di Barbara Visentin

Il conduttore è stato ritenuto colpevole in seguito ai contenuti di un’intervista pubblicata nel 2017

Giancarlo Magalli è stato condannato per diffamazione aggravata nei confronti di Adriana Volpe: il conduttore televisivo dovrà risarcire la collega, ex compagna di trasmissione a «I fatti vostri» con cui i rapporti sono notoriamente difficili, dopo la denuncia per un’intervista del 2017, rilasciata alla rivista «Chi». Secondo quanto stabilito dal Tribunale di Milano, Magalli dovrà risarcire i danni patiti dalla parte civile Adriana Volpe – assistita dagli avvocati Michele Briamonte, Nicola Menardo e Stefania Nubile dello Studio Grande Stevens – liquidati in via di provvisionale in 25.000 euro e pagare 14.000 euro di multa.

Il post di Magalli

Il presentatore, su Facebook, ha subito commentato,

senza abbassare i toni: «Dato che tra 5…4…3…2…1 la Volpe inonderà il web di comunicati stampa riguardanti la mia condanna esemplare per un’intervista in cui io parlavo del Me Too e NON la nominavo affatto, volevo anticiparla specificando che il giudice mi ha dato una multa (che non devo nemmeno pagare) una provvisionale (che non devo pagare) e le spese legali (che pagherò). Questo prima che dica che sono stato condannato all’ergastolo o a 10 milioni di risarcimento. Per inciso nella causa eravamo imputati io, il giornalista che mi aveva fatto l’intervista ed aveva cercato di farmi parlare della Volpe (assolto) ed il direttore responsabile del giornale che l’aveva pubblicata. Per lui la querela è stata ritirata. E di chi parliamo? Ma di Alfonso Signorini che casualmente è quello con cui da allora Adriana lavora. Coincidenze, eh…»

La replica di Adriana Volpe

All’Adnkronos Adriana Volpe ha affidato la sua dura replica dopo la sentenza: «Caro Magalli, i giornali leggendo il tuo post hanno subito riportato titoli come “Magalli deve pagare solo una multa”, “Sono stato multato”. No Giancarlo sei stato condannato!», ha detto la conduttrice e opinionista del GfVip. «Ieri il tribunale di Milano ti ha condannato per il reato di diffamazione aggravata. All’uscita invece di chiedermi scusa sei corso fuori a scrivere un post su Facebook tentando di distorcere e sminuire questa sentenza che invece ha una portata e peso straordinari. Hai scritto cose false e come sempre screditanti». «Giancarlo – dice ancora la Volpe – con le tue azioni hai cambiato il corso della mia vita lavorativa ma forse non sai che sei riuscito a tirare fuori una forza che neppure io sapevo di avere, l’ho tirata fuori per rispondere ai tuoi insulti, alle gravi allusioni e alle cattiverie gratuite che hai detto e scritto».

Volpe e la denuncia

La vicenda riguarda un’intervista del 22 novembre 2017 al settimanale «Chi» in cui Magalli, fra le varie cose, parlò del movimento #metoo, del caso Brizzi e di Weinstein, senza fare riferimento diretto ad Adriana Volpe. La collega, tuttavia, ritenne che alcuni passaggi alludessero a lei direttamente e lo querelò. I due, d’altra parte, erano pubblicamente ai ferri corti, come si era visto anche durante una sfuriata di Magalli che in diretta a «I fatti vostri» aveva chiamato la collega «una rompipalle». «Lavorare con Giancarlo è stato molto difficile – aveva detto qualche mese fa Volpe in un’intervista al Corriere, parlando della denuncia -. In me rimane la voglia di un senso di giustizia che mi aspetto. Non mollo: non lo faccio per me, che ho preso un mio percorso, ma per chi arriverà dopo. Investo tempo, energie e anche soldi per la tutela del lavoro: non è possibile che se uno alza il dito per segnalare una questione seria non solo non venga ascoltato ma addirittura zittito e messo in disparte. Che si tratti di uomini o donne, non cambia»

17 dicembre 2021 (modifica il 17 dicembre 2021 | 12:45)

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