Data center, una maxi alleanza per la sfida AI: fino a 100 miliardi di investimenti

Data center, una maxi alleanza per la sfida AI: fino a 100 miliardi di investimenti

Mettere sul piatto nuovi investimenti infrastrutturali per supportare lo sviluppo di capacità di intelligenza artificiale più potenti: con questo obiettivo BlackRock, Global Infrastructure Partners (Gip), Microsoft e Mgx annunciano la nascita della Global AI Infrastructure Investment Partnership (Gaiip).

Il team di partner effettuerà investimenti in nuovi ed espansi data center per soddisfare la crescente domanda di potenza di calcolo, nonché infrastrutture energetiche per creare nuove fonti di energia per queste strutture. Questi investimenti infrastrutturali saranno principalmente negli Stati Uniti per alimentare l’innovazione dell’intelligenza artificiale e la crescita economica, e il resto sarà investito nei paesi partner degli Stati Uniti.

Focus sulle catene di fornitura AI

Questa partnership supporterà un’architettura aperta e un ampio ecosistema, fornendo pieno accesso su base non esclusiva per una vasta gamma di partner e aziende. Nvidia supporterà Gaiip, offrendo la sua competenza nei data center AI e nelle fabbriche AI a beneficio dell’ecosistema AI. Gaiip si impegnerà attivamente anche con i leader del settore per aiutare a migliorare le catene di fornitura AI e l’approvvigionamento energetico a vantaggio dei suoi clienti e del settore.

La partnership cercherà inizialmente di sbloccare 30 miliardi di dollari di capitale di private equity nel tempo da investitori, proprietari di asset, aziende, che a loro volta mobiliteranno fino a 100 miliardi di dollari di potenziale di investimento totale se si include il finanziamento del debito.

I fondatori della partnership riuniscono i principali investitori globali BlackRock, Gip e Mgx, un investitore in intelligenza artificiale e tecnologia avanzata, con finanziamenti e competenze da Microsoft. Gaiip unisce una profonda conoscenza di infrastruttura e tecnologia per guidare un’efficiente scalabilità dei data center, con capacità di investimento in energia, potenza e decarbonizzazione per infrastrutture abilitanti correlate per l’AI.

Verso un futuro più sostenibile, prospero ed equo

“L’intelligenza artificiale non è solo un’industria del futuro, è alla base del futuro – afferma lo sceicco Tahnoon bin Zayed Al Nahyan, Presidente di Mgx -. Attraverso questa partnership unica, consentiremo un’innovazione più rapida, innovazioni tecnologiche e guadagni di produttività trasformativi in tutta l’economia globale. Gli investimenti che facciamo oggi garantiranno un futuro più sostenibile, prospero ed equo per tutta l’umanità”.

“Mobilitare capitale privato per costruire infrastrutture AI come data center e potenza sbloccherà un’opportunità di investimento a lungo termine da molti trilioni di dollari”, ha affermato Larry Fink, Presidente e ceo di BlackRock . “I data center sono il fondamento dell’economia digitale e questi investimenti contribuiranno ad alimentare la crescita economica, creare posti di lavoro e guidare l’innovazione della tecnologia AI”.

Innovazione e crescita stimolate dall’AI

“Ci impegniamo a garantire che l’intelligenza artificiale contribuisca a promuovere l’innovazione e stimoli la crescita in ogni settore dell’economia”, aggiunge Satya Nadella, Presidente e ceo di Microsoft . “La Global AI Infrastructure Investment Partnership ci aiuterà a realizzare questa visione, mentre riuniamo leader finanziari e del settore per costruire l’infrastruttura del futuro e alimentarla in modo sostenibile”.

“La spesa in conto capitale necessaria per l’infrastruttura AI e la nuova energia per alimentarla va oltre ciò che una singola azienda o governo può…

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Almaviva: da Unicredit 20 milioni a supporto degli investimenti

Almaviva: da Unicredit 20 milioni a supporto degli investimenti

UniCredit ha erogato un finanziamento Futuro Sostenibile di 20 milioni ad Almaviva. Il finanziamento è finalizzato a supportare il piano di investimenti di Almaviva previsto per la partecipazione ed eventuale aggiudicazione degli appalti nell’ambito del Pnrr (nei settori dei trasporti, infrastrutture, healthcare, digitalizzazione della PA) ed agli sviluppi legati al perseguimento di obiettivi per uno sviluppo sostenibile del proprio business.

Un finanziamento per le imprese che si ispirano ai criteri Esg

Il Finanziamento Futuro Sostenibile di UniCredit è un finanziamento chirografario destinato alle Imprese che prevede una riduzione dello spread, rispetto alle condizioni offerte per questa tipologia di operazioni, riconosciuta alle imprese che si impegnano a migliorare l’ambiente, la società e la buona amministrazione della propria azienda, ossia che ispirano la propria azione ai fattori Esg. I target di sostenibilità scelti da Almaviva per il finanziamento sono l’aumento delle fonti di energia rinnovabili e la riduzione dell’intensità di emissioni Ggh.

“Con questo intervento creditizio – dichiara Roberto Fiorini, Regional Manager Centro di UniCredit – ribadiamo la volontà di UniCredit di proporsi come partner di riferimento per le imprese interessate a intraprendere piani di sviluppo concreti e sostenibili. Una sostenibilità intesa nelle sue varie accezioni, che spaziano da quella ambientale a quella economica, e che sta diventando sempre più un fattore dirimente di successo sui mercati globali”.

Accordo con Denodo: focus su Moova

Intanto Almaviva fa sapere di aver siglato un accordo con Denodo, player della gestione dei dati, per favorire la trasformazione digitale nell’ambito della manutenzione nel settore trasporti in Italia e all’estero. Grazie alle competenze acquisite e maturate sul territorio italiano, la partnership punta ora a valorizzare anche in ambito internazionale le soluzioni dedicate ai diversi verticali della mobilità, in particolare verso territori del mercato Middle East in cui le due realtà hanno avviato programmi di espansione e posizionamento.

Al centro dell’accordo c’è la Piattaforma Moova, realizzata da Almaviva, per una mobilità integrata, modulare e seamless: grazie alla partnership, i prodotti e le soluzioni Moova si integreranno con la piattaforma di Data Virtualization di Denodo, che, sfruttando complessi algoritmi, consente una gestione semplice ed estremamente performante di grandi quantità di dati.

Una base per l’innovazione di mobilità e logistica

“Almaviva e Denodo stanno muovendo insieme importanti passi verso la creazione di Hub informativi intelligenti – afferma Smeraldo Fiorentini, Direttore Generale Transportation & Logistics Almaviva – in grado di facilitare l’interoperabilità e la condivisione delle informazioni per fornire ai cittadini servizi innovativi in linea con le loro aspettative”.

“Questa partnership non solo rafforza la posizione di Almaviva e Denodo nel mercato italiano e globale – dichiara Gabriele Obino, Rvp & GM Southern Europe & Middle East di Denodo – ma pone le basi per ulteriori innovazioni e miglioramenti nella gestione della mobilità e della logistica, contribuendo a creare soluzioni sostenibili e all’avanguardia per le città del futuro”.

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5G, quasi 2 miliardi di abbonati. Ma c’è ancora molto da fare sul fronte delle reti

5G, quasi 2 miliardi di abbonati. Ma c’è ancora molto da fare sul fronte delle reti

Più sim, più abbonamenti 5G, più traffico dati da dispositivi mobili: il panorama del mercato mobile mondiale descrive una crescita inarrestabile, come emerge dal nuovo Mobility Report pubblicato da Ericsson, con dati aggiornati alla metà del 2024.

A fine giugno si contano, infatti, circa 8,7 miliardi di sim nel mondo, grazie a una crescita di 60 milioni di unità degli abbonamenti alla rete mobile durante il secondo trimestre dell’anno.

Gli abbonamenti 5G sono oltre 1,9 miliardi – con una crescita di 161 milioni di unità rispetto a giugno 2023. Il 5G oggi rappresenta il 22% degli abbonamenti totali.

Andrea Missori, Presidente e amministratore delegato di Ericsson Italia, ha commentato: “I dati del Mobility Report evidenziano una continua e robusta crescita degli abbonamenti 5G in tutto il mondo. Le principali applicazioni restano il mobile broadband avanzato e il fixed wireless access, con segnali evidenti che le prestazioni del 5G stanno influenzando le offerte fixed wireless access degli operatori. Lo studio suggerisce anche la necessità di accelerare l’implementazione del 5G su banda media e del 5G standalone per sfruttare appieno il potenziale di questa rete rivoluzionaria”.

Più sim che persone, 5G in ascesa

È, dunque, un dato assodato: nel mondo ci sono più sim che persone, con un tasso di penetrazione pari al 107%. In questo senso il “vecchio continente” spicca come l’area con la penetrazione più elevata, al 129% in Europa occidentale e al 137% nei paesi dell’Europa centro-orientale.

Il 5G continua a guadagnare spazio, mentre prosegue il declino del 4G, 3G e 2G già evidenziato negli ultimi aggiornamenti dei dati diffusi da Ericsson. Nel secondo trimestre 2024, il totale degli abbonamenti al 4G si è ridotto di 25 milioni di unità.

Continua a crescere anche l’utilizzo di internet da mobile. Nel secondo trimestre 2024 sono circa 100 milioni i nuovi abbonamenti di tipo mobile broadband, arrivando così a un totale di 7,7 miliardi. In pratica oggi nel mondo solo una sim su dieci non consente di accedere a internet, utilizzare app e servizi online.

Traffico dati mobili, aumenti a doppia cifra

Questi dati sono frutto di una sempre crescente disponibilità di servizi ad alte prestazioni – con 320 gli operatori nel mondo che hanno lanciato servizi 5G, di cui oltre 60 coloro che hanno implementato reti 5G standalone (Sa) – che permette di usufruire di applicazioni ad alta intensità di dati, supportando ad esempio il sempre maggiore consumo di video.

Non stupiscono, perciò, gli aumenti a doppia cifra anche nel traffico dati da mobile, che è cresciuto del 23% tra il secondo trimestre 2023 e lo stesso periodo del 2024, per raggiungere i 151 Exabyte (EB) al mese. Il traffico dati sulle reti mobili è raddoppiato in soli due anni.

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Network as a service modello vincente: ecco perché è così importante

Network as a service modello vincente: ecco perché è così importante

L’era digitale ha messo le telco di fronte un bivio: essere delle pure utility che forniscono infrastruttura come commodity a costi competitivi, oppure trasformare profondamente il modello di business diventando delle piattaforme che offrono servizi differenziati e monetizzabili di connettività di rete e altri servizi adiacenti per aprire nuove fonti di ricavo, innanzitutto sui mercati enterprise ma anche verso i service provider puri che non dispongono di una rete proprietaria.

In questo scenario emerge un nuovo concetto: il network-as-a-service o Naas, come illustrano gli esperti di Analysys Mason nella loro ricerca “NaaS Platforms and Infrastructure”.

Il network as a service rilancia il business delle telco

Da diversi anni le reti e le operazioni tradizionali e i modelli di business esistenti non garantiscono più alle telco capacità di crescita e rilevanza nella catena del valore. Di qui il ribaltamento della visione suggerito dagli analisti: le reti dovrebbero diventare “cittadini di prima classe” nel nuovo mondo incentrato sul cloud e l’intelligenza artificiale, piuttosto che essere un impedimento all’agilità e all’innovazione dei servizi. Questa trasformazione richiederà che le reti siano riprogettate con una nuova architettura che le rende programmabili e intelligenti per soddisfare le diverse esigenze di connettività e che possono essere fornite e consumate in “stile cloud”, proprio come avviene con l’infrastruttura e i servizi It nel cloud pubblico. Far convergere questo tessuto di rete con i relativi servizi a valore aggiunto su un’unica piattaforma e fornire i servizi on-demand con modelli basati sul consumo è la base per ciò che l’industria sta immaginando come Naas.

Il concetto di Naas non è nuovo, ma non esiste ancora un consenso a livello di settore sulla sua definizione e nelle sue componenti principali. Mef.net è una delle principali iniziative che sta lavorando su questa definizione e la visione di Analysys Mason si allinea al lavoro del Mef, ma estendendo il ruolo delle Api di rete per la programmabilità e la monetizzazione.

L’architettura Naas: le caratteristiche

Analysys Mason definisce il Naas come la piattaforma di servizi di rete di nuova generazione che ha le seguenti caratteristiche e funzionalità.  

Any-to-any connectivity: ciò consente alle aziende e agli sviluppatori di connettere applicazioni, utenti, data center e cloud pubblici distribuiti utilizzando una varietà di reti di base e reti di sovrapposizione utilizzando un’unica piattaforma con Sla end-to-end.

Modello self-service, che fornisce provisioning, configurazione, scalabilità della connettività e servizi di rete automatizzati e on-demand. 

Gestione “single pane of glass” e visibilità dei servizi forniti dalla piattaforma Naas, sottolineata dalle funzioni di observability e sicurezza.

Modelli commerciali e di prezzo flessibili per la connettività e i servizi correlati, basati sul consumo e sul modello opex come nel cloud.

Esposizione delle capacità di rete e piattaforma attraverso Api aperte e kit di sviluppo software (Sdk) per sviluppatori e team DevOps/CloudOps per consentire la programmabilità.

Mercato dei servizi a valore aggiunto che offre vari servizi di layer 3-7, come sicurezza, Sd-Wan, accesso remoto, cloud/co-locazione e servizi di comunicazione unificata (Uc), che provengono da un ecosistema partner e/o sono sviluppati internamente.

Inoltre, un’architettura di piattaforma Naas ideale e olistica dovrebbe…

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E-procurement, come cambiano i modelli di business? Il summit del Cerchio Ict

E-procurement, come cambiano i modelli di business? Il summit del Cerchio Ict

Appuntamento il 12 novembre, dalle 9 alle 17, con “E-procurement e nuovi modelli di business digitali” (clicca qui per la registrazione). A organizzare l’evento annuale, che sarà focalizzato sulle nuove frontiere, tra opportunità e sfide, dell’innovazione tecnologica nel settore degli acquisti pubblici, sono le quattro società del Cerchio Ict: Informatica Alto Adige, Lepida, Pasubio Tecnologia e Trentino Digitale.

Rivedere modelli di gestione e processi

“Per la Pubblica Amministrazione e le società in house – spiegano gli organizzatori – affrontare questi cambiamenti significa rivedere modelli di gestione e processi per garantire efficienza e qualità nei servizi erogati”.

L’evento è organizzato in un’unica conferenza che conterà su una piattaforma dedicata per lo streaming e si svolgerà in contemporanea in quattro sedi fisiche diverse, a Bologna, Bolzano, Schio e Trento.

 

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Enel X e Google, l’avvocato della Corte Ue dà ragione all’Italia

Enel X e Google, l’avvocato della Corte Ue dà ragione all’Italia

L’avvocato generale della Corte di Giustizia Ue propende per l’Antitrust italiana, che ha comminato a Google una maximulta da 100 milioni di euro: il comportamento della controllata di Alphabet, sanzionata dall’authority per il rifiuto a Enel X di rendere compatibile con Android Auto l’applicazione dell’azienda italiana Juice Pass, infatti, “potrebbe violare il diritto della concorrenza”.

Le conclusioni dell’avvocato generale

Il parere dell’avvocato generale è propedeutico all’ultimo passaggio di un caso che da nazionale è diventato comunitario. Al ricorso di Alphabet alla decisione dell’autorità italiana, confermata dal Tar, il Consiglio di Stato si è infatti rivolto alla Corte di Lussemburgo, chiedendo se la condotta di Google costituisca effettivamente un abuso di posizione dominante. In questo senso, il parere dell’avvocato generale non è vincolante per la sentenza della Corte, ma è spesso un orientamento significativo di quanto verrà deciso.

Nelle sue conclusioni, l’avvocato generale Laila Medina esamina se la causa ricada nella tradizionale giurisprudenza applicabile al rifiuto da parte di un’impresa dominante di concedere l’accesso. Medina valuta poi se gli obblighi di accesso, in termini di interoperabilità, impongano alle imprese dominanti di tenere un comportamento attivo, come la creazione del software necessario.

“Il rifiuto da parte dell’impresa dominante di concedere a un operatore terzo l’accesso a una piattaforma come quella in causa può essere oggettivamente giustificato” se “tecnicamente impossibile” o può incidere sulle prestazioni della piattaforma o “porsi in contrasto con il suo modello economico o con la sua finalità economica”.

Ma il semplice fatto che per dar accesso alla piattaforma l’impresa debba sviluppare un template del software che tenga conto delle esigenze specifiche dell’operatore che chiede l’accesso “non può di per sé giustificare un diniego di accesso, a condizione che sia concesso un lasso di tempo adeguato per lo sviluppo in parola e che quest’ultimo sia oggetto di un adeguato compenso a favore dell’impresa dominante”. E “il diritto della concorrenza dell’Unione non impone un obbligo di definire ex ante criteri oggettivi per l’esame delle richieste di accesso” alla piattaforma.

Come si è sviluppato il caso

Nel 2015 Google ha lanciato Android Auto, un’applicazione per dispositivi mobili con sistema operativo Android, che consente agli utenti di accedere ad alcuni applicazioni presenti sul loro smartphone tramite lo schermo integrato di un’automobile. Sviluppatori terzi possono creare le loro versioni delle proprie applicazioni compatibili con Android Auto usando modelli di software (template) forniti da Google.

Enel X appartiene al gruppo Enel e fornisce servizi per la ricarica di autovetture elettriche. Nel maggio 2018 ha lanciato JuicePass, un’applicazione che offre una serie di funzionalità per la ricarica dei veicoli elettrici. Nel settembre 2018 Enel X ha chiesto a Google di rendere JuicePass compatibile con Android Auto. Google ha rifiutato, affermando che, in assenza di un template specifico, le applicazioni di media e di messaggistica erano le uniche applicazioni di terzi compatibili con Android Auto.

Google ha giustificato il suo rifiuto sulla base di preoccupazioni relative alla sicurezza e alla necessità di allocare in modo razionale le risorse necessarie per la creazione di un nuovo template.

L’Autorità italiana garante della Concorrenza ha concluso che il…

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