La manifattura italiana difende i suoi ritmi di crescita grazie all‘Ict e alla digitalizzazione: negli ultimi anni, tutt’altro che facili per l’industria, l’aumento degli acquisti di macchinari avanzati e degli investimenti digitali (Ict e immateriali, che a fine 2022 risultavano a +7,8% superiori al livello pre-Covid, e pari al 19,2% sul totale degli investimenti), testimonia la grande attenzione delle imprese al progresso tecnologico, in chiave digitale, ambientale e di efficienza nell’uso delle risorse. È quanto emerge dalla 103mo rapporto analisi dei Settori industriali realizzato dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Prometeia (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO).

“Gli investimenti continueranno a rappresentare il principale volàno della crescita in chiave digitale, ambientale e di efficienza nell’uso delle risorse”, afferma Gregorio De Felice, Chief economist and Head of research di Intesa Sanpaolo. “Negli ultimi anni, si è assistito a una significativa crescita degli acquisti di macchinari avanzati e degli investimenti digitali in misura superiore a quanto registrato in Germania. Altrettanto importanti saranno i progetti nazionali destinati alla riconversione energetica, la decarbonizzazione della produzione di elettricità e la diversificazione delle fonti di energia”.

La resilienza della manifattura italiana 

La fase di rallentamento dell’attività produttiva sopraggiunta nella seconda metà dello scorso anno, in concomitanza con la crisi energetica, non ha impedito al manifatturiero italiano di archiviare il 2022 – rileva lo studio – con un aumento del 2,6% dei livelli di attività e del 15,2% del fatturato a prezzi correnti, che ha superato i 1.160 miliardi di euro, sostenuto da una crescita dei prezzi del 12,3% in media d’anno.

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Manifatturiero/Produzione

Il fatturato manifatturiero italiano nel 2023, a prezzi correnti, si dirige verso un nuovo record oltre i 1.170 miliardi di euro, in crescita tendenziale dell’1% e circa 260 miliardi di euro aggiuntivi rispetto al 2019. Il fatturato a prezzi costanti, invece, andrà incontro a una stabilizzazione (+0,4%), che consentirà di consolidare i significativi progressi del biennio precedente (+9,1% la crescita media annua a prezzi costanti nel 2021-22).

La distensione del contesto operativo interno e internazionale, attesa a partire dal 2024, permetterà al manifatturiero italiano – prosegue l’analisi di Intesa Sanpaolo e Prometeia – di riposizionarsi su ritmi di crescita più dinamici di quelli degli ultimi decenni, dell’1,3% medio annuo nel periodo 2024-27 in termini di fatturato a prezzi costanti (2% a prezzi correnti).

Il volano del Pnrr e degli investimenti Ict

Gli investimenti continueranno a rappresentare il principale volano della crescita, sia quelli pubblici attivati dal Pnrr sia quelli privati, indispensabili per proseguire nel processo di rafforzamento competitivo.  

Cruciale sarà il contributo dell’export: “Supererà, per la prima volta nella storia economica italiana, la soglia del 50% del fatturato manifatturiero”, afferma De Felice. “Grazie alla buona capacità dell’industria italiana di servire nicchie a elevato valore aggiunto, l’avanzo commerciale continuerà a crescere sino a conseguire un nuovo record, superando i 110 miliardi di euro nel 2027″.

Rilevante, infine, il tema di un “efficace passaggio di competenze: nel 2022 la quota di occupati under 40 nell’industria…

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