Elliott Management è uscita dalla compagine azionaria di Twitter durante il secondo trimestre, subito dopo che Elon Musk ha annunciato l’intenzione di acquistare la società di social media. A dirlo è Reuters, citando un deposito normativo emerso ieri. Secondo il documento, Elliott non ha più azioni ordinarie della piattaforma social, mentre alla fine del primo trimestre ne possedeva 10 milioni.

Come sta cambiando l’assetto azionario del gruppo

L’hedge fund abbandona il gruppo dopo aver sostenuto grandi cambiamenti all’interno di Twitter un paio due anni fa: all’investimento all’inizio del 2020 è immediatamente seguita la richiesta di estromettere dal board di Jack Dorsey, uno dei co-fondatori e all’epoca Ceo dell’azienda. La società e l’hedge fund hanno presto raggiunto un accordo in cui Elliott Management ha ottenuto un posto nel consiglio di amministrazione di Twitter mentre Dorsey è stato sostituito alla fine del 2021.

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Ma non è l’unica novità sul fronte dei capitali investiti: anche altri importanti fondi hanno tagliato le loro partecipazioni su Twitter. D.E. Shaw & Company possiede al momento 932.716 azioni, dopo aver venduto 3,7 milioni di cedole. Balyasny Asset Management ha venduto 1,3 milioni di azioni (ora ne ha 172.821), mentre Srs Investment Management ha venduto 7 milioni di azioni e al 30 giugno ne deteneva 125.226.

Alcune aziende hanno invece speso per stabilire nuove posizioni, con documenti che mostrano che Pentwater Capital e Segantii Capital Management ora posseggono rispettivamente 18 milioni e 7,3 milioni di azioni. Citadel Advisors Llc ha aggiunto 3,3 milioni di azioni e ora ne conta quattro milioni.

Twitter dovrà consegnare a Musk i documenti dell’ex responsabile di prodotto

Nel frattempo a Twitter è stato ordinato di raccogliere, revisionare e consegnare a Elon Musk i documenti redatti dall’ex direttore generale dei prodotti di consumo Kayvon Beykpour. A stabilirlo è stato il giudice Kathaleen McCormick, della Corte della Cancelleria del Delaware.

Secondo un’ingiunzione al tribunale del fondatore di Tesla, infatti, Beykpour era una figura chiave nel calcolo della quantità di account falsi sulla piattaforma. Beykpour, che ha lasciato Twitter dopo che la società di micro blogging ha accettato ad aprile di essere acquisita da Musk, è descritto come uno dei dirigenti “più intimamente coinvolti” nella determinazione della quantità di account di spam.

McCormick però non ha accolto in toto la richiesta di Musk, il cui obiettivo era quello di accedere ai file di altre 21 persone: il team legale di Musk aveva infatti scritto alla giudice la scorsa settimana chiedendole di ordinare a Twitter di consegnare i nomi dei dipendenti in modo che potessero essere interrogati.

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