Al 120′ Sanchez segna il gol decisivo mentre Bonucci è ancora in attesa di entrare in campo per battere i rigori: subito dopo il difensore entra in contatto fisico con il segretario Cristiano Mozzillo, che lo avrebbe provocato. Il giudice sportivo multa il difensore di 10mila euro e l’Inter di 5mila
È il 120’ di Inter-Juventus. Manca pochisimo alla fine, e ai rigori che ormai sembrano ineluttabili. Dalla panchina della Juventus si chiede il fallo tattico ai giocatori in campo per interrompere il gioco e fare entrare Bonucci, lo specialista che dovrà tirare uno dei penalty. In quel momento però la squadra di Allegri combina un pasticcio in area e spiana la strada al gol del 2-1 di Sanchez, che regala all’Inter la sesta Supercoppa Italiana della sua storia. A questo punto esplode il putiferio.
Lo scontro (e la provocazione)
A bordo campo infatti Bonucci va su tutte le furie. Il difensore della Juventus e della Nazionale non nasconde il suo nervosismo e si scontra con un dirigente dell’Inter, il segretario Cristiano Mozzillo. Le immagini televisive parlano chiaro. Si vede il bianconero spingere un paio di volte il dirigente nerazzurro. Il motivo? Un’esultanza di troppo del dirigente o, addirittura, una sua provocazione. Secondo alcune ricostruzioni, Mozzillo avrebbe infatti detto al difensore: «Entri adesso?». Da qui la rabbia del difensore, il cui gesto è costato una multa di 10mila euro, mentre un’ammenda di 5mila è toccata all’Inter per avere consentito la presenza del dirigente in zona non consentita.
Chi è Cristiano Mozzillo
Cristiano Mozzillo ricopre il ruolo di segretario della prima squadra nerazzurra dal 2020, quando ha preso il posto di Massimo Cosentino. In precedenza ha lavorato per due anni nelle giovanili dell’Inter e, dal 2005 al 2018, in quelle del Napoli. Mercoledì 12 a San Siro era in campo, assieme ad altri colleghi nerazzurri, in prossimità dell’ingresso del tunnel che porta agli spogliatoi.
Bonucci multato di 10mila euro, l’Inter di 5mila
Il gesto è costato a Bonucci 10mila euro di multa. Lo ha deciso il Giudice Sportivo con questa motivazione: «Ammenda di 10mila euro per essersi, al 16° del secondo tempo supplementare, reso protagonista di un alterco con un dirigente della squadra avversaria che veniva dal medesimo strattonato». Anche l’Inter è stata multata di 5mila euro «per avere omesso di impedire l’ingresso nel recinto di giuoco di un dirigente non inserito in distinta che sostava nelle vicinanze della panchina avversaria». Entrambe le infrazioni sono state rilevate da un collaboratore della Procura federale.
13 gennaio 2022 (modifica il 13 gennaio 2022 | 15:53)
Il Parlamento Ue ha approvato la bozza del Digital Services Act (Dsa), il disegno di legge Ue che impone alle grandi piattaforme online una maggiore responsabilità sul controllo dei contenuti e tra le altre cose più opzioni agli utenti per negare il consenso alla pubblicità mirata. La palla passa ai Governi europei nel frattempo Google si è portata avanti e ha presentato un nuovo sistema , chiamato Topics, che intende tracciare gli utenti sul browser Chrome di Google in modo più rispettoso della privacy.
Come funziona?
Il sistema che si candida a sostituire i cookies entro il 2023 e quindi è fondamentale per tutti quei soggetti tra cui gli editori che vivono di pubblicità. Come funziona? Verrà assegnato a ciascun utente che usa Google Chrome quando naviga una serie di categorie pubblicitarie, come viaggi o fitness, in base ai siti che visitano. Quando la persona visita un sito con annunci, tre di questi argomenti verranno condivisi con gli inserzionisti sul sito, consentendo loro di mostrare un annuncio pertinente. Questi Topics sono conservati per tre settimane, non vengono incrociati con altri dati e sono selezionati interamente sul tuo dispositivo senza coinvolgere alcun server esterno, compresi i server di Google.
Cosa cambia rispetto a Floc
Il precedente sistema proposto, chiamato FLOC, assegnava gli utenti a un gruppo di persone che secondo l’IA di Google avevano gli stessi interessi. I sostenitori della privacy hanno affermato che il numero ID associato al gruppo di un utente potrebbe essere registrato da siti Web e inserzionisti e utilizzato per creare profili di persone.
La partita della privacy e la sostenibilità del web
Ridimensionare la sua capacità di conoscere i propri utenti evidentemente è diventata un prezzo da pagare accettabile per venire incontro alla crescenti preoccupazione degli utenti sulla privacy. E anche per anticipare le richieste dell’Europa che con il Digital Services Act intende riscrivere nei prossimi due anni i rapporti con le grandi piattaforme digitali. Tuttavia, questo nuovo sistema rischia di se non scontentare non fare felice nessuno. Chi pretende una navigazione assolutamente anonima, come le associazioni per la difesa della privacy ma anche gli inserzionisti. Per loro l’utente sarà rappresentato dai tre interessi rilevanti di quel periodo, uno per ciascuna delle tre settimane precedenti di navigazione. L’effetto positivo è che, a differenza dei cookie di terze parti, sarà molto più difficile identificare un utente in base ai siti che naviga. L’altra notizia positiva è che non si terrà conto nel tracciamento di dati come il sesso e la razza e sarà molto più facile avere il controllo delle informazioni che gli inserzionisti vedono sugli utenti. In ogni caso c’è ancora tempo. Google non eliminerà i cookie di terze parti prima del 2023.
SuperCraft: è questo il nome dell’innovativa piattaforma web di design evoluto e artigianato digitale pensata per condividere strumenti e servizi altamente tecnologici e garantire alle aziende la personalizzazione di ogni prodotto lungo tutto il processo, dall’ideazione alla produzione. È stata realizzata nell’ambito di un progetto, cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna, al quale hanno partecipato Enea (con il laboratorio Cross-Tec del Centro ricerche di Bologna), Romagna Tech (coordinatore), Mister smart innovation, UniBo (Università di Bologna) e UniMoRe (Università di Modena e Reggio Emilia).
“Si tratta di una rivoluzione hi-tech nel campo della manifattura, supportata dai nuovi artigiani digitali e garantita da tecnologie innovative come la stampa 3D. Rispetto ai processi produttivi tradizionali l’utilizzo di tecnologie di fabbricazione digitale e additiva permette di dare una risposta concreta alla crescente richiesta di personalizzazione di prodotto da parte del mercato”, spiega Sergio Petronilli, ricercatore Enea del Laboratorio Cross-Tec e responsabile dell’Unità operativa Proto-Lab per la prototipazione rapida e l’ingegneria inversa, che ha curato il progetto insieme ai ricercatori Alessio Ubertini, Alex Coppola e Gianluca D’Agosta.
Produzione veloce e a costi contenuti
“Grazie a questa nuova piattaforma, le aziende di una stessa filiera potranno sviluppare ulteriormente il design dell’oggetto, con la possibilità di produrre velocemente e a costi contenuti pochi pezzi in serie limitata oppure oggetti unici su misura. Inoltre, i nuovi artigiani digitali potranno ‘esplorare’ il potenziale di strategie di produzione distribuita e collaborativa che queste tecnologie abilitano”, aggiunge Petronilli.
Roadmap verso la Smart Logistic – Le 4 tecnologie per migliorare efficienza e sicurezza
Il team Enea del Centro ricerche di Bologna si è occupato, in particolare, dello sviluppo della tecnologia di Interactive Generative Modelling (Igm), necessaria per la messa a punto della piattaforma web 3D che garantisce la personalizzazione del prodotto, in un’ottica di ‘Continuous Mass Customazation’. “In questo modo, ogni attore della filiera produttiva, pur non avendo competenze di modellazione Cad, può mettere a punto il proprio modello 3D, configurandolo in maniera interattiva tra le migliaia di combinazioni possibili messe a disposizione dalla piattaforma e inviarlo a un Rapid Manufacturing System dove tecnologie integrate di stampa 3D possono produrlo nei più svariati materiali”, sottolinea Petronilli.
Coinvolto il distretto manifatturiero emiliano-romagnolo
Tra le aziende dell’Emilia-Romagna coinvolte in questo progetto, particolarmente interessante è risultato il caso di studio sviluppato con l’azienda Galletti per la messa a punto di un sistema web 3D interattivo per la configurazione di un impianto di condizionamento, una volta definito il layout dell’ambiente da climatizzare. Il distretto manifatturiero emiliano-romagnolo è costituito da un elevato numero di realtà artigianali e pmi molto attive sul territorio che hanno l’esigenza di innovare i prodotti da immettere sul mercato per rispondere alle richieste dei clienti di oggi ma soprattutto per anticipare i trend futuri.
“Nell’era del mondo interconnesso, i nativi digitali sono sempre più alla ricerca di design innovativi e di prodotti intelligenti con cui possano interagire per gli scopi e gli utilizzi più svariati. E la piattaforma SuperCraft permette anche una ‘funzionalizzazione’ di prodotto sempre più radicale e incentrata sull’esperienza dei potenziali utilizzatori, attraverso lo sviluppo di oggetti connessi alla rete…
Il senatore leghista contro la scelta dell’influencer e soubrette come co-conduttrice al Festival, da lui definito «sempre più LGBT. Non c’è spazio per i conservatori»
«Non si potrebbe avere tra i co-presentatori un normale papà (uno eh, non due)?». Con queste parole, il senatore della Lega Simone Pillon si è espresso contro la scelta di Amadeus di avere Drusilla Foer, nome d’arte di Gianluca Gori, tra le cinque co-conduttrici del Festival. Un attacco su cui in molti avrebbero scommesso, arrivato come consueto attraverso i social, su cui il politico ha scritto: «Com’era ampiamente prevedibile, al festival di Sanremo sempre più LGBT è stata assegnata la quota gender-inclusive già nella fase di scelta dei conduttori.Una domanda: ma sempre in rispetto delle quote, non si potrebbe avere tra i co-presentatori un normale papà (uno eh, non due), e magari di ispirazione conservatrice? Sarebbe un bel segnale, se non altro a tutela delle specie a rischio estinzione televisiva».
I consensi
Un lamento che sembra essere isolato, in confronto poi alla valanga di consensi per la scelta, piuttosto inaspettata, di avere sul palco dell’Ariston l’attrice, sceneggiatrice e cantante che 165mila persone seguono sui social.
13 gennaio 2022 (modifica il 13 gennaio 2022 | 13:28)
Il docufilm è stato proiettato per tre giorni al cinema e dal 20 dicembre sarà disponibile su Prime Video. La Divina: «Sono io, anche se il mio carattere non piace a tutti, sono sempre stata una combattente. Ora? Comincio a vivere»
«Più vero di così non si può», dice Federica Pellegrini per una volta pienamente soddisfatta del lavoro svolto (abbiamo appena imparato che raramente lo è dopo un allenamento), dopo essersi rivista sullo schermo del cinema Gloria di Milano, con un fazzoletto a portata di mano (consigliato per tutti). Due anni vissuti «Underwater», sott’acqua e dietro le quinte, raccontati dalla regista Sara Ristori, ammessa — «dopo un periodo di studio» e qualche reticenza — a testimoniare «non certo i due anni più facili della mia vita», fino al balletto in salotto di mamma Cinzia e fratello Alessandro dopo la conquista della finale di Tokyo, la quinta della carriera, unica nuotatrice a esserci mai riuscita. E dove non poteva arrivare la regista, a volte è arrivato Matteo Giunta, coach e compagno, armato di telecamerina a mostrare «Federica che toglie l’armatura e diventa una bellissima ragazza, forte e fragile, quella di cui mi sono innamorato». Così come una camera VHS restituisce il materiale di repertorio girato in casa, le prime vittorie, gli esordi, la prima Olimpiade ad Atene con la famiglia che arriva il giorno dopo perché aveva i biglietti per la gara sbagliata, i 100 metri (Federica aveva ottenuto il pass per quelli) e non i 200 dove Fede vinse a sorpresa e segnò la prima di tante imprese. C’è soprattutto Federica («con il mio carattere che so che non può piacere a tutti, anche se a 33 anni qualche angolo l’ho smussato, vorrei che si vedesse che sono sempre stata una combattente»), che racconta anche quello che in genere non si dice: «Mi apro poco, non so se sono strana io ma quando sento dire che l’amicizia è la cosa più importante non sono d’accordo. Io per esempio non ho mai avuto un migliore amico, è sempre stato più importante l’amore per un uomo».
Si piange spesso in questo documentario (prodotto da Fremantle e distribuito da Notorious Pictures, musiche di Samuel dei Subsonica), piangono i protagonisti, piange Federica quando deve partire per i raduni in altura e le pesa lasciare la famiglia, l’amato bulldog Vanessa, il rifugio di Spinea con il fiume davanti a casa che scorre assieme alla sua vita, piange quando i tempi non vengono e il corpo non reagisce come si ricordava avrebbe dovuto fare, quando dice «mi sto violentando», quando racconta che «è come se ci fosse una lotta interna, la donna che spinge per fare un’altra vita, costruire qualcosa di solido e la sportiva che vuole la quinta Olimpiade», quando in piena pandemia resta «ferma senza nuotare come mai mi era successo», prende qualche chilo in più e riaffiorano i ricordi dei problemi alimentari da ragazzina: «A un’ex cicciottella quando vede un po’ di peso in più torna fuori tutta quella cattiveria. Mi ricordo come ero incazzata con il mondo, quando mi mettevo uno spazzolino in bocca e vomitavo».
A sorpresa a un certo punto piange persino Matteo Giunta, quando deve raccontare uno dei tanti spartiacque di questa storia, l’Olimpiade di Rio chiusa con un crudele quarto posto: «Fede stava bene — dice Matteo nel film — era piena di fiducia, aveva fatto cose in allenamento che non le avevo mai visto fare e poi in gara vedi che non sta nuotando come dovrebbe, che qualcosa non sta funzionando. Il mio primo pensiero è stato per lei, chiudere la carriera con un quarto posto… non se lo meritava proprio…». «Non avevo più parlato di Rio — dice ora Giunta dopo essersi rivisto sullo schermo —, avevo voluto subito guardare avanti, anche io mi sono stupito che mi tornasse fuori quell’emozione». E quindi si commuovono inevitabilmente anche gli spettatori a rivedere gli alti e bassi di questa splendida atleta, a ricordare Fede bambina, a rivedere Alberto Castagnetti, l’allenatore della svolta, quello che ha «salvato» Fede sedicenne sola a Milano e travolta dagli eventi, per poi lasciarla troppo presto, morto in un’operazione al cuore. «Mi ha fatto impressione risentire la sua voce — commenta adesso la Divina —, dopo la sua morte ho cambiato un allenatore ogni sei mesi fino a trovare Matteo». Loro, gli altri allenatori, non ci sono nel documentario, così come non ci sono gli ex fidanzati, Fede ha fatto opera di selezione, d’altronde al centro del film non c’è neanche la stagione dei successi (che torna naturalmente nei tanti salti indietro) ma come detto gli ultimi, difficili, due anni.
«Mamma, ma figurati, se cancellano le Olimpiadi…» risponde Fede sicura in videochiamata dal ritiro di Livigno alla madre che le riferisce i primi dubbi. «E mo’ so cazzi», sarà il commento quando arriva inesorabile la notizia del rinvio. E poi c’è il Covid preso, gli allenamenti in cui lei vede il lato nero e Matteo quello positivo, i commenti dietro alle quinte delle gare, i tempi che non arrivano. Fino a Tokyo, l’impresa raggiunta. «Ora chiudo in pace», è una delle frasi finali. «E ora che farò? Comincerò a vivere — racconta dopo i titoli di coda —. Ho tante cose da imparare: non so sciare, non so giocare a tennis, non so l’inglese, non so cucinare, non posso vivere di cibo a consegna. E poi un matrimonio da organizzare, che è difficilissimo, e mia madre che sono quattro anni che mi batte sull’orologio», lasciando intendere una maternità fin qui solo rimandata, che ora può finalmente arrivare.
13 gennaio 2022 (modifica il 13 gennaio 2022 | 11:50)
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