di Arianna Ascione

Brandon Flowers, leader della band di Las Vegas: c’è ancora tanta bellezza nelle piccole città

Uno spacciatore disperato dopo essere stato fermato dalla polizia, un ragazzo gay che medita il suicidio, voci e volti della provincia americana i cui abitanti spesso vengono dimenticati. A distanza di appena un anno dall’acclamato Imploding The Mirage è tornato il rock dei Killers con un album intenso e nostalgico, Pressure Machine, in cui il frontman Brandon Flowers racconta le storie delle persone che hanno avuto un impatto sulla sua crescita.

È un viaggio disincantato nell’America più profonda attraverso i ricordi del cantante, che è tornato con la mente a quando si trasferì con la sua famiglia da Las Vegas, città che non dorme mai, a Nephi, piccola comunità nel cuore dello Utah. A dieci anni si ritrovò catapultato «nel mezzo del nulla», tra una fabbrica di gomma, i campi di grano e le West Hills, accanto a coetanei che nel tempo libero prendevano lezioni di rodeo: «Era una cosa che non faceva certo parte della nostra vita quotidiana a Las Vegas — commenta —. I miei amici poi amavano il country, mentre io ascoltavo band come New Order, Pet Shop Boys, The Smiths. Sono entrato in contatto con tutte queste cose nuove e per me all’inizio è stato una specie di shock culturale». Quella stessa sensazione di spaesamento e isolamento Flowers l’ha provata di nuovo nel silenzio della pandemia, dopo che nel 2020 l’avvento del Covid-19 ha annullato ogni programma della band.

Si sono così risvegliate in lui le memorie della sua infanzia e adolescenza vissute nel sud-ovest americano: «Per un sacco di tempo ho voluto scappare dal posto in cui ho vissuto i miei anni formativi. Poi, quattro anni fa, sono tornato a vivere in Utah e quando quel mondo è tornato nella mia vita mi ha colto la nostalgia. Mi ha sorpreso la quantità di emozioni che il mio ritorno mi ha suscitato».

Traccia dopo traccia in Pressure Machine emergono la pressione del sogno americano e le dure battaglie affrontate da alcuni abitanti di Nephi, storie comuni a molte cittadine di provincia americane. Flowers canta anche delle scelte che le persone fanno, nel bene e nel male, e delle loro conseguenze: «Ho voluto rendere giustizia alle vite della piccola città in cui sono cresciuto, e spero di esserci riuscito». Il disco si apre con West Hills, in cui si parla — attraverso la vicenda di un pusher che, arrestato, si toglie la vita per non andare in prigione — della piaga della dipendenza da oppioidi, che «negli Stati Uniti è ancora un grosso problema, abbiamo visto più morti per overdose nel 2020 rispetto a qualsiasi altro anno». Il brano Terrible Thing invece tratta di una giovane vittima di omofobia: «Dopo molti anni ho scoperto che tante persone che ho incrociato ai tempi della scuola erano gay. Hanno mantenuto a lungo il segreto, in una cittadina così religiosa. Ho empatizzato con loro molto di più quando sono cresciuto, ho lavorato sui miei pregiudizi per provare a diventare una persona migliore. Per questo ho scritto quella canzone».

Nonostante i toni cupi, l’album Pressure Machine si chiude con The Getting By , un brano che si apre alla speranza: «Nell’ultima traccia parlo della parte positiva dell’american dream: c’è ancora tanta bellezza nelle piccole città e ci sono le persone che mantengono intatte le tradizioni e i valori. In questo senso spero che rimanga tutto così com’è».

5 ottobre 2021 (modifica il 5 ottobre 2021 | 21:50)

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