di Massimiliano Nerozzi e Chiara Sandrucci

In una scuola elementare di Rivalta. Protestano le 76 famiglie vaccinate (su 80) e il sindaco Sergio Muro

Morale di Sergio Muro, sindaco di Rivalta e, soprattutto, genitore: «Quindi escludiamo tutti quelli che seguono la scienza, a causa di quei pochi che, per propria scelta, non sono in regola con le norme previste per poter andare a teatro». Cioè il green pass rafforzato. Nell’auditorium «Franca Rame», lunedì prossimo, sarebbe in programma la recita di Natale dei bambini delle scuole elementari Iqbal Masih a Pasta, frazione di Rivalta; se non fosse che la preside prima ha annullato tutto, poi ha deciso per le porte chiuse (ai genitori). Motivo: «Come scuola pubblica dobbiamo essere il più inclusivi possibile: se anche fosse soltanto uno il genitore escluso (perché non vaccinato, ndr), come potrei guardare negli occhi il suo bambino il giorno dopo?».

Furibonde la altre famiglie — 76 vaccinate su 80 — che hanno sommerso di mail la dirigente scolastica, Silvia Boaretto. All’inizio, sarebbe dovuta filare come in un anno di nuovo normale, dopo due stravolti da Covid e dad: il saggio dei laboratori fatti in due anni da bambini, e genitori in platea. Macché: non potevo discriminare i no vax, aveva spiegato la preside. «Da genitore — ribatte il sindaco — sono molto dispiaciuto per questa scelta della dirigente, perché impedisce a me e mia moglie di andare a vedere lo spettacolo, dopo due anni in cui c’era un motivo vero, per non farlo». E ancora: «È una situazione dalla quale stiamo uscendo grazie al vaccino, conquistando dei piccoli pezzi di libertà. Almeno per chi crede nella scienza». Insomma, «quella della preside la trovo una decisione sconveniente».

Le «prime criticità», come dice qualche genitore, erano venute fuori tramite le maestre tre giorni fa, e così mamme e papà degli alunni avevano scritto una prima mail alla preside. Non prima di aver fatto «un informale sondaggio tra le classi», proprio per capire se le norme avrebbero potuto ledere la sensibilità di qualcuno. E invece erano saltati fuori «solo un paio di casi su quattro classi». Di più: vista la «situazione serena», gli stessi genitori non vaccinati avevano fatto sapere di organizzarsi, magari con la partecipazione di altri famigliari, «idonei all’ingresso nel teatro». Per entrare nel quale serve il super green pass, a differenza dell’ingresso a scuola, dove è sufficiente quello normale, da tampone. «Lo trovo discriminante», aveva tagliato corto la preside, pronta ad annullare l’evento o, al massimo, organizzarlo in altra struttura. A sentirla, pareva pure tanto rumore per nulla: «Mi sembra che si stia montando un caso per soddisfare un’esigenza dei genitori, più che dei bambini. Ma in questo momento i problemi della scuola sono altri, come le classi da mettere in quarantena quando la Asl non risponde al telefono».

Alla fine, si è arrivati alla (sua) soluzione: a teatro ci andranno solo i bambini, due classi sul palco, altre due in platea, a rotazione, mentre l’esperto di recitazione girerà un video da far poi vedere a tutti i genitori. In molti rimane la sensazione di una sorta di dittatura della minoranza. Anzi, estrema minoranza: «Quindi escludiamo tutti — chiude il sindaco — a causa di chi, per scelta, ha deciso di non poter neppure andarsi a vedere la partitella di calcio del figlio».

La newsletter del Corriere Torino

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Torino e del Piemonte iscriviti gratis alla newsletter del Corriere Torino. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui

16 dicembre 2021 (modifica il 17 dicembre 2021 | 11:21)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Source

0
Inserisci un commento.x