Urso: “Importante lo sviluppo della tecnologia nucleare nel Paese con le imprese italiane”

Piena sintonia tra Italia e Romania sugli argomenti più importanti in Europa, sul piano industriale e ambientale. È quanto emerso dalla missione in Romania del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha incontrato a Bucarest il Primo ministro romeno Nicolae Ciuca, il Ministro dell’economia Florin Spătaru e il Ministro dell’ambiente Barna Tanczos. Riunioni in cui è stata evidenziata la comune visione sulla necessità di una politica industriale europea assertiva e non rinunciataria, con una chiara visione a tutela del lavoro e dell’impresa europea, a partire dalle decisioni che dovranno essere prese sui dossier che saranno oggetto del prossimo Consiglio Competitività del 22 maggio.

Nel corso della missione, il ministro Urso ha inoltre incontrato il Presidente di Nuclearelectrica, Teodor Chirica, per esaminare i dossier riguardanti le aziende italiane impegnate nel settore del nucleare in Romania.

Il ministro ha espresso il proprio compiacimento riguardo per la recente firma del contratto tra Ansaldo Nucleare e SNC Lavalin per l’estensione della vita operativa dell’Unità 1 dell’impianto nucleare di Cernavoda.

L’estensione della vita dell’Unità 1 è fondamentale per garantire che l’impianto continui a contribuire alla produzione di energia elettrica per il Paese, in quanto questa unità soddisfa il 10% del fabbisogno di energia elettrica romena, contribuendo sostanzialmente all’abbattimento di CO2 del settore.

Urso ha evidenziato come l’esperienza maturata in passato e la positiva partnership strategica con tutti i player coinvolti, ponga Ansaldo Nucleare, Gruppo di eccellenza in questo campo, in una posizione privilegiata anche per quanto riguarda i progetti futuri in Romania sul nucleare, tra cui la realizzazione delle unità 3 e 4 della centrale di Cernavoda.

“La via italiana del nucleare in Romania può diventare un modello. Il nostro Paese può vantare di eccellenze internazionali nel settore del nucleare e della ricerca su questo fronte. Vanno in tal senso le partnership che le nostre aziende stanno portando avanti all’estero, come quella di Ansaldo Nucleare in Romania. Vogliamo sostenere questo processo virtuoso, aiutando le imprese del nostro Paese a sviluppare sinergie ed essere sempre più competitive a livello globale” ha dichiarato il ministro Urso. “La presenza di Ansaldo Nucleare garantisce non solo l’eccellenza della nostra industria, ma permette ad una intera filiera italiana specializzata nel settore di offrire le sue migliori risorse anche a beneficio dell’amica Romania. I progetti di Cernavoda sono sostenuti dal Governo italiano in quanto rappresentano un valore aggiunto molto importante per il settore energetico e l’economia dei due Paesi, contribuendo ad incrementare l’interscambio economico tra la Romania e l’Italia” ha concluso il ministro.

L’incontro si è successivamente focalizzato sull’impegno che un’altra eccellenza italiana presente in Romania, il Gruppo Beltrame, sta mettendo in campo per la realizzazione di acciaio green. Il Gruppo sta infatti realizzando uno stabilimento siderurgico green che sarà alimentato attraverso Small Modular Reactors di terza generazione plus e un parco fotovoltaico, che permetteranno la riduzione delle emissioni in fase di produzione e ricadute positive sui costi di realizzazione dell’acciaio.

Urso ha inoltre incontrato i rappresentanti delle principali imprese italiane in Romania, “una grande comunità che ha segnato l’evoluzione produttiva del Paese”, e i rappresentati di categoria del settore automotive romeno, Călin Popescu Tăriceanu, Presidente onorario dell’Associazione dei Produttori e degli Importatori di Automobili ​(APIA) e Dan Vardie – Presidente Esecutivo APIA. La riunione è stata l’occasione per fare il punto sulla politica industriale UE e sui dossier automotive a livello comunitario, come il regolamento sui veicoli leggeri su cui le parti hanno espresso una totale condivisione riguardo la necessità di un approccio volto alla neutralità tecnologica e alla necessità di una transizione ecologica che tenga conto delle esigenze del tessuto produttivo europeo.

 

 

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