di Alessandra Arachi, Carlotta De Leo

Approvata con 154 voti a favore la richiesta di non esaminare la legge articolo per articolo e procedere a scrutinio segreto. Il testo tornerà in commissione non prima di sei mesi. Pd, M5S e Leu contestano in Aula la decisione di Casellati

Il ddl Zan cade alla prova dell’Aula. Ha funzionato la «tagliola» con voto segreto voluta da Lega e Fratelli d’Italia. Il Senato l’ha approvata con 154 voti a favore, 131 contrari e 2 astenuti. Affossata, quindi, la legge che prevedeva le misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per sesso, genere o disabilità: la discussione su questi temi potrà ripartire in commissione non prima di sei mesi, ma necessariamente si dovrà iniziare da un nuovo testo.

Salvini: sconfitta l’arroganza

«Sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5Stelle che hanno detto no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre» dice il leader della Lega Matteo Salvini. «Cala il sipario su una pessima proposta di legge. Non abbiamo mai cambiato idea: in Senato siamo stati l’unico gruppo interamente presente e unito» rivendica la leader di FdI, Giorgia Meloni . «Quel testo non andava bene: serviva il dialogo e un positivo confronto che qualcuno ha inspiegabilmente rigettato» accusa Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali. «Hanno voluto fermare il futuro e riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà» replica il segretario Pd, Enrico Letta. Anche Simona Malpezzi, presidente senatori Pd commenta il voto : «In questo Paese non esiste una destra moderna e liberale ma una destra che si schiera, tutta, con Orban e i suoi amici. Cosa racconterete ai vostri figli dicendo che avete votato contro una legge che andava a tutelare persone oggetto di crimini d’odio?».«Il ddl Zan è stato spazzato via, nel segreto dell’urna. Vergognoso» commenta il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Zan: colpa di chi ha tradito per seguire i sovranisti

«Non potevamo fare niente contro la tagliola, se non rinviarla per poco. Una forza politica si è sfilata dalla maggioranza solo per un gioco legato alla partita del Quirinale. Chi si è nascosto dietro al voto segreto si assumerà le sue responsabilità davanti allo specchio di casa». Commenta così la decisione del Senato Alessandro Zan deputato del Pd e primo firmatario della legge. E poi aggiunge: «Responsabile di questo voto è chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il ddl. È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare». Zan – sostenuto dalle associazioni per i diritti dei gay, primo tra tutti il Movimento arcobaleno – aveva chiesto a Casellati di non concedere il voto segreto che «avrebbe potuto uccidere la legge» E così è stato, nel segreto del voto.

Renzi: «Responsabilità di Pd e M5S»

Matteo Renzi, assente alla votazione, respinge l’accusa che a far cadere il ddl Zan siano stati senatori di Italia Via: «Per mesi ho chiesto di trovare un accordo per evitare di far fallire il ddl Zan. Hanno voluto lo scontro e queste sono le conseguenze. Chi polemizza sulle assenze dovrebbe fare i conti con i 40 franchi tiratori. La responsabilità di oggi è chiara: e dire che per Pd e Cinque Stelle stavolta era facile, più facile dei tempi di `O Conte o morte´. Non importava conoscere la politica, bastava conoscere l’artitmetica» ha detto ai suoi.

La caccia ai voti mancanti

Dopo lo scrutinio segreto è partita la caccia ai voti mancanti: sulla carta, il centrosinistra avrebbe dovuto avere la meglio, mentre alla fine ha perso per 23 voti di scarto. «Avevamo 149 voti, contati e controllati – fa sapere Loredana De Petris di Leu – Quindi c’è stata una defezione di 18 voti, 16 sono andati al centro destra, 2 astenuti. Le assenze non sono state rilevanti. Il problema è di chi dice una cosa e poi ne fa un’altra». Ammette le defezioni anche Monica Cirinnà del Pd: «Avevamo fatto dei calcoli che si sono rivelati sbagliati. Guardate il pallottoliere e valutate voi». E aggiunge che il testo del ddl Zan «è morto»: «Il regolamento dice che tra sei mesi se ne può presentare un altro diverso sullo stesso tema. Tutto lavoro buttato». «Bisogna chiedere le dimissioni a chi ha gestito questa vicenda – accusa la senatrice dem Valeria Fedeli- Sono sconvolta. Non credo che fosse previsto questo andare a un voto al buio. Mi si diceva sempre che i numeri c’erano, lo ha fatto anche il segretario Letta…».

Casellati dice sì alla tagliola

L’esame del provvedimento – già approvato dalla Camera nel novembre scorso – era stato interrotto il 20 luglio per la pausa estiva. Ma in Senato è finito su un binario morto. Dopo la discussione generale in Aula, la presidente del Senato, Elisabetta Casellati ha dato il via libera alle due richieste di non passaggio all’esame degli articoli del ddl Zan (la cosiddetta «tagliola») e, ha definito «ammissibile» in base ai regolamenti e ai precedenti il voto segreto chiesto dai senatori Calderoli (Lega) e La Russa (FdI). La scelta di Casellati è stata contestata in Aula da Pd, M5S e Leu. A prendere la parola sono stati i senatori Luigi Zanda (Pd), Loredana De Petris (Leu), e Gianluca Perilli (M5S). Casellati ha richiamato i senatori Cinque Stelle Ettore Licheri e Maurizio Santangelo che protestavano. «La mia decisione sul voto ha solide fondamenta di carattere giuridico» ribatte la presidente del Senato.

Calderoli: «Non è una bocciatura»

A chiedere la «tagliola», come detto, sono stati Lega e FdI. «Piuttosto di fare una porcata, e io me ne intendo, preferisco fermarci qui» ha detto il senatore leghista Roberto Calderoli, illustrando la richiesta di andare direttamente al voto finale — evitando l’esame degli emendamenti per ogni singolo articolo — a scrutinio segreto . «Ciascuno possa esprimersi liberamente nel segreto dell’urna – ha aggiunto -. Fermiamoci oggi. Non è una bocciatura di una legge, si può ripartire immediatamente ad esaminare un testo vero, meglio uno stop oggi che un ahimé domani».

Bernini (Forza Italia): il testo tornerà in commissione tra sei mesi

Nelle dichiarazioni di voto sulla «tagliola», la capogruppo Annamaria Bernini ha annunciato il voto di Forza Italia contro il ddl Zan: «Non possiamo firmare cambiali in bianco. Il testo tornerà in commissione tra sei mesi». Per protesta, dopo le parola di Bernini, il deputato di Forza Italia Elio Vito si è dimesso dall’incarico di responsabile Difesa del partito. Ha votato a favore del ddl Zan la senatrice di Forza ItaliaBarbara Masini: «Non sono non sono delusa dal mio partito, mi hanno dato la possibilità di votare in dissenso dal gruppo. I franchi tiratori non sono certo dalla nostra parte, il centro sinistra si deve interrogare».

Faraone (Italia viva): sosterremo la legge fino in fondo

Il presidente dei senatori di Italia viva, Davide Faraone, ha annunciato il voto favorevole del partito al ddl Zan: «Faremo il nostro dovere fino in fondo anche se siamo contrari al muro contro muro – dice in Aula – Auspichiamo che con il nostro voto la legge rimanga dentro il binario». Il senatore Gaetano Quagliariello annuncia il voto contrario al ddl Zan da parte dei sette senatori di «Cambiamo» dentro il gruppo misto.

27 ottobre 2021 (modifica il 28 ottobre 2021 | 08:41)

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