L’ultimo rapporto dell’Ipcc, l’International panel on climate change delle Nazioni Unite, è chiaro.

Nell’attuale scenario si va verso un riscaldamento della temperatura media terrestre di quasi 3° Celsius entro fine secolo rispetto all’epoca pre-industriale.

Cosa significherebbe per il Pianeta e per chi lo abita (il condizionale è d’obbligo)?

Secondo uno studio internazionale pubblicato da Science, un bambino che oggi ha 7 anni sperimenterebbe il doppio di incendi e cicloni tropicali, 3 volte più inondazioni fluviali, 4 volte più mancati raccolti, 5 volte più siccità e 36 volte più ondate di calore rispetto a chi viveva in condizioni climatiche pre-industriali.

Innalzamento dei mari

Si potrebbe verificare lo scioglimento dei ghiacci della calotta in Antartide e di conseguenza il livello dei mari salirebbe di 0,5 centimetri l’anno entro il 2100 (studi pubblicati su Nature).

Otto delle 10 città più grandi del mondo sono costiere e sono dunque ad altissimo rischio.

Centinaia di milioni di persone sarebbero sfollate dalle proprie case.

Giornate a 50° centigradi

Il numero di giorni estremamente caldi, quando cioè la temperatura supera i 50 gradi centigradi, è raddoppiato a livello mondiale dagli anni Ottanta a oggi. L’ultimo decennio è stato il più caldo della storia, o almeno da quando le temperatura viene misurata, e questo decennio è sulla strada per battere quel record. Ovviamente, la situazione peggiorerà nello scenario +3°.

Quasi 300 milioni di europei, ovvero oltre la metà della popolazione dell’Ue, ogni anno sarebbero esposti a intense ondate di calore, rispetto ai circa 10 milioni colpiti oggi (Commissione europea).

La morte dei coralli

Gli oceani assorbono la maggior parte del calore in eccesso intrappolato nell’atmosfera dai gas serra e, mentre si riscaldano, la fauna marina viene cotta viva.

Le ondate di calore marino minacciano in particolare le barriere coralline e le piante e gli animali che da esse dipendono.

A +3° il 99 per cento della Grande Barriera Corallina dell’Australia, ad esempio, andrà perduto. Morta o crollata (Australian Academy of Science).

Amazzonia = savana

Il futuro appare spaventoso per il polmone verde del pianeta: secondo diversi modelli di previsione, tra il 30% e il 60% della foresta pluviale amazzonica potrebbe diventare una savana (Istituto di Ricerca Spaziale del Brasile).

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