di Orsola Riva

Il governo apre a una ennesima procedura straordinaria (leggi: facilitata) per i precari, anche quelli che sono stati bocciati nelle prove di luglio

Eccoli i numeri ufficiali del fallimento del concorso Stem (acronimo di scienze, tecnologie, ingegneria e matematica), quello che si è svolto in fretta e in furia a luglio col proposito di mandare in cattedra già dopo l’estate oltre seimila nuovi prof di matematica, fisica, scienze e informatica di cui c’è cronica mancanza nelle nostre scuole. Il governo Draghi aveva deciso di anticipare le prove del concorso ordinario in stand-by causa Covid solo per queste classi di concorso proprio in considerazione della penuria di docenti di materie scientifiche nelle nostre scuole. Ma il risultato è stato molto al di sotto delle aspettative. Su 6.129 posti messi a bando, i vincitori in tutto sono stati 3.300, poco più della metà. E quelli saliti in cattedra anche meno: 2.652. Un disastro, denunciato dalla Uil in un duro comunicato pubblicato proprio nel giorno in cui si è svolto l’incontro «separato» del ministro Patrizio Bianchi con i rappresentanti della Cisl, incontro a cui tutte le altre sigle sindacali non hanno voluto partecipare visto che da martedì hanno proclamato lo stato di agitazione per il mancato accordo sul rinnovo del contratto.

Come si spiega un simile fallimento? Colpa di una combinazione di fattori: i tempi strettissimi (si potevano assumere subito solo i vincitori proclamati entro il 30 ottobre; gli altri, per colpa dei ritardi nella pubblicazione delle graduatorie, scivolano a settembre 2022); il fatto che soprattutto per i licei ci fossero, già in partenza, pochi candidati rispetto ai posti in palio (potevano partecipare solo coloro che avevano presentato domanda entro luglio 2020); ma soprattutto il record di bocciati agli scritti. Se il quiz a crocette più esame orale veloce doveva essere una prova generale delle nuove procedure concorsuali «snellite» dalla legge Brunetta , in base alle quali in governo dovrebbe finalmente bandire il concorso ordinario da ulteriori 40 mila posti in stand-by da oltre due anni posti, c’è da mettersi le mani nei capelli. Ma quel che è peggio è che siccome i posti del concorso ordinario erano stati calcolati in base al fabbisogno di un anno e mezzo fa e nel frattempo c’è stata l’ondata di pensionamenti della generazione del baby boom, le cattedre vacanti – sempre secondo i calcoli della Uil – a questo punto sarebbero più di ottomila (per la precisione 8.123). Una voragine.

Subito si sono fatti avanti per reclamare un posto gli idonei del concorso, cioè coloro che hanno raggiunto il punteggio minimo corrispondente alla sufficienza ma non sono risultati vincitori: ma anche se venissero accontentati, parliamo di appena 784 persone. In realtà, la settimana scorsa il governo Draghi aveva già presentato ai sindacati una possibile soluzione: un nuovo concorso ordinario da bandire subito aprendo le iscrizioni anche a chi ne ha maturato il diritto nell’ultimo anno e mezzo. In palio 6.333 posti, poco meno della metà dei quali per matematica e fisica alle superiori, altri mille per informatica e duemila per le medie (che il governo aveva inizialmente dimenticato nel bando estivo, salvo poi correre ai ripari riservando loro la metà dei posti totali) . Peccato che, non solo per le materie Stem ma anche per tutte le altre, il decreto Sostegni bis prevedesse di coprire i posti residui dopo le immissioni in ruolo di quest’anno con una procedura straordinaria riservata a tutti i supplenti con più di tre anni di servizio negli ultimi 5. Un concorso facilitato (anche se i termini non sono ancora stati chiariti) con il quale potrebbero essere ripescati molti dei candidati bocciati a luglio. Naturale che i sindacati abbiano subito preso le difese dei precari. Come finirà? Secondo le ultime anticipazioni, il governo – come gesto di distensione verso i rappresentanti dei lavoratori già sul piede di guerra per il contratto – sarebbe pronto a sacrificare la causa dei più giovani (neo laureati e supplenti con meno di tre anni di servizio) per riservare tre quarti dei posti ai precari di più lungo corso, lasciandone al concorso ordinario poco più di 1.500. Con buona pace delle promesse di una nuova normalità senza corsie preferenziali, fatta solo di concorsi regolari.

18 novembre 2021 (modifica il 18 novembre 2021 | 20:25)

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