Ci sono tutte: da Google a Meta, da Microsoft a TikTok. Tutte le aziende tech firmatarie del Codice di buone pratiche sulla disinformazione europeo, hanno pubblicato per la prima volta informazioni e dati sul modo in cui affrontano fake news e interferenze straniere. Tutte, ma non Twitter. La piattaforma di Elon Musk è l’unica azienda tecnologica a fornire un rapporto incompleto, a corto di dati e senza informazioni sul suo piano di collaborazione con i fact-checker. “Sono delusa – dichiara la vicepresidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza Věra Jourová – nel vedere che il report di Twitter è in ritardo rispetto agli altri -. Mi aspetto un impegno più serio nel rispettaere gli obblighi derivanti dal Codice”.

Cos’è il Centro per la trasparenza

Il nuovo centro per la trasparenza garantirà la visibilità e il rendiconto delle strategie messe in atto dai firmatari per combattere la disinformazione, e l’attuazione degli impegni assunti nell’ambito del codice di nuove pratiche, mettendo a disposizione di cittadini, ricercatori e Ong dell’Ue una banca dati per accedere alle informazioni online e scaricarle.

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Con la pubblicazione dei report per la prima volta le piattaforme forniscono informazioni e dati iniziali esaustivi, come il valore degli introiti pubblicitari che si è evitato arrivasse agli attori della disinformazione; il numero o il valore degli annunci politici accettati ed etichettati o respinti; i casi di comportamenti manipolatori rilevati (ossia creazione e utilizzo di account fasulli); e informazioni sull’impatto della verifica dei fatti, anche a livello degli Stati membri.

L’adesione al Codice sulla disinformazione

L’adesione al codice è volontario. Ma, conformandosi, le società di social media possono alleggerire alcuni dei loro obblighi di conformità al Digital Services Act ed evitare multe fino al 6% dei loro ricavi globali se non rispettano gli standard. Le Big Tech con oltre 45 milioni di utenti nell’Ue inizieranno ad affrontare le indagini entro settembre 2023 e anche Twitter rientrerà in questo passaggio.

Tutti i firmatari hanno presentato le loro relazioni in tempo utile, utilizzando un modello di relazione armonizzato concordato che contempla tutti gli impegni e le misure sottoscritti.

“Ciò tuttavia – si legge nel comunicato della Commissione Ue – non vale pienamente per Twitter, la cui relazione è carente di dati e priva di informazioni sull’impegno a conferire maggiori poteri alla comunità di verificatori dei fatti”.

Jourová: “La sfida alla disinformazione russa”

“La pubblicazione delle prime relazioni derivanti dal rinnovato codice contro la disinformazione è una tappa importante in questa lotta e sono lieta di riscontrare l’impegno della maggior parte dei firmatari, grandi e piccoli – ha detto Věra Jourová, Vp per i Valori e la trasparenza –. Mi fa piacere vedere per la prima volta la rendicontazione a livello di paese, ma occorre fare di più per fornire ai ricercatori l’accesso ai dati. Occorre maggiore trasparenza e non possiamo fare affidamento sulle sole piattaforme online per la qualità delle informazioni, che devono essere verificabili in modo indipendente. Mi rincresce constatare che la relazione di Twitter…

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