura più compless adel nostro universo, è lo spazio di prova migliore”, afferma la neuroscienziata Mackenzie Mathis che ha coordinato lo studio.

“Può anche darci un’idea di come il cervello elabora le informazioni e potrebbe diventare una piattaforma per scoprire nuovi principi nelle neuroscienze combinando dati tra diversi animali e persino specie. Questo algoritmo non è limitato alla ricerca neuroscientifica, in quanto può essere applicato a molti set di dati che coinvolgono informazioni temporali o combinate, inclusi dati sul comportamento animale e sull’espressione genica. Pertanto, le potenziali applicazioni cliniche sono entusiasmanti”.

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Rifiuti spaziali: dopo la spacewalk gli astronauti gettano via gli oggetti non più necessari

Rifiuti spaziali: dopo la spacewalk gli astronauti gettano via gli oggetti non più necessari

Al termine della terza passeggiata spaziale dell’Expedition 69, dedicata allo spostamento dell’experiment airlock dal modulo Rassvet al modulo laboratorio multiuso Nauka della Stazione Spaziale Internazionale, i cosmonauti russi Prokopyev e Petelin hanno rilasciato un sacchetto contenente oggetti e strumenti non più necessari, insieme ad alcuni altri elementi scartati dalle precedenti spacewalk. Il sacco, dal peso di circa 5 chilogrammi, fluttuerà dietro la stazione orbitante per qualche tempo prima di disintegrarsi senza conseguenze al rientro in atmosfera.

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