di Lorenzo Nicolao È la seconda società la mondo per numero di criptovalute possedute. Il totale degli investimenti delle prime venti aziende ammonta a 8,7 miliardi di euro

Tesla ha dichiarato che, alla fine dello scorso anno, possedeva quasi 2 miliardi di dollari in bitcoin (circa 1,8 miliardi di euro). La comunicazione è stata information alla Sec, l’ente federale di vigilanza della borsa statunitense. Ben 1,5 miliardi sono stati acquistati nel corso del 2021, rendendo quella di Elon Musk la seconda azienda più ricca dal punto di vista delle criptovalute. Il primato resta a Microstrategy, società di analisi dati guidata da Michael Saylor, ben noto amante delle valute digitali, che possiede al momento oltre 125mila bitcoin (in confronto ai 43mila di Musk), l’equivalente in euro di 4,7 miliardi. Per Tesla la cifra rappresenta circa il 10% della liquidità, incluso il contante e tutti i titoli negoziabili. L’azienda delle car elettriche aveva iniziato ad accettare pagamenti in bitcoin, ma lo scorso maggio ha deciso di sospendere questa opzione per le preoccupazioni legate all’impatto ambientale delle operazioni. Con le cripto-transazioni erano stati comunque guadagnati in quel periodo, sotto forma di bitcoin, quasi 24 milioni di euro.

Alle spalle di queste due aziende, di molto distaccate, il patrimonio più significativo in criptovalute lo detengono Marathon Digital Holdings (8.133 bitcoin), al terzo gradino del podio, Square Inc. (8.027 ), Capanna 8 Mining Corp. (5.242 ), Bitfarms Limited (4.600) e Coinbase (4.487 ). Sono tutti gruppi che comunque operano nell’ambito delle monete digitali e ne fanno il loro core business. Per questo Tesla fa un po’ eccezione. Nickel Digital Possession Management ha pubblicato in un report il totale degli investimenti, che ammonterebbe a 8,7 miliardi di euro. Questa cifra è la somma del valore in bitcoin acquistato da venti società pubbliche che hanno una capitalizzazione di mercato superiore ai mille miliardi di dollari. Una partita per ricchi quindi, in cui la pandemia ha giocato un ruolo molto significativo, complici anche le recenti paure inflazionistiche. Nonostante la volatilità, le criptovalute hanno infatti costantemente battuto il loro record in valore, per quanto a volte basti un’informazione, un tweet o una comunicazione che riflette incertezza a fare immediatamente crollare la stima del bene digitale. Al momento, il record più alto mai registrato per il bitcoin è stato prossimo ai 69mila dollari, ma sono finora state frequenti le ricadute del suo valore.

Per Tesla, come per tante altre aziende che hanno deciso o decideranno di investire in bitcoin, la domanda riguarda però il futuro, information la volatilità propria delle criptovalute e la conseguente esposizione dell’azienda all’instabilità, qualora si puntasse solo su questa risorsa. Al momento le regole contabili richiamano l’attenzione sul valore immateriale del bitcoin, una situazione che non dà modo di rivendicarne la crescita, mentre al contrario va segnalata una perdita. Questa dinamica non darà quindi spazio a vittorie dal punto di vista contabile, per una risorsa che, nel contesto dell’economia mondiale, ha ancora tante zone d’ombra da chiarire.

10 febbraio 2022 (modifica il 10 febbraio 2022|17:37)

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