“La nostra industria della tecnologia pulita è innovativa e competitiva. Ora si tratta di mantenere il nostro vantaggio. Ho presentato il nostro piano industriale Green Deal che combina regole favorevoli, finanziamenti, competenze e una politica commerciale attiva. I leader hanno dato il via libera, quindi presenteremo proposte entro il Consiglio europeo di marzo“. Così Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, sintetizza in un tweet gli esiti del vertice Ue straordinario che si è svolto tra ieri sera e stanotte a Bruxelles per discutere principalmente di due temi: il mantenimento della competitività industriale dell’Ue a livello globale e la gestione comune delle migrazioni.

Il piano europeo per il cleantech

I 27 capi di Stato e di Governo dell’Unione europea sono stati messi ufficialmente al corrente e hanno discusso dei contenuti individuati dalla Commissione Ue per puntare sull’industria green, che si basa su quattro pillar: mettere a punto un quadro normativo per l’industria a zero emissioni, creare un sistema di finanziamenti a breve e lungo termine, stringere accordi commerciali per ottenere le materie prime e spingere sullo sviluppo di competenze “green”. Il piano rappresenta la risposta europea alle strategie di Usa e Cina, impegnate a recuperare il terreno perduto e a insidiare la leadership europea nel settore del cleantech.

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A fine marzo l’ufficializzazione del piano

Secondo quanto annunciato da Ursula von der Leyen durante il vertice, il piano sarà ufficializzato e sottoposto ai Paesi membri attorno alla metà di marzo. Al centro ci sarà il “Net-Zero Industry Act”, vale a dire una serie di norme che fisseranno obiettivi vincolanti con scadenza 2030 per le tecnologie chiave, un po’ come è già successo per il Chips Act, la strategia europea per spingere sulla produzione di semiconduttori.

Tra le tecnologie più importanti compariranno le batterie, l’eolico, le pompe di calore, l’energia solare, gli elettrolizzatori per l’idrogeno rinnovabile, oltre che gli strumenti per catturare e stoccare il carbonio.

Il nodo degli aiuti di Stato

Durante la discussione su come finanziare il piano Francia e Germania hanno fatto fronte comune chiedendo di alleggerire le norme sugli aiuti di Stato per rendere più rapidi gli interventi, mentre altri Paesi, tra i quali l’Italia, preferiscono puntare sulla creazione di un Fondo sovrano per l’industria, tema che però dovrebbe arrivare sul tavolo di Bruxelles non prima dell’estate, e riguardare tecnologie pulite, informatica, biotech e biomanifattura.

Le preoccupazioni emerse dagli interventi di diversi Paesi riguardano il fatto che allentare eccessivamente le norme sugli aiuti di Stato potrebbe causare una frammentazione del mercato unico acuendo i divari tra gli Stati membri. Tanto che nelle conclusioni del vertice compare l’invito alla Commissione “a riferire regolarmente al Consiglio in merito all’impatto di questa politica in materia di aiuti di Stato sul mercato unico nonché sulla competitività globale dell’Ue”.

Quanto infine ai finanziamenti che potrebbero essere mobilitati sul breve e medio periodo per spingere sul cleantech, la presidente della Commissione Ue ha citato i piani “REPowerEu” e “InvestEU”, insieme al Fondo per l’Innovazione.

L’impegno…

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