di Luca Iaccarino

La Guida Michelin ha attribuito al locale di via Cenischia fondato dalla famiglia Rota il simbolo del Bib Gourmand che indica quei luoghi che offrono «una piacevole esperienza gastronomica, con un menu completo a meno di 35 euro»

Giovedì, finalmente, la Guida Michelin (che assegnerà le stelle martedì sera) ha attribuito il simbolo del Bib Gourmand all’Osteria Antiche Sere di Torino. Il «Bib» — cioè il logo con la faccina di Bibendum, l’omino di pneumatici — indica locali che offrano «una piacevole esperienza gastronomica, con un menu completo a meno di 35 euro».

Di fatto, spesso coincide con le «Chiocciole» attribuite dalla guida Osterie d’Italia di Slow Food: indirizzi di cucina regionale, buoni, accoglienti e accessibili. «Dai, meglio tardi che mai», ho pensato: per i torinesi, e per chi scrive, l’Osteria Antiche Sere è una delle migliori trattorie di Torino da più di trent’anni, cioè da quando è stata fondata dalla famiglia Rota.

Per molti di noi golosi l’Osteria è il posto perfetto. Ma perché? Ci ho pensato tanto, negli ultimi giorni, e sono giunto a distillare sette punti.

1) È un locale a gestione familiare: prima in cucina c’era la mamma, in sala aiutava anche il papà, poi ai fornelli è arrivato il figlio Daniele, in sala la colonna è sempre stata la sorella Antonella con la moglie (di Daniele) Klaudia. Dove c’è una gestione familiare che funziona (cioè che riesce a comporre i conflitti inevitabili tra parenti) è più facile che tornino i conti, che si remi nella stessa direzione, che si tenga al locale, che è di ognuno.

2) Il calore del servizio: l’accoglienza di Antonella, Klaudia e delle altre signore in sala è proverbiale. Sono sempre più convinto che a rendere piacevole un indirizzo sia persino più la sala che la cucina.

3) Un cuoco che per decenni ripete il suo gesto senza annoiarsi, anzi, con quel pizzico di insoddisfazione che ti spinge ogni giorno a provare a fare meglio del precedente.

4) La buona, vecchia cucina piemontese (e i buoni vecchi prodotti piemontesi): senza tajarin ai fegatini e acciughe al verde, senza vitello tonnato e salame di Turgia, le Antiche Sere non sarebbero loro.

5) Il contenitore: una deliziosa casa di Torino, tenuta con il garbo di chi riceve (vedi alla voce: gestione familiare).

6) L’aver tenuto i numeri bassi: 40 coperti, più o meno, un servizio al giorno e stop. Dunque massimo controllo, massima qualità.

7) Il prezzo: nella fascia media che la classe media può permettersi senza troppi pensieri. L’Osteria Antiche Sere ha un solo difetto: è sempre sold out (ben prima che arrivasse Bibendum).

Che ci possono fare? Niente. Chi invece può intervenire sono gli altri ristoratori: seguite i punti tracciati dai Rota, e diventerete adorabili come il locale di via Cenischia. E noi clienti, promettiamo, verremo da tutti.

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21 novembre 2021 (modifica il 21 novembre 2021 | 12:33)

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