Prendere decisioni strategiche per il futuro prossimo della propria azienda è un compito che la pandemia ha ulteriormente reso complicato. Mettiamoci nei panni di un amministratore delegato alle prese con il processo di trasformazione digitale e la necessità di velocizzarne l’adozione proprio per rispondere ai cambiamenti imposti dal prolungato stato di emergenza. A quali tecnologie è più utile destinare gli investimenti con l’imperativo di trovare percorsi più diretti per connettersi con i clienti senza perdere di vista margini e flussi di cassa?
Parola d’ordine «resilienza»
A questa domanda hanno provato a rispondere (ancora prima che deflagrasse la variante Omicron) gli esperti di Gartner, tratteggiando una dozzina di tendenze ritenute dei veri e propri moltiplicatori dell’innovazione nei prossimi tre-cinque anni e raggruppandole in tre distinti cluster. Il primo è la fiducia, a cui vanno indirizzati gli strumenti per assicurare all’azienda un’infrastruttura It più resiliente ed efficiente per gestire i dati in ambienti cloud e non cloud. Il secondo è il cambiamento, da affrontare attraverso nuove tecnologie con cui scalare e accelerare l’automazione delle attività aziendali e la digitalizzazione dell’intera organizzazione, processi decisionali inclusi. Il terzo è la crescita del business, da sostenere massimizzando la creazione di valore e il miglioramento delle capacità digitali. Ecco, in ordine sparso, alcune delle tendenze tecnologiche strategiche per il 2022. E perché sono preziose.
Architetture componibili
In gergo tecnico gli addetti ai lavori la chiamano «data fabric» e si tratta in poche parole di un’architettura per i dati con le peculiarità di essere adattabile, flessibile e sicura. Per molti versi, è un nuovo approccio strategico alle operazioni di storage di classe enterprise, che consente di sfruttare al massimo le risorse in cloud, i sistemi «core» e i dispositivi edge e IoT. Il vantaggio? Fornire un’integrazione flessibile e resiliente delle fonti dati attraverso le piattaforme (e gli utenti) aziendali, rendendo le informazioni disponibili ovunque sia necessario, indipendentemente da dove queste vivono e risiedono.
E là dove entrano in gioco le tecnologie di analytics, ecco che una «data fabric» può aiutare gli It manager a utilizzare e modificare i dati risparmiando fino al 70% sugli oneri di gestione. I vantaggi di un’architettura componibile che integra servizi distribuiti e disparati si possono cogliere anche in termini di sicurezza. L’applicazione di sistemi «Cybersecurity Mesh» sarà lo strumento che permetterà a soluzioni stand-alone di lavorare insieme per migliorare il livello di protezione complessivo, velocizzando la verifica di parametri chiave come identità, contesto e compliance.
Piattaforme cloud-native e applicazioni componibili
Costruire nuove architetture applicative – resilienti, elastiche e agili – per rispondere meglio al rapido cambiamento abilitato dalla trasformazione digitale: è uno dei «mantra» che gli It manager sono chiamati a osservare e le piattaforme cloud native sono la risposta tecnologica a questa esigenza. L’obiettivo finale è quello di superare i limiti del tradizionale approccio «lift-and-shift» al cloud, che permette di spostare un’applicazione con i propri dati associati dal data center on premise alla nuvola senza doverla riprogettare ex novo. Un’altra tendenza che snellirà secondo gli esperti il…