Digital Services Act, stretta della Ue sul colosso del fashion Shein

Digital Services Act, stretta della Ue sul colosso del fashion Shein

La Commissione ha formalmente designato Shein come Very Large Online Platform (Vlop) ai sensi del Digital Services Act (Dsa). Shein è un rivenditore online di moda con una media di oltre 45 milioni di utenti mensili nell’Unione Europea. Questo numero, che Shein ha comunicato alla Commissione, è superiore alla soglia Dsa per la designazione come Vlop.

Gli obblighi di Shein

A seguito della designazione odierna come Vlop, Shein dovrà conformarsi alle norme più stringenti previste dalla Dsa entro quattro mesi dalla sua notifica (ovvero entro la fine di agosto 2024), come l’obbligo di adottare misure specifiche per responsabilizzare e proteggere gli utenti online, compresi i minori, e valutare e mitigare debitamente eventuali rischi sistemici derivanti dai loro servizi.

Più nello specifico, tali ulteriori obblighi comprendono:

Sorveglianza più diligente dei prodotti illegali: Shein deve analizzare diligentemente i rischi sistemici specifici relativi alla diffusione di contenuti e prodotti illegali e dalla progettazione o dal funzionamento del suo servizio e dei suoi sistemi correlati. Le relazioni sulla valutazione del rischio dovranno essere fornite alla Commissione 4 mesi dopo la notifica della designazione formale e successivamente una volta all’anno.

Mitigazione del rischio. Shein deve mettere in atto misure di mitigazione per affrontare i rischi, come la quotazione e la vendita di beni contraffatti, prodotti non sicuri e articoli che violano i diritti di proprietà intellettuale. Queste misure possono includere l’adattamento dei termini di servizio, il miglioramento della progettazione dell’interfaccia utente per una migliore segnalazione e rilevamento di elenchi sospetti, il miglioramento dei processi di moderazione per rimuovere rapidamente articoli illegali e il perfezionamento degli algoritmi per prevenire la promozione e la vendita di beni proibiti.

Rafforzamento dei processi interni. Shein deve rafforzare i propri processi interni, risorse, test, documentazione e supervisione di qualsiasi attività legata all’individuazione dei rischi sistemici.

Misure rafforzate di tutela dei consumatori: i rapporti annuali di valutazione del rischio elaborati da Shein devono valutare specificamente eventuali effetti negativi sulla salute e sulla sicurezza dei consumatori, con particolare attenzione al benessere fisico e mentale degli utenti minorenni. Shein è tenuta a strutturare la propria piattaforma, comprese le interfacce utente, gli algoritmi di raccomandazione e i termini di servizio, per mitigare e prevenire i rischi per la sicurezza e il benessere dei consumatori. È necessario attuare misure per proteggere i consumatori dall’acquisto di beni non sicuri o illegali, con particolare attenzione alla prevenzione della vendita e della distribuzione di prodotti che potrebbero essere dannosi per i minori. Ciò include l’integrazione di solidi sistemi di assicurazione dell’età per limitare l’acquisto di articoli soggetti a limiti di età.

Maggiore trasparenza e responsabilità: Shein deve garantire che le sue valutazioni del rischio e il rispetto di tutti gli obblighi Dsa siano verificati esternamente e in modo indipendente ogni anno. Shein deve pubblicare repository di tutti gli annunci pubblicati sulla sua interfaccia. Shein dovrà dare accesso ai dati disponibili al pubblico ai ricercatori, compresi i ricercatori selezionati designati dai coordinatori dei servizi digitali. Shein deve rispettare i requisiti di trasparenza, inclusa la pubblicazione di rapporti di trasparenza sulle decisioni di moderazione dei contenuti e sulla…

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Banda ultralarga, stop alle corsie preferenziali: negli Usa torna la net neutrality

Banda ultralarga, stop alle corsie preferenziali: negli Usa torna la net neutrality

La Federal Trade Commission ha votato per ripristinare le regole di “neutralità della rete” che impediscono ai fornitori di Internet a banda larga come Comcast e Verizon di favorire alcuni siti e applicazioni rispetto ad altri. La mossa ripristina di fatto un ordine sulla neutralità della rete che la commissione aveva emesso per la prima volta nel 2015 durante l’amministrazione Obama.

Nel 2017, sotto l’allora presidente Donald Trump, la Fcc aveva abrogato quelle regole. La misura è passata con voto 3-2, diviso per partito, con i commissari democratici a favore e i repubblicani contrari.

“Trattare tutto il traffico allo stesso modo”

La neutralità della rete impone ai fornitori di servizi Internet di trattare tutto il traffico allo stesso modo, eliminando qualsiasi incentivo a favorire i partner commerciali o a ostacolare i concorrenti. Il gruppo di interesse pubblico Public Knowledge descrive la neutralità della rete come “il principio secondo cui l’azienda che ti connette a Internet non può controllare ciò che fai su Internet”. Le regole, ad esempio, vietano le pratiche che limitano o bloccano determinati siti o applicazioni, o che riservano velocità più elevate ai servizi o ai clienti disposti a pagare di più.

Banda larga: una necessità

“Nel nostro mondo post-pandemia, sappiamo che la banda larga è una necessità, non un lusso”, ha dichiarato la presidente della Fcc Jessica Rosenworcel in una dichiarazione prima del voto. Sebbene siano passati quasi sette anni da quando la Fcc ha eliminato le precedenti norme sulla neutralità della rete, il loro ripristino non dovrebbe cambiare in modo significativo l’esperienza online degli utenti.

Il direttore legale di Public Knowledge, John Bergmayer, attribuisce questo risultato al fatto che diversi Stati hanno approvato le proprie misure di neutralità della rete prima del 2015, che sono rimaste tutte in vigore quando la Fcc ha invertito la rotta due anni dopo l’elezione di Trump.

“Alcuni dei peggiori eccessi da parte degli internet provider sono stati tenuti sotto controllo dalla supervisione degli Stati”, ha detto Bergmayer. Stati come la California si sono spinti oltre la Fcc, ad esempio vietando una pratica chiamata “zero rating”. In questo caso, ad esempio, un provider di telefonia mobile potrebbe stringere un accordo commerciale per indirizzare gli utenti verso un particolare servizio di streaming azzerando le relative spese per i dati. Secondo Bergmayer, tra gli altri Stati con forti regole di neutralità della rete vi sono Colorado, Maine, Oregon, Vermont e Washington. L’industria delle telecomunicazioni si è opposta alla reintroduzione delle regole federali, come già avvenuto in passato, dichiarandole un esempio di inutile interferenza del governo nelle decisioni commerciali.

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Cellnex riduce il rosso e migliorano i conti di Ei Towers

Cellnex riduce il rosso e migliorano i conti di Ei Towers

Cellnex chiude il primo trimestre con una perdita netta di 39 milioni (91 milioni un anno fa) a fronte di un utile operativo più che raddoppiato a 179 milioni e di un margine operativo lordo adjusted cresciuto del 7% a 778 milioni. I ricavi sono migliorati del 7% a 946 milioni.

Lo riporta una nota del gruppo di infrastrutture per le telecomunicazioni. Il free cash flow è stato positivo per 103 milioni (-139 milioni un anno fa).

Partenza in linea con gli obiettivi

“Tutti gli indicatori chiave, dai ricavi ai flussi di cassa e alle metriche chiave del business relative all’aumento dei punti di presenza nei nostri siti, rifletto una solida partenza dell’anno in linea con gli obiettivi annunciati al Capital Markets Day di Londra dello scorso 5 marzo” ha detto il ceo Marco Patuano.

“Stiamo facendo progressi positivi sulla strategia ‘Next Chapter’ di Cellnex con il raggiungimento prima del previsto del target finanziario più importante riguardante il rating investment grade da parte di S&P prima della target che era fissato per fine 2024″.

Confermata la guidance 2024

Cellnex ha confermato la guidance 2024 che vede ricavi stimati tra 3,85 e 3,95 miliardi, ebitda tra 3,15 e 3,25 miliardi e free cash flow tra 250 e 350 milioni. A marzo il debito finanziario netto ammonta a 17,36 miliardi. Il 75% dell’esposizione è con prestiti a tasso fisso

Ei Towers: risultati operativi in miglioramento

Intanto, nell’esercizio appena trascorso, nonostante il previsto calo dei ricavi verso i broadcaster nazionali a seguito del completamento del processo di Refarming delle frequenze, i risultati operativi di Ei Towers sono risultati in miglioramento rispetto al 2022 grazie al combinato effetto della marcata riduzione del costo di acquisto dell’energia elettrica rispetto ai picchi del precedente esercizio e di azioni di efficientamento post completamento delle attività di Refarming svolte a favore dei clienti. La società chiude con ricavi caratteristici per 272 milioni di euro, Ebitda Adjusted di 159,7 milioni, risultato operativo (Ebit) per 72,4 milioni ed un utile netto di euro 23,2 milioni.

Risultati in linea con le attese

I risultati FY23 nel complesso sono “in linea con le nostre attese”, commenta Intermonte analizzando il caso Ei Towers. “Nonostante il previsto calo dei ricavi verso i broadcaster nazionali a seguito del completamento del processo di Refarming delle frequenze, i risultati operativi sono risultati in miglioramento grazie al combinato effetto della riduzione marcata del costo di acquisto dell’energia elettrica rispetto ai picchi del precedente esercizio e di azioni di efficientamento post completamento delle attività di Refarming svolte a favore dei clienti. L’incremento degli oneri finanziari a seguito dell’andamento dei tassi di mercato non ha impedito un’ulteriore riduzione della leva finanziaria e di rispettare tutti i covenant”.

E aggiunge: “La delicata situazione debitoria in un contesto di elevati tassi di mercato unitamente alla necessità di rifinanziare il debito (in scadenza il 31 maggio 2025) e di rinegoziare per tempo il Msa con Elettronica Industriale (in scadenza al 30 giugno 2025), potrebbe indurre gli azionisti di Eit (F2i 60%/ MFE 40%) a procedere più tempestivamente con la fusione…

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Cloud&AI, Ibm mette sul piatto 6,4 miliardi per HashiCorp

Cloud&AI, Ibm mette sul piatto 6,4 miliardi per HashiCorp

Fatturato in crescita dell’1% nel primo trimestre pari a 14,47 miliardi di dollari per Ibm, poco al di sotto delle previsioni degli analisti, in aumento dell’1% anno su anno.

A trainare il segmento software che vede crescere le revenues del 5% mentre calano quelle da infrastrutture (-1%).

La società ha poi registrato un utile per azione (Eps) di 1,68 dollari, che ha superato la previsione media degli analisti di 1,58 dollari.

L’outlook

Per l’intero anno Ibm prevede che la crescita dei ricavi, depurata dalle fluttuazioni valutarie, si allinei all’obiettivo di crescita a una cifra media. Ma le variazioni dei tassi di cambio potrebbero ridurre la crescita dei ricavi di circa 1,5-2 punti percentuali.

L’acquisizione di HashiCorp

In occasione della presentazione dei conti, Ibm ha annunciato di aver firmato l’accordo definitivo per l’acquisizione di HashiCorp per 6,4 miliardi, pari a circa 35 dollari per azione. L’azienda è focalizzata sulla progettazione e realizzazione di strumenti volti ad automatizzare il provisioning, la sicurezza, il networking e altre attività nell’ambiente IT moderno.

Obiettivo di Ibm è quello di arricchire il portafoglio di prodotti software basati sul cloud per sfruttare il boom della domanda alimentata dall’intelligenza artificiale. L’operazione, che dovrebbe concludersi entro la fine del 2024, dovrebbe avere un impatto positivo sull’Ebitda e sul free cash flow di Big Blue nei primi due anni.

“I clienti aziendali hanno a che fare con un aumento significativo di infrastrutture e applicazioni su cloud pubblici e privati, oltre che in ambienti on-premise. L’entusiasmo diffuso per l’IA generativa ha intensificato queste sfide e i chief information officer e gli sviluppatori devono affrontare una notevole complessità nelle loro strategie tecnologiche – ha spiegato Arvind Krishna, presidente e amministratore delegato di Ibm – HashiCorp ha una solida esperienza nell’aiutare i clienti a gestire la complessità dell’infrastruttura e del panorama applicativo odierno. L’unione della gamma di prodotti e dell’esperienza di Ibm con le capacità e la forza lavoro di HashiCorp darà vita a un’ampia piattaforma di cloud ibrido, pensata per l’era dell’intelligenza artificiale”.

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Industria 5.0, il cobot di B. Braun Avitum Italy fra le 14 eccellenze europee

Industria 5.0, il cobot di B. Braun Avitum Italy fra le 14 eccellenze europee

Leggere il futuro dell’industria manifatturiera indagando i progetti più avanzati, per scoprire come diventare più sostenibili e competitivi. Questo è l’obiettivo di Prospects 5.0, il progetto finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon Europe che ha l’ambizione di trasformare in linee guida di sviluppo per le future politiche industriali europee, l’esperienza di successo di 14 aziende che in Europa hanno trasformato in chiave 5.0 la loro produzione. Tra queste, un’unica azienda italiana: B. Braun Avitum Italy, attiva nella produzione di dispositivi medici con un Centro di Eccellenza globale nel distretto di Mirandola (Mo). Il progetto è stato inaugurato a Leuven (Belgio) e coinvolge trenta partner provenienti da 15 paesi europei. L’italiana Nsbproject è l’unico partner con il ruolo di innovation broker.

“Siamo felici di dare il nostro contributo a delineare le linee guida europee di industry 5.0 condividendo le nostre esperienze nell’impiego dei cobot in camera bianca” commenta Enrico Corazzari, Technical & Industrialization Director di B. Braun Avitum Italy.

Focus su resilienza, la sostenibilità e centralità dell’uomo

L’azienda, che realizza un assemblaggio collaborativo di dispositivi medici in cui i robot supportano gli operatori umani per migliorare la resilienza, la sostenibilità e la centralità dell’uomo, è parte del Gruppo B. Braun – tra i leader mondiali nelle tecnologie e dispositivi medici – ed è presente a Mirandola dal 1992 con un polo di Ricerca & Sviluppo e sito produttivo di eccellenza a livello globale. “Investiamo regolarmente per implementare soluzioni ad alta tecnologia e ottenere sempre più efficienza nella riduzione dell’impatto ambientale, ma soprattutto per produrre dispositivi medici dagli alti standard di sicurezza ed efficacia per i pazienti di tutto il mondo”.

Cobot a supporto dell’uomo nel processo di innovazione

Nel sito di Mirandola, infatti, si producono oltre 10 milioni di dispositivi medici all’anno, di diverse tipologie di prodotto tra le quali sacche per la nutrizione, farmaci, kit complessi per dialisi e tanto altro destinati ai 66 mercati internazionali in cui opera B. Braun. I recenti investimenti hanno permesso di inserire nella camera bianca, un ambiente produttivo sterile, anche i “cobot”, o collaborative robot. “Abbiamo introdotto i cobot nella produzione di kit complessi per dialisi per collaborare con i “colleghi” umani e supportare la fase di assemblaggio, sono aiutanti preziosissimi perché sono in grado di autodiagnosticarsi e adattarsi ai cambiamenti del prodotto, semplificare la programmazione e adattare le misure di sicurezza in base al comportamento umano” spiega Corazzari. L’uso dei cobot nell’assemblaggio di dispositivi medici rappresenta un esempio di approccio misto in cui gli esseri umani sono supportati dai cobot per migliorare l’efficienza e la sicurezza della produzione: proprio per questo sono inseriti nel progetto di ricerca Prospect 5.0.

Approccio sistemico agli investimenti

Nella visione europea di Industria 5.0, l’evoluzione tecnologica è concepita come leva per ridurre gli impatti ambientali, migliorare il benessere dei lavoratori, aumentare la resilienza salvaguardando l’azienda e le persone dai rischi di eventi estremi o catastrofali. In quest’ottica, l’Industria 5.0 europea prescinde da logiche che si basano sull’adozione di tecnologie e si caratterizza per un approccio sistemico agli investimenti. Il…

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Digital & green: 1,4 miliardi di fondi in più per Horizon Europe 2024

Digital & green: 1,4 miliardi di fondi in più per Horizon Europe 2024

La Commissione europea ha adottato un emendamento al Programma di lavoro 2023-24 di Horizon Europe, che mobilita finanziamenti precedentemente non allocati per aumentare il budget del 2024 di quasi 1,4 miliardi di euro. Si arriva così a un totale di 7,3 miliardi. L’emendamento include un investimento di 648 milioni di euro nelle Missioni dell’Ue che mirano a contribuire alla soluzione di alcune delle sfide che l’Europa deve affrontare sul piano dell’innovazione, in particolare rispetto alla doppia transizione digital & green.

“Dobbiamo attirare un maggior numero di newcomers verso le opportunità offerte da Horizon Europe per sfruttare al meglio il potenziale dell’Europa”, commenta Iliana Ivanova, commissaria per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e la Gioventù. “Ecco perché in questo aggiornamento del programma di lavoro stiamo introducendo azioni sperimentali. Insieme all’introduzione di ulteriori finanziamenti per le Missioni Ue, la New European Bauhaus Facility e le altre azioni, ciò contribuirà a massimizzare l’impatto dei nostri investimenti nella ricerca e nell’innovazione per il successo delle transizioni verdi e digitali”.

L’ambito d’azione dell’iniziativa

Le Missioni Ue coprono cinque aree e sono una novità introdotta da Horizon Europe per portare soluzioni concrete ad alcune delle maggiori sfide di quest’epoca. Hanno obiettivi ambiziosi e dovrebbero produrre risultati concreti entro il 2030. Il New European Bauhaus (Neb), tanto per cominciare, mira a portare i benefici del Green Deal europeo nella vita quotidiana e negli spazi abitativi delle persone. Come per esempio ha già fatto il progetto Tova, in Spagna, che ha sviluppato una tecnica di stampa 3D con la terra per fornire soluzioni architettoniche per abitazioni sostenibili, accessibili e basate sulla comunità. Un altro esempio è il progetto Watsups del Belgio, che sta creando un nuovo spazio pubblico lungo il fiume Dyle per mitigare il rischio di gentrificazione.

Un nuovo strumento Neb garantirà che l’Europa continui a sfruttare al meglio questo potenziale attraverso un sostegno finanziario pluriennale per il periodo 2025-2027 basato due pilastri: una parte dedicata alla ricerca e all’innovazione per sviluppare nuove idee e una parte dedicata alla diffusione di tali soluzioni. Il programma di lavoro modificato di Horizon Europe per il 2023-24 stanzia inoltre 20 milioni di euro per preparare il terreno per l’attuazione del Neb.

Le azioni sperimentali per attrarre nuovi ricercatori

La modifica approvata comprende poi un pacchetto di nuove azioni sperimentali per rafforzare l’apertura del programma, sostenere gli obiettivi delle missioni Ue e promuovere le carriere dei giovani ricercatori. Le azioni sperimenteranno nuovi approcci in vista dei preparativi per gli ultimi tre anni di Horizon Europe e per il futuro programma che gli succederà.

Le azioni comprendono quattro temi aperti che offrono ai ricercatori maggiore libertà per concentrare il lavoro su un argomento di loro scelta, con un budget totale di 76 milioni di euro nei cluster di Horizon Europe che si occupano di “Salute”, “Clima, energia e mobilità” e “Alimentazione, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura e ambiente”.

Un’azione sperimentale di 15 milioni di euro aiuterà a rendere le istituzioni della conoscenza, come le università o le organizzazioni di ricerca, punti focali di attività di ricerca e innovazione…

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