di Massimo Massenzio

In venti, di origine maghrebina, aggrediscono ragazzi a caso. L’ultimo episodio sabato sera in via Giulia di Barolo, ma i carabinieri indagano anche su altre segnalazioni

L’hanno soprannominata la «gang di via Verdi», ragazzi di origine maghrebina che imperversano tra la zona di Palazzo Nuovo e Vanchiglia, rapinando e picchiando i coetanei. Colpiscono in venti e aggrediscono coppie o piccoli gruppi.

L’ultimo assalto è avvenuto sabato sera, intorno alle 21, all’angolo con via Giulia di Barolo. Senza motivo apparente il «branco» si è avventato contro due 17enni, che si trovavano in compagnia di alcuni amici.

Nessun preavviso, nessuna discussione. Il più grande della banda, tutti tra i 13 e i 18 anni, si è scagliato contro uno dei due ragazzi e gli ha sferrato un calcio al volto, spaccandogli il labbro.

La vittima è caduta sul marciapiede, ma gli aggressori non hanno avuto pietà e si sono divisi i compiti. Qualcuno ha continuato a colpirlo con mentre si contorceva a terra dal dolore. Altri hanno pensato bene di rovistare nelle sue tasche alla ricerca di portafogli e telefonino. Il suo amico ha cercato di difenderlo, ma è stato costretto a indietreggiare, riparandosi il volto con le mani.

Per fortuna una ragazza, che si trovava a poca distanza, ha cominciato a urlare, implorandoli di smettere e attirando l’attenzione di altri passanti. A quel punto la banda, intuendo il pericolo, si è allontanata portandosi via solo i cappellini delle due giovani vittime.

Domenica pomeriggio i ragazzi hanno denunciato l’accaduto nella caserma dei carabinieri della compagnia San Carlo che stanno già indagando sulla baby gang. Da settimane, infatti, si ripetono segnalazioni di questo tipo e, nella serata di Halloween, il branco aveva aggredito due adolescenti di 15 e 16 anni.

Sempre in via Verdi, sempre in 20 contro 2. I due ragazzini stavano per comprare un panino da Burger King quando sono stati sorpresi alle spalle. Pugni, spintoni e calci. Volevano i loro giubbotti firmati e c’era un «capo» che diceva agli altri cosa fare. É più che probabile che si tratti degli stessi teppisti che, quasi quotidianamente, seminano il panico nel fast food impadronendosi dei vassoi e utilizzandoli per fare surf lungo le scalinate.

I carabinieri stanno cercando riscontri e, nei giorni scorsi, hanno eseguito un blitz in un bar di via Balbo, considerato un punto di ritrovo dei baby-pusher di zona, che è stato chiuso per 30 giorni. Gli aggressori potrebbero essere identificati grazie alle telecamere. Quella di via Verdi non è l’unica banda di teppisti che è stata segnalata nel centro di Torino. In piazza Castello sembra sia in atto una vera e propria guerra contro un gruppo di giovani catalogati come «alternativi».

Ragazzi e ragazze che indossano abiti colorati o borse arcobaleno e che per questo vengono presi di mira da altri coetanei. Sabato pomeriggio, sui gradoni del monumento dedicato a Emanuele Filiberto, si è verificato un vero e proprio raid, con lanci di bottiglia, calci e pugni contro adolescenti definiti come «diversi» e invitati ad «andare via di qui».

All’arrivo delle forze dell’ordine c’è stato il fuggi fuggi, un ragazzo è finito in ospedale con un occhio tumefatto e adesso si cerca di capire se ci possano essere punti di contatto con la banda di Vanchiglia. Alcuni testimoni hanno riconosciuto almeno un paio di ragazzi di origini marocchine che abitano nella zona Nord. Ma le indagini sono ancora in corso.

I genitori però sono preoccupati: «Mi sembra ci sia stata un’escalation e che adesso il fenomeno sia fuori controllo – racconta una mamma – Mia figlia ha 14 anni e mi aveva già raccontato di questi episodi. Una settimana fa le avevano tirato una lattina addosso e l’avevano apostrofata come “lesbica” perché ballava con un’amica con la borsa arcobaleno. Quello che ho visto nei video dell’ultima aggressione, però va oltre. Una violenza inaudita e assolutamente gratuita».

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21 novembre 2021 (modifica il 23 novembre 2021 | 10:57)

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