di Renato Franco

Bullismo, disoccupazione, migranti: la realtà di una parrocchia in una serie di 20 puntate su Tv2000 con Michele La Ginestra

«Lo psicologo si paga, il prete è gratis». In fondo siamo lì: uno si occupa dell’animo, l’altro dell’anima. È questo lo spirito (o forse anche lo Spirito) che muove don Michele, un parroco molto umano e altrettanto moderno, che si inserisce con delicatezza e partecipazione nella comunità che gli è stata affidata diventando non solo guida spirituale ma anche portavoce dei problemi quotidiani. Su Tv2000 va in onda (dal lunedì al venerdì alle 19.30) Canonico, la prima serie tv originale realizzata per l’emittente della Cei. Una fiction di 20 puntate da 20 minuti.

«Raccontiamo la vita vera della parrocchia, che è fatta di tante piccole cose. La parrocchia è come una casa, che va costruita, mantenuta, riparata quando è il caso; e questo parroco si dà molto da fare perché vuole creare un posto accogliente dove poter ricevere tutti quelli che hanno bisogno e dedicare loro tutto se stesso», spiega Michele La Ginestra che veste l’abito talare del protagonista. Tra tv generalista e piattaforme l’offerta è enorme, perché guardare Canonico? «Perché è un prodotto diverso dagli altri, è la storia realistica di un sacerdote e della sua parrocchia. L’aspetto che mi colpisce molto di questo parroco è che è una persona che cerca, non ha sempre la risposta immediata, non è tuttologo, si fa illuminare dal Signore attraverso la fede e prova a dare una risposta agli altri. Ma è un uomo che conosce i propri limiti, sa anche ammettere di non avere risposte. In quel caso ti sa stare vicino, una cosa importantissima in un mondo dove non ascolta più nessuno».

Il tono di Canonico è leggero, mai didascalico, senza forzature, il linguaggio realistico, la cifra brillante di Michele La Ginestra fa il resto, venti minuti che sono un attimo. I temi trattati sono quelli che toccano tutti nel quotidiano: «Don Michele aiuta chi ha bisogno di soldi a cercare lavoro, affronta il problema del bullismo, ascolta le coppie in crisi matrimoniale, sta vicino a chi ha un figlio videodipendente che non comunica, riflette sui rapporti di interpretazione della fede come quando entra in profonda crisi nel momento in cui deve dare l’estrema unzione a un assassino dei propri figli. Deve amministrare un sacramento ma umanamente è in enorme difficoltà di fronte a uno dei crimini peggiori: come si fa a perdonare un assassino?». In Canonico si parla anche di accoglienza: «L’accoglienza dell’altro, del migrante, del diverso, sono urgenze di una chiesa che si ispira a principi cristiani. In un mondo che alza muri, le porte vanno lasciate aperte: un muro con una porta aperta è come non ci fosse… L’invito è ad aprire le porte fisiche e le porte delle mente».

In tv le questioni di fiction e di fede sono in mano a Don Matteo (Terence Hill, ora sostituito da Raoul Bova), a Suor Angela (anche se Elena Sofia Ricci potrebbe lasciare Che Dio ci aiuti): «Ammetto di non aver visto Don Matteo. Mi piaceva l’idea di mettere in scena un sacerdote in modo diverso da quello che si vede in tv, un sacerdote vero, che è importante non solo per la crescita spirituale degli altri, anche per chi non ha fede e ha bisogno di esser accolto, di una parola, di un confronto che stimoli una riflessione. Il dubbio è essenziale anche nella fede: ci sono dilemmi che ti abbattono e dilemmi che ti stimolano un approfondimento, sono i dubbi giusti, i dubbi costruttivi cercano risposte».

Attore e regista teatrale, Michele La Ginestra è cresciuto in oratorio, da 20 anni porta in scena un sacerdote nel suo one man show. Insomma il ruolo è la sua seconda pelle. Fede e Fiducia sono i suoi pilastri: «Chi ha fede deve essere sorridente perché ha la certezza di non essere solo. Sa di avere un rapporto con un Dio che non è lontano, ma che si fa chiamare Padre e ci permette di essere tutti fratelli: un messaggio tanto semplice quanto potente».

16 dicembre 2021 (modifica il 17 dicembre 2021 | 07:27)

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