Nell’epoca delle acrobazie globalizzate del Cirque du Soleil, il circo tradizionale non ha vita facile, stretto fra le proteste degli animalisti e un pubblico distratto da mille spettacoli fra cui scegliere. Dopo 16 anni d’assenza, la dinastia dei Togni riporta a Milano (fino al 22 novembre in piazzale Cuoco) l’American Circus, marchio che nasce negli anni Sessanta ad opera di una joint-venture di imprenditori internazionali. I Togni sono impegnati da oltre un secolo nel «cerchio magico» inventato dall’imprenditore americano P.T. Barnum. Oggi differenti rami della famiglia gestiscono attività distinte sotto vari nomi: Lidia Togni, Darix Togni e Florilegio. Rappresentante della generazione nata all’inizio degli anni Sessanta, Flavio Togni, dopo molti anni passati da ammaestratore, è alla guida dell’impresa che ha la sua base operativa a Verona e che in tempi normali è impegnata in tournée europee e con rappresentanze di acrobati e giocolieri che viaggiano in tutto il mondo.

La regole ferree

Flavio TogniFra i primi passi del Circus c’è il debutto a Milano datato 1964 e gli anni di spettacoli alle ex Varesine che molti milanesi ricordano ma anche l’ospitata kolossal del tour Zerolandia del 1979. Nel frattempo c’è stato il tentativo di ripensare una formula a distanza di 150 anni dalle sue origini. «Il circo di oggi è molto diverso da quello del passato — dice Togni, reduce da uno show a lunga tenitura a Mosca — e viene gestito come qualsiasi altra azienda: le regole da rispettare sono ferree, dalle tutele per gli animali a quelle per chi va in scena e ovviamente per chi lavora dietro le quinte». Mentre ci parla Togni osserva le acrobazie dei saltatori ucraini, una squadra di otto atleti fra i 18 e i 25 anni che rappresenta una delle dieci nazionalità presenti nel Circus. Il dietro le quinte comprende fra gli altri gli installatori di una struttura estesa su 20mila metri quadrati e trenta artisti in scena: «Con noi lavorano 120 persone a pieno regime; il circo, quando si muove, è una città viaggiante. Basta immaginarsi che fra le altre incombenze burocratiche dobbiamo noleggiare i binari per un percorso dedicato fra le varie città». Al debutto di pochi giorni fa c’è stato il sold-out con 2.100 presenze, trend che sta proseguendo con il passaparola. «Durante la pandemia il circo e stato fermo nella sua “casa” alla periferia di Verona e i danni economici sono stati rilevanti soprattutto per noi che ci sosteniamo solo sulla biglietteria: questa è la prima data italiana della nuova tournée su cui puntiamo molto». Alle origini della famiglia di circensi negli ultimi decenni dell’800, il marchigiano Aristide, sposato con la cavallerizza Teresa De Bianchi poi via via Enis, Claudio e Daniele fino alla nuova generazione con Adriana e Bruno.

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American Circus, il circo Togni torna a Milano: le foto
La tutela degli animali

Le memorie dell’American Circus — in passato società costituita da famiglie spagnole, italiane, inglesi e americane — sono tante e si legano da quarant’anni al festival internazionale del circo di Montecarlo, agli storici spettacoli sulla Piazza Rossa di Mosca e a premi che ogni anno vengono assegnati nel Principato come Oscar delle arti circensi. Arriva anche San Siro, con il circo davanti allo stadio nel 1985 e nel 1991. Flavio Togni, uomo di schiettezza veneta, affronta il tema degli animalisti anticipando le proteste: «Capita spesso che ci siano dieci o venti persone a protestare all’ingresso; vorrei però ricordare l’esempio più calzante delle nostri policy con gli animali, quello che riguarda le tigri: nascono da quarant’anni all’interno del circo perché mi oppongo all’importazione dall’estero di esemplari adulti; ho dedicato una vita a loro e il rapporto con questi animali è molto diverso da come viene troppo spesso descritto, una realtà che risale a un’altra epoca: invito gli animalisti a visitare il nostro circo». Arriva via mail un inaspettato risvolto della presenza milanese del team Togni. La scrive Saverio, residente in piazzale Cuoco, che ha visto dalle sue finestre le operazioni di allestimento dei tendoni: «Vorrei ringraziare il Circo Americano per lo straordinario lavoro di ripulitura di un’area di Milano altrimenti pressoché dimenticata».

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27 ottobre 2021 | 09:22

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