di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Il pressing di Regioni e sindaci. Fedriga: servono al più presto misure differenziate. È una garanzia per non chiudere tutto

Ci sono le decisioni già prese e ci sono le scelte da condividere con i presidenti di Regione, ma la strada verso il super green pass è segnata e il governo accelera. Natale si avvicina e anche i sindaci, dopo i governatori, premono perché venga varato un piano per fronteggiare i rischi delle festività, quando si sta tanto al chiuso e si vedono molte persone. Il nuovo decreto per fronteggiare la nuova ondata di contagi da Covid 19 sarà approvato entro pochi giorni e prevederà restrizioni e divieti soltanto per chi non è vaccinato.

«Dobbiamo garantire alle attività di rimanere aperte e a chi è immunizzato di continuare la vita sociale», ripetono i ministri accogliendo l’appello che arriva dai governatori. Posizione comune ribadita ieri dal presidente del Friuli-Venezia Giulia e presidente delle Regioni, Massimiliano Fedriga: «Servono al più presto misure differenziate, in modo da favorire l’adesione alla campagna vaccinale degli ultimi indecisi e dare certezze ai ristoratori, agli albergatori, ai negozianti. Non è una discriminazione, è la garanzia per non chiudere tutto».

E dunque già domani i ministri Speranza e Gelmini discuteranno le nuove norme con i presidenti delle Regioni. Poi Mario Draghi riunirà la cabina di regia politica e, a seguire, il Consiglio dei ministri. Riunioni cruciali, perché il presidente del Consiglio ancora non si è espresso e da quel che trapela non ha deciso quanto energica dovrà essere la stretta. L’ipotesi prevalente, a sentire i ministri, è che le restrizioni scatterebbero a partire dalla zona arancione, per chi non è vaccinato o non è guarito dal Covid.

Obbligo per categorie
Deciso: l’obbligo di effettuare la terza dose o il richiamo scatterà per il personale sanitario e per i lavoratori che entrano nelle Rsa, le residenze per anziani.
Da decidere: si valuta se estendere l’obbligo vaccinale al personale scolastico, alle forze dell’ordine e ai lavoratori della pubblica amministrazione a contatto col pubblico.

Cinque mesi
Deciso: appena arriverà il via libera dell’Aifa, l’agenzia italiana per il farmaco, si potrà effettuare la terza dose o il richiamo cinque mesi dopo l’ultima inoculazione.

Green pass per 9 mesi
Deciso: la durata del green pass sarà abbreviata. Alla scadenza del periodo stabilito se non si effettua la terza dose o il richiamo il certificato non è più valido.
Da decidere: sembra scontato che si passerà da 12 a 9 mesi. Qualche scienziato ha proposto di ridurre la validità a 6 mesi, quindi bisognerà attendere il parere del Cts.

Green pass ai vaccinati
Deciso: divieti e restrizioni legati alla vita sociale e alle attività commerciali e produttive dovranno valere solo per i non vaccinati.
Da decidere: con quali modalità sarà differenziato l’accesso nei luoghi della cultura o del divertimento? L’ipotesi più probabile è che si conceda il green pass soltanto a chi è vaccinato. Se passerà questa linea, chi non è vaccinato dovrà effettuare il tampone per recarsi al lavoro.

I luoghi vietati
Deciso: l’idea prevalente nel governo è precludere ai non vaccinati la possibilità di frequentare bar e ristoranti al chiuso, palestre, piscine, stadi, cinema, teatri, musei, impianti sciistici.
Da decidere: eventuali limitazioni per le attività all’aperto.

I trasporti
Deciso: chi non è vaccinato potrà effettuare il tampone per salire sui treni dell’alta velocità e sugli aerei.
Da decidere: l’idea di imporre il tampone per prendere la metropolitana o salire sugli autobus ha provocato la reazione dei sindacati. Sembra difficile che possa arrivare il via libera soprattutto per la difficoltà di garantire controlli adeguati.

Le zone di rischio
Deciso: il governo è orientato a far scattare i divieti per chi non è vaccinato solo al momento dell’eventuale passaggio di una regione in zona arancione. Ma c’è anche chi pensa che le restrizioni per i no vax debbano essere imposte subito in tutta Italia, anche nelle zone bianche e gialle.

I tamponi
Da decidere: sembra scontata la riduzione della validità del tampone molecolare a 48 ore e dell’antigenico a 24 ore, ma anche su questo si attende il parere del Cts.

Obbligo vaccinale
Deciso: al momento è una strada che il governo non intende percorrere, anche per non aumentare le tensioni. Ma il tema dell’obbligo resta sul tavolo di Palazzo Chigi e di certo sarà discusso.
Da decidere: va stabilito se esiste una soglia di criticità delle occupazioni dei posti in terapia intensiva che rende necessario imporre la vaccinazione a tutti i cittadini.

Stato di emergenza
Deciso: sarà prorogato fino al 30 gennaio, quando scadranno i due anni dalla prima dichiarazione di stato di emergenza per l’esplosione della pandemia da Covid 19.
Da decidere: nell’ultima decade di dicembre sarà stabilito se approvare una nuova legge che proroghi la validità dello stato di emergenza per altri tre mesi o fino al termine della campagna vaccinale.

22 novembre 2021 (modifica il 22 novembre 2021 | 09:12)

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