Il progetto «Gen C» di Ashoka con Agenzia nazionale giovani e il premio Le Economie della Fiducia del Comitato scientifico di Buone Notizie. «Così le esperienze delle nuove generazioni devono diventare motori di cambiamento»
«Di progetti sui giovani ce ne sono mille, in Italia come ovunque, anche molto belli. Il punto è creare una rete affinché tutte queste esperienze non restino isolate tra loro ma siano invece altrettanti punti di partenza per altri. E consentano a queste ragazze e a questi ragazzi di diventare a loro volta leader di cambiamento nel proprio territorio». È questa la sintesi di Alessandro Valera, direttore di Ashoka Italia, nel presentare «Gen C: Generazione Changemaker», promosso da Agenzia nazionale giovani in collaborazione con Ashoka.
Alla call – tuttora aperta – hanno partecipato finora più di 200 giovani: Ashoka ne ha selezionati undici e tra questi il comitato scientifico di Buone notizia ha individuato tre che coprono gli ambiti più diversi, dall’informazione al territorio all’intelligenza artificiale. Loro riceveranno il riconoscimento «Le Economie della Fiducia» (giovedì 28 ottobre, durante Civil Week Lab) del Comitato Scientifico di Bn. Il Comitato ha voluto assegnare anche una menzione speciale extra al più giovane tra i partecipanti, il 17enne leccese Francesco Tortorelli, che alla testa di alcuni compagni ha inventato «Ecoisti», startup di classe nata con l’ambizione di coinvolgere gli studenti, direttamente, nella lotta contro l’inquinamento.
Vale la pena leggere, senza commenti, ciò che questo giovanissimo aveva scritto di sé e del suo progetto inviandone la presentazione: «Le nostre azioni puntano alla sensibilizzazione di adulti (principalmente) e studenti sul tema del rispetto ambientale. Abbiamo inoltre organizzato numerose giornate per la pulizia, che abbiamo chiamato “Salento eco-day”, e abbiamo intenzione di raccogliere numerose figure green in ambito commerciale premiando le più attive». Sono partiti in quattro compagni di classe e in poco tempo hanno creato una intera rete di scuole, comuni, piccoli finanziatori a copertura di tutta la provincia. «Ci auguriamo che la nostra esperienza – è la chiusura di Francesco – possa essere di ispirazione a qualcuno aiutandolo nella crescita del suo progetto, per il cambiamento del territorio salentino».
In effetti non ci sono parole più efficaci per spiegare in cosa consiste il progetto «Gen C: Generazione Changemaker» che sta a monte delle premiazioni in programma per giovedì: le quali a loro volta, rispetto al progetto che ha una sua autonomia e si concluderà il primo dicembre, rappresentano un passo di sensibilizzazione ulteriore. Insiste la direttrice dell’Agenzia Giovani Lucia Abbinante: «Ci sono tante ragazze e tanti ragazzi che, ogni giorno, si impegnano per cambiare il mondo, mettendo le proprie competenze al servizio dei territori. Con “Gen C” vogliamo dare voce a questa generazione e creare una grande comunità di changemakers, giovani promotori di cambiamento sociale».
L’iniziativa è articolata in due fasi: la prima per raccogliere dati e informazioni sull’innovazione e il protagonismo delle nuove generazioni in Italia, la seconda per far nascere e crescere una comunità di «Young Changemakers», fatta di 13-25enni col sostegno di mèntori 25-35enni, che saranno incoraggiati a promuovere anche a livello europeo le loro esperienze, al fine di generare un effetto moltiplicatore tra pari e sul territorio.
Fra gli undici progetti selezionati, oltre a quelli premiati, c’è di tutto. Solo per aggiungere altri esempi a quelli menzionati: il laboratorio «Ri-costituente» in cui studenti di tutta Italia stanno mettendo a punto la futura «Costituzione del 2050»; oppure «Vezua», una piattaforma commerciale che attraverso un algoritmo promuove acquisti di prodotti più sostenibili di altri, con la possibilità di reinvestire gli utili in foreste; oppure l’associazione «Animenta», creata da giovani con disturbi del comportamento alimentare.
«Le persone che nel mondo sono motori dei cambiamenti più profondi – sottolinea Valera – hanno quasi sempre meno di vent’anni. E a chi dice che in Italia è tutto più difficile, e magari cita l’esempio di Greta aggiungendo “eh, ma in Svezia è un’altra cosa”, noi replichiamo con i tanti casi concreti che hanno risposto alla nostra call. I changemaker ci sono anche in Italia, vanno trovati e messi in rete. Far sentire la loro voce è il passo necessario affinché altri, sempre di più, facciano sentire la propria».
26 ottobre 2021 (modifica il 27 ottobre 2021 | 21:08)
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