Raggiungere l’indipedenza tecnologica e la leadership nell’economia digitale. Su questo punto il presidente cinese Xi Jinping ha tenuto alta l’attenzione nel discorso di apertura del 20esimo congresso del Partito Comunista cinese nel quale ha segnalato che il Pil cinese è salito da 54.000 miliardi di yuan a 114.000 miliardi (circa 16.000 miliardi di dollari), pesando per il 18,5% dell’economia mondiale (+7,2%). In questo quadro Xi ha promesso di raddoppiarlo in un decennio, investendo sempre di più nelle tecnologie, soprattutto quelle di ultimissima generazione.

Quasi una risposta ala stime che invece prevedono una brusca frenata: un sondaggio della Reuters pubblicato nei giorni ha rilevato che gli economisti si aspettano che il prodotto interno loro cresca solo del 3,2% quest’anno. Dopo il calo nel 2020, quando il Covid ha colpito per la prima volta il Paese, sarà – si legge nel sondaggio – “la peggiore performance dal 1976”.

Ma la ricetta di Xi per sostenere la crescita è chiara: più investimenti, anche pubblici, nel digitale.

“La Cina deve puntare allo sviluppo di prodotti di qualità elevata, puntando all’hi-tech di alto livello e utilizzando meccanismi di innovazione tecnologica”, ha spiegato Xi.

“Siamo di fronte a cambiamenti epocali che non si vedevano da un secolo e che stanno accelerando in tutto il mondo – ha evidenziato – Si è aperto un nuovo ciclo di rivoluzioni scientifico-tecnologiche e di trasformazioni industriale guidate sempre più dal digitale: si tratta di un cambiamento significativo che avrà impatti anche sugli equilibri internazionali e che offre alla Cina opportunità strategiche”.

I chip settore cruciale per lo sviluppo

Tra i comparti ritenuti strategici, ovviamente, quello dei semiconduttori dove è in corso uno scontro con gli Stati Uniti. Nelle scorse settinane il Dipartimento del Commercio Usa ha introdotto una serie di controlli e restrizioni sulle esportazioni verso la Cina di prodotti per il settore computing e per la fabbricazione di semiconduttori, al fine di proteggere la sicurezza nazionale e gli interessi di politica estera americana.

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Le restrizioni hanno l’obiettivo di limitare la capacità della Cina di ottenere chip informatici di fascia alta, sviluppare e mantenere supercomputer e produrre semiconduttori avanzati.

Xi, su questo fronte, ha ribadito che lo “sviluppo economico è la prima priorità” ma che questo target va raggiunto combinando il potenziamento dei consumi interni e la resilienza delle catene di approvvigionamento: il che vuol dire alimentare l’industria nazionale facendo leva su una supply chain  il più possibile autonoma anche grazie alla disponibilità di terre rare che la Cina può vantare.

Il piano d’azione per l’industria

La Cina già si sta muovendo sulle direttrici evidenziate da Xi nella giornata di apertura del congresso. La settimana scorsa  il governo municipale di Shanghai ha annumciato la strategia per aumentare  la produzione manufatturiera di alto livello con l’obiettuvo, appunto, di raggiungere l’indipendenza tecnologica su tutti i livelli. Tre gli i settori chiave dobve dirottare gli investimenti: intelligenza artificiale, sistemi integrati e biomedicina.

Il nuovo mira ad accelerare la  trasformazione digitale della città, principale centro di produzione di semiconduttori della Cina, aumentando il…

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