A un prima lettura, la dicitura “Getting closer” potrebbe far pensare al ritorno alla normalità dopo tre anni di misure di distanziamento sociale più o meno pronunciate. Ma più che essere un riferimento alla situazione attuale, il titolo dell’edizione 2023 del Sap Executive Summit mira a sottolineare il netto cambio di strategia del colosso dei gestionali.

Sulla spinta della diffusione del cloud e degli ambienti di lavoro virtualizzati e condivisi, principale eredità dell’emergenza pandemica rispetto al tema della digitalizzazione del business, Sap punta ora ad avvicinarsi sempre più ai partner tradizionali e agli altri vendor tecnologici: l’obiettivo è ampliare l’ecosistema di soluzioni e servizi di cui hanno bisogno le imprese per pianificare la domanda e migliorare la resilienza in un contesto socio-economico sempre più all’insegna dell’imprevedibilità cronica.

Verso la creazione di un ecosistema allargato

“L’incertezza è la nuova normalità, all’interno di uno scenario che molto probabilmente si contraddistinguerà per continui shock, che obbligheranno le aziende a sviluppare una sempre maggiore capacità di reazione”, ha detto senza mezzi termini Carla Masperi, amministratore delegato di Sap Italia, aprendo i lavori del summit, di scena lo scorso fine settimana a Cernobbio. “Oggi i clienti chiedono al comparto tech più resilienza, che non implica solo più interoperabilità tra le varie soluzioni, ma una vera connessione, un dialogo aperto con l’intera filiera finalizzato alla creazione di processi end-to-end, integrati con i temi della sostenibilità e dell’economia circolare. Sap è ormai da 35 anni in Italia”, ha chiosato Masperi, ricordando come il gruppo abbia affiancato “11 mila aziende nei loro percorsi di digitalizzazione facendo affidamento su circa 400 partner. Oggi siamo a un punto di svolta: a ridosso del periodo pandemico, le nostre soluzioni cloud sono infatti cresciute del 50% nella Penisola, in parallelo all’aumento della consapevolezza sull’importanza dell’utilizzo dei dati. L’evoluzione tecnologica avviene nel giro di settimane, non più di anni, e tutti i grandi attori del settore hanno il compito di importare nel contesto dei processi di business questa realtà”.

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Uno dei temi all’ordine del giorno, naturalmente, è l’intelligenza artificiale, al centro di un dibattito globale che, a seconda dei contesti, passa dall’entusiasmo all’allarmismo. Roberto Battiston, Ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Trento, ha per esempio messo in guardia la platea del Summit parlando dell’AI come una “grande illusione”.

Per affrontare le tante sfide di questa epoca, a partire dai cambiamenti climatici, è infatti indispensabile “osservare la realtà in modo oggettivo, identificando i problemi veri e non quelli apparenti. Dobbiamo guardare al futuro con un occhio diverso dal passato, altrimenti ci ritroveremo per le mani sempre gli stessi problemi”. L’intelligenza artificiale, da questo punto di vista, non è uno strumento particolarmente efficace. Almeno, non così com’è allo stato attuale. Battiston ha infatti messo in evidenza come Chatgpt e le altre piattaforme, al momento, si limitino a estrapolare, senza coglierne davvero il senso, relazioni probabili tra le informazioni presenti sulla rete. “E la rete è la nostra conoscenza collettiva. Se i dati di partenza non sono accurati, non saranno accurate…

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