«Grazie a tutti i cittadini per la fiducia che mi avete dato, le migliaia e migliaia di persone che mi hanno appoggiato», «è stato un onore essere alla guida di questa meravigliosa città, la mia città». Il post sui social di Virginia Raggi sindaca uscente della capitale, ha il sapore di un commiato da Roma e dai suoi elettori. Ma a oscurare il beau geste e a scatenare una nuova polemica politica, l’ultima mossa da prima cittadina: le nomine ai vertici del Teatro dell’Opera.
Approfittando degli ultimi giorni sulla poltrona del Campidoglio, la sindaca ha avviato le procedure per rinnovare i vertici del Teatro dell’Opera di Roma. La notizia, ha scatenato diverse polemiche, in quanto il nome che più circola per la presidenza è quello di Maurizio Costanzo, consigliere per la comunicazione di Raggi. A stoppare l’operazione, secondo Dagospia, il capo di gabinetto della Regione Lazio, Albino Ruberti, che in una lettera alla sindaca ha precisato che «risulta necessaria un’accurata valutazione per l’individuazione del soggetto cui affidare questo delicato compito» e bisogna attendere le «linee guida che la prossima Giunta capitolina vorrà imprimere alla governance dell’associazione». Immediata la reazione di Maurizio Costanzo sulle indiscrezioni: «Tempo fa dal Campidoglio mi hanno chiesto se mi interessava la direzione dei teatri romani. Ho detto: vediamo, ci penso, è qualcosa che posso fare solo se va bene a tutti, se c’è un accordo generale». E sul suo rapporto con la sindaca, il direttore del Teatro Parioli spiega: «Non ho nessun rapporto di lavoro con Raggi, le ho dato qualche consiglio ma non siamo in amicizia».
Quindi, dopo il colpo di coda sull’Opera, Raggi si dedica al messaggio ai suoi sostenitori, e non solo, perché tra le righe, puntualizza alcuni passaggi politicamente sensibili. «Dopo 5 anni di attacchi violentissimi, anche personali, ai quali in pochi avrebbero resistito, ho ottenuto poco meno di quanto hanno ottenuto le corazzate di centrodestra e centrosinistra. E questo è un dato da tenere in conto e su cui nei prossimi giorni faremo necessariamente una riflessione». Raggi nelle ultime ore ha dovuto incassare la sconfitta sonora, essendo arrivata quarta dopo Michetti, Gualtieri e Calenda nella città che nel 2016, l’aveva eletta prima cittadina in plebiscito contro Giachetti del Pd, ma è andata meglio del Movimento 5 Stelle e della sua classe dirigente chiudendo al 19,09% mentre il M5s si è fermato all’11%. Poi, appello agli «avversari».
«Prevengo subito polemiche assurde: nessun attacco. Non è questo il momento di dividerci. È il momento di restare uniti, più che mai», aggiunge Raggi che ai suoi «avversari, ora al ballottaggio» — Enrico Michetti e Roberto Gualtieri — fa «i migliori auguri perché gestire questa città è un compito complesso, impegnativo come pochi. Ritorno a ribadire che servono fondi e poteri speciali per Roma». Poi, l’auspicio che suona carico di rimpianto: «Governatela bene! Mettiamo da parte l’acredine e lavoriamo per Roma». La curiosità: sotto al post è apparso per la prima volta un «mi piace» cliccato dalla sua rivale di sempre, l’assessora alla Transizione ecologica della Regione Lazio, Roberta Lombardi.
5 ottobre 2021 | 19:19
© RIPRODUZIONE RISERVATA