Il grande designer torinese reagisce al remake della sua mitica sportiva, lanciata nel 1971. «Si è lasciato credere che io fossi coinvolto: non è vero. La nuova non mi piace»

Gli appassionati sanno che la Lamborghini Countach (1971) è stata una vettura di svolta nella storia delle auto sportive e che ancora oggi ne influenza l’impostazione. Il suo cinquantesimo compleanno è stato grandemente festeggiato e il geniale progettista, Marcello Gandini, celebrato con onore. Tutto sembrava correre liscio fin quando la Casa di Sant’Agata Bolognese non ha presentato, a metà dell’estate, la «nuova» Countach, che riprende alcuni particolari del mitico originale, pompandoli di ormoni come è ormai d’obbligo.

La reazione di Gandini

E qui è scoppiato l’incidente diplomatico, non tanto perché la LPI 800 non è firmata da Gandini, ma perché il venerabile designer si è sentito tirato per la giacchetta. Nello specifico, da un’intervista video, organizzata da Lamborghini, che sembrava l’ennesimo omaggio per la ricorrenza e invece si è trasformata in uno spot per la nuova creatura. «Vedendo e leggendo quanto comunicato da Automobili Lamborghini e di riflesso dai media in questo periodo — recita una nota diffusa da Gandini — il pubblico potrebbe essere indotto a pensare che vi fosse a monte dell’operazione una messa a parte, un coinvolgimento o finanche una mia benedizione; è opportuno chiarire i fatti e ribadire che non ho partecipato né ero a conoscenza in alcun modo del progetto».

Il nuovo progetto

Marcello Gandini è, da sempre, uomo di pochissime parole e somma modestia. Il fatto che in questi giorni abbia sentito il bisogno di dire che lui con la nuova Countach LPI 800 non c’entra nulla, e far capire che è anche un po’ seccato di come è stato trattato, è senza precedenti. Nel video, che ha fatto ovviamente il giro del mondo, il designer della «nuova» Countach, Mitja Borkert, prima riempie di complimenti Gandini, poi sfodera disegni e un modello in scala di quella che definisce il tentativo di immaginare la Countach mezzo secolo dopo. Un esercizio di stile, sembra dire il chief-designer della Lambo, da consegnare con orgoglio al maestro. Fatto sta che poche settimane dopo una LPI 800 in carne e ossa, pronta per andare in produzione, debuttava al concorso di Pebble Beach — mecca dell’automobilismo d’epoca mondiale — e di questo Gandini non era proprio stato informato. Di qui la sensazione di essere stato usato come uno degli elementi di comunicazione che servono a lanciare il nuovo prodotto.

«Spirito di innovazione e rottura»

La nota di Gandini prende le distanze anche da questo, in modo concettuale ancor prima che estetico. «In qualità di autore e creatore dell’opera originale, il rifacimento non rispecchia il mio spirito e il mio modo di vedere – si legge nel duro comunicato -. Uno spirito di innovazione e rottura degli schemi, a mio avviso, totalmente assente nel remake. Ho costruito la mia identità di designer, in particolare per ciò che riguarda l’ambito delle supercar che ho creato per Lamborghini, su un concetto unico: ogni nuovo modello doveva essere completamente diverso rispetto al precedente. Il coraggio, la capacità di creare rottura senza attaccarsi al successo dell’auto precedente, la sicurezza nel non voler cedere all’abitudine sono stati l’essenza stessa del mio lavoro. È chiaro che mercati e marketing sono cambiati molto da allora, ma per quanto mi riguarda, ripetere un modello del passato rappresenta la negazione dei principi fondanti del mio DNA di car designer».

La replica di Lamborghini

La replica di Automobili Lamborghini è arrivata oggi: il comunicato di Sant’Agata Bolognese precisa che «l’omaggio a una delle auto più iconiche della nostra storia è frutto del sapiente lavoro del team del Centro Stile e del Dipartimento di R&D di Lamborghini». Ma sostiene anche che Gandini, pur non coinvolto direttamente, fosse stato informato della messa in produzione della «nuova» Countach. Proprio il contrario di ciò che dice il grande stilista.

25 ottobre 2021 (modifica il 25 ottobre 2021 | 19:26)

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