A partire dal 2022 Oculus Quest 2 si chiamerà Meta Quest e conterrà le Meta App. Detto altrimenti, il brand Oculus sparirà. L’applicativo che forse è più interessante è Horizon Workrooms, lanciato in agosto, che vuole essere una nuova piattaforma per fare smart working in VR. Come ha spiegato Andrew Bosworth, vicepresidente della divisione AR/VR di Facebook, non sarà un servizio di videoconferenza con gli avatar ma vuole essere un nuovo modo di lavorare nel quale si potranno condividere file e progetti, replicare desktop o usarlo come lavagna elettronica. La gestione dello spazio con i controller e quindi l’interfaccia è forse l’aspetto più critico del progetto insieme a quello legato alla produzione di contenuti da parte dei concorrenti o di sviluppatori indipendenti.

Meno immaginifica, più concreta nelle applicazione ma non meno complicata è invece la sfida di Project Aria: niente visore chiusi su mondi sintetici ma occhiali “normali” capace di inviare e ricevere informazioni dal web, registrare video, scattare foto e accedere a ologrammi e artefatti digitali. Di concreto Facebook ha lanciato i Ray-ban Stories con Essilor Luxottica che si limitano però all’aspetto social (video e foto). Esistono però altre esperienze di smart glass.

La più convincente è la piattaforma Windows Mixed Reality (prima chiamata Windows Holographic). In particolare, nel corso dell’evento, sono stati annunciati due progetti per l’evoluzione del metaverso: Dynamics 365 Connected Spaces e Mesh per Microsoft Teams. La prima soluzione, ora in anteprima, fornisce “una nuova prospettiva sul modo in cui le persone si muovono e interagiscono con gli spazi e su come gestiscono la salute e la sicurezza in un ambiente di lavoro ibrido”.

Il secondo, invece, è una modalità di “comunicazione collaborativa che rende la presenza umana l’ultima frontiera della connessione. Grazie a questa piattaforma, tutti i partecipanti in una riunione possono essere presenti attraverso avatar personalizzati e spazi immersivi a cui si può accedere da qualsiasi dispositivo, senza bisogno di attrezzature speciali”.

Ma nonostante i numerosi smart glasses in circolazione manca un ecosistema di riferimento di applicazioni. Facebook ha lanciato la sua candidatura. Per ora di concreto c’è solo quello.

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