di Paolo Valentino

All’Ambiente Habeck con deleghe rafforzate. La «coalizione semaforo» quasi pronta per governare: l’investitura potrebbe essere attorno al 6 dicembre

Non è diventata la prima cancelliera verde, ma diventerà la prima ministra degli Esteri in Germania. Sarà Annalena Baerbock a guidare la diplomazia tedesca, nel prossimo governo guidato da Olaf Scholz. Con il negoziato tra socialdemocratici, Verdi e liberali ormai prossimo alla conclusione, prende forma la cosiddetta coalizione del semaforo, giallo-rosso-verde. E nonostante Spd, Grünen e Fdp abbiano cercato di non alimentare il gossip politico del toto-nomine, la lista dei probabili ministri è quasi completata, almeno per le posizioni apicali.

Fonti che sono a conoscenza della trattativa anticipano che il futuro cancelliere manterrà la promessa elettorale di avere in squadra un numero eguale di donne e uomini. Il nodo centrale del lungo negoziato, cioè chi andrà al posto di ministro delle Finanze, è stato sciolto in favore del leader liberale Christian Lindner, fautore del rigore nei conti e del ritorno all’austerità di bilancio, in Germania e in Europa, una volta finita l’emergenza pandemica.

Ma anche lui dovrà tener conto del nuovo Zeitgeist e soprattutto dell’impegno del governo in fieri a investire al ritmo di 50 miliardi di euro l’anno nella digitalizzazione e nell’agenda climatica. In quello che è sembrato un segnale, Lindner ha definito «semplicistica» la definizione di «falco» che gli è stata attaccata addosso, ricordando che i liberali della sua Fdp, pur essendo all’opposizione, hanno votato in favore del Next Generation Eu al Bundestag.

Se ha perso la battaglia delle Finanze, il co-presidente dei Verdi Robert Habeck potrà consolarsi con un super ministero su misura per lui: avrà infatti l’Ambiente, con in più la competenza dell’Energia che a oggi era parte del dicastero dell’Economia. Le fonti dicono che Habeck sarà anche vicecancelliere, a conferma che — dopo la deludente performance di Baerbock in campagna elettorale — è lui ora il frontman dei Verdi.

Il ministero dell’Economia andrebbe invece all’attuale responsabile dell’Ambiente, la socialdemocratica Svenja Schultze.

A un’altra donna della Spd, la ministra della Giustizia uscente Christine Lambrecht, andrà il delicatissimo dicastero degli Interni, incluso il portafoglio dell’Immigrazione. Anche lei sarà la prima donna ad aver mai occupato l’incarico.

La deputata Klara Geywitz, che corse senza successo con Olaf Scholz per la presidenza della Spd nel 2019, sarà la nuova ministra per la Ricerca e l’Educazione. Sempre fra i socialdemocratici, manterrebbe il Lavoro Hubertus Heil, molto apprezzato durante la pandemia per il massiccio programma contro la disoccupazione. Nel posto cruciale di ministro della Cancelleria andrà Wolfgang Schmidt, fedelissimo di Scholz e suo vice alle Finanze nel governo uscente.

Ai Verdi toccheranno ancora i ministeri dell’Agricoltura, dei Trasporti e degli aiuti allo Sviluppo. Per il primo il nome che circola è quello di Steffi Lemke, mentre l’Agricoltura andrebbe a Toni Hofreiter, leader della sinistra e attuale co-presidente del gruppo parlamentare.

Allo Sviluppo approderebbe l’altra leader della «Fraktion» verde al Bundestag, Katrin Göring-Eckardt, storica esponente dei Realos, l’ala pragmatica e realista del partito. Il suo nome però è in ballo anche per il dicastero Famiglia, Donne e Giovani.

Tre gli altri ministeri importanti per i liberali: la Difesa, che andrebbe a Marie-Agnes Strack-Zimmermann, e la Giustizia, dove il nome è quello di Volker Wissing, 51 anni, segretario generale della Fdp, l’uomo che ha gestito il negoziato di governo.

Infine, la Salute, incarico diventato strategico con la pandemia e che dovrebbe andare a Michael Theurer, deputato e leader della Fdp nel Baden-Württemberg.

Olaf Scholz dovrebbe diventare il nono cancelliere federale il 6 dicembre o comunque in uno dei giorni successivi. L’atmosfera sembra di grande concordia: «Cresce insieme quello che abbiamo in comune», ha detto Scholz citando Willy Brandt.

Ma l’esordio della futura coalizione fa già discutere: la Germania stenta a controllare la quarta ondata della pandemia e non si vede al momento alcun piano di azione del futuro governo. Come ha notato der Spiegel, nessuno dei 22 gruppi di lavoro in cui si è articolata la trattativa aveva la pandemia come tema esclusivo.

21 novembre 2021 (modifica il 21 novembre 2021 | 23:22)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Source

0
Inserisci un commento.x