Il gruppo Tim chiude il primo semestre 2024 con una perdita netta di 646 milioni di euro, in miglioramento dal rosso di 813 milioni del primo semestre 2023. E conferma la guidance 2024 con ricavi stimati in crescita tra il 3% e il 4%
Lo comunica una nota del gruppo che ha approvato la relazione finanziaria semestrale che considera il perimetro NetCo, oggetto di cessione a Kkr, come attività destinata a essere ceduta (discontinued operations).
I risultati, focus su ServCo
I risultati, che evidenziano appunto un risultato netto attribuibile ai soci della controllante pari a -646 milioni, non sono da considerarsi rappresentativi degli andamenti del gruppo in continuità né del nuovo perimetro aziendale ServCo (Tim Consumer, Enterprise e Brasil).
Confermati i risultati preliminari e gestionali like-for-like relativi a ServCo comunicati al mercato lo scorso 31 luglio: ricavi totali a 7,1 miliardi (+3,5%), ricavi da servizi a 6,7 miliardi (+4%); Ebitda a 2,1 miliardi (+9,4%), Ebitda After Lease a 1,8 miliardi (+13%). A seguito della vendita di NetCo, perfezionata il 1 luglio, l’indebitamento finanziario netto rettificato after lease pro-forma del gruppo Tim ServCo risulta pari a 8,1 miliardi, in linea con le previsioni. Il gruppo conferma inoltre le guidance per l’intero esercizio, che prevedono per il 2024 una crescita dei ricavi di gruppo del 3-4%, una crescita dell’ebitda after lease di gruppo dell’8-9% e un indebitamento finanziario netto after lease inferiore o uguale a 2 volte l’ebitda after lease e pari a circa 7,5 miliardi.
I dati Esg
Sotto il versante Esg, una prima vista sui dati di ServCo evidenzia un miglioramento del profilo del gruppo, sottolinea Tim. Ciò è legato a una riduzione e a una ridistribuzione delle emissioni, con un calo di quelle dirette e relative all’acquisto dell’energia, mentre aumentano in proporzione quelle relative alla filiera. Anche la componente social cambia parzialmente, non solo per una riduzione dei dipendenti a livello domestico, ma perché all’interno del mix aumenta la percentuale di donne e di giovani, con un calo dell’età media. La governance del gruppo beneficia della continuity assicurata dalla riconferma del mandato dell’amministratore delegato, della riduzione dei membri del cda e della presenza del Ceo nel Comitato di Sostenibilità per favorire l’allineamento degli obiettivi di business con quelli Esg.
Il dossier Sparkle
Resta aperto il dossier Sparkle. A questo proposito l’Ad di Tim, Pietro Labriola, si dice fiducioso. A margine della sua partecipazione all’Italian Tech Week, in corso a Torino, rispondendo a chi gli chiedeva se ci fossero novità sulla vendita di Sparkle, Labriola ha chiarito: “Se fosse arrivata una proposta l’avremmo comunicato al mercato ma sono sempre ottimista”. Non è stata dunque confermata l’indiscrezione di stampa secondo cui il Tesoro, insieme al fondo Asterion, starebbe preparando una nuova offerta per rilevare il 100% della società dei cavi sottomarini.
Labriola ha anche annunciato l’ingresso di Tim in Alaian, l’alleanza guidata da Telefonica, alla quale hanno derito sono una decina di telco che operano in circa 70 paesi con 1 mld di clienti.
“Ci aiuterà a entrare in connessione con startup di grande qualità, lavorando assieme sui trend del…
“Abbiamo parlato di investire nella loro azienda – spiega Zuckerber riferendosi a un recente incontro con il top management di EssilorLuxottica – Non sarà una quota di grande importanza, direi che è più una questione simbolica, vogliamo sia un partenariato a lungo termine”.
Un futuro da Big-Tech per Luxottica?
Per il futuro della multinazionale italo-francese fondata da Leonardo Del Vecchio, che oggi controlla alcuni tra i più noti brand nel campo degli occhiali, a partire da Ray Ban, Zuckerberg vede un futuro da big tech, come afferma in un’intervista rilasciata a The Verge. “Pensavo che questo sarebbe stato un bel gesto – spiega il Ceo di Meta riferendosi alla volontà di investire in Essilux – e credo molto in loro. Penso che passeranno dall’essere la principale azienda di occhiali al mondo a diventare una delle principali aziende tecnologiche del mondo”.
Il paragone con Samsung
“Se pensi a come Samsung ha fatto sì che la Corea diventasse uno dei principali hub per la produzione di telefoni nel mondo – prosegue Zuckerberg – credo che questa sia probabilmente una delle migliori opportunità per l’Europa e l’Italia in particolare per diventare un importante centro per la produzione e progettazione della prossima grande categoria di piattaforme informatiche”.
La collaborazione tra Meta ed Essilux
Il rapporto di collaborazione tra Meta ed EssilorLuxottica è iniziato a settembre 2020, con l’annuncio di una partnership pluriennale per lo sviluppo degli smart glasses che ha portato sul mercato il primo prodotto a marchio Ray-Ban dopo due anni.
“Investiamo ogni anno centinaia di milioni in attività di ricerca e sviluppo per dar vita a prodotti che migliorino la qualità della vita di miliardi di persone e che abbiano un impatto sul modo in cui guardiamo il mondo e gli altri – aveva dichiarato in quell’occazione Francesco Milleri, presidente e Ad di EssilorLuxottica – Sebbene sia ancora solo all’inizio, il lavoro compiuto con Meta ha rappresentato un traguardo importante nel rendere gli occhiali la porta d’accesso a un mondo sempre più connesso”.
Sam Altman: “L’Italia guardi alla Sillicon Valley”
Trasferta italiana in questi giorni per il cofondatore e ceo di OpenAi, Sam Altman, che ieri pomeriggio è stato protagonista insieme a John Elkan, ceo di Exor e presidente di Stellantis&Ferrari, di un fireside in occasione dell’Italian Tech Week. L’incontro è stato per Altman l’occasione per dire la sua sull’imprenditoria italiana: “È un momento di profondi cambiamenti, in cui stanno cambiando le più tradizionali regole su chi può avere successo, e le startup hanno un vantaggio incredibile perché possono…
Potenziamento delle capacità cyber, scambio di informazioni, adozione di buone pratiche, condivisione di esperienze e procedure nel campo della sicurezza informatica, assistenza reciproca nella prevenzione e gestione di incidenti informatici e sullo sviluppo di progetti strategici congiunti. Sono questi gli ambiti di collaborazione messi nero su bianco nel protocollo d’intesa siglato da Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale italiana, e Igli Tafa, Dg della National Cyber Security Authority albanese.
La firma del protocollo, si legge in una nota di Acn, è stata anche l’occasione per discutere di temi come l’introduzione alle principali aree di attività di Acn e Ncsa, lo stato della minaccia cyber a livello internazionale e le prospettive di cooperazione futura.
Frattasi: “Essenziale unire le forze”
“Sono molto soddisfatto dell’accordo sottoscritto con la National Cyber Security Authority (NCSA) albanese – afferma Frattasi – poiché rafforza la cooperazione bilaterale tra i nostri Paesi in un settore cruciale come la cybersicurezza. In un contesto di minacce informatiche sempre più sofisticate e pervasive, infatti, è essenziale che l’Italia e l’Albania uniscano le loro forze per migliorare la sicurezza e la resilienza delle nostre infrastrutture critiche. Non solo si rafforzerà la capacità di risposta ai cyber attacchi – aggiunge – ma si contribuirà anche alla stabilità e alla sicurezza dell’area adriatica, una regione di importanza strategica per entrambe le nazioni”.
L’attuazione della strategia nazionale
“Con l’Italia come primo partner commerciale dell’Albania, è fondamentale che anche la dimensione della sicurezza informatica si allinei agli alti livelli di cooperazione tra i due Paesi – conclude Frattasi – Per quanto riguarda l’Italia, siamo particolarmente concentrati nell’attuazione della strategia nazionale che tra i suoi obiettivi contempla anche il rafforzamento della cooperazione sia bilaterale che multilaterale”.
Divorzio definitivo tra Deutsche Telekom e Meta Platforms. Il social media player ha posto fine al rapporto di peering diretto con l’operatore tedesco.
La rottura è avvenuta a seguito della causa legale vinta in Germania da Deutsche Telekom in merito alle tariffe per l’utilizzo delle connessioni dirette alla rete dell’operatore. In una sentenza dello scorso maggio il tribunale di Colonia aveva deliberato che il traffico dati generato sulla rete Tlc andasse adeguatamente pagato per consentire la sostenibilità del business.
Deutsche Telekom: “Meta non è al di sopra della legge”
In un documento intitolato “Meta is Not Above the Law”, l’operatore tedesco ha accusato la società statunitense di aver “distorto i fatti” della questione.
L’azienda ha fatto notare che è stata intentata una causa in tribunale dopo che Meta Platforms ha interrotto i pagamenti per le connessioni dirette durante la pandemia di Covid-19. Inoltre, secondo DT, la scelta di Meta di instradare il traffico attraverso una terza parte è stata fatta per “evitare i pagamenti legali”.
Da allora l’operatore ha esteso la sua capacità con il provider di transito utilizzato e sostiene di aver “fatto tutto il possibile per garantire un traffico dati regolare”.
L’appello alla Ue
DT chiede dunque un intervento urgente da parte delle autorità dell’Unione Europea per una regolamentazione che risolva controversie come queste. “Non si tratta solo di una divergenza di opinioni tra due aziende, ma della questione se su Internet prevalga il potere del più forte o se ci sia un giusto equilibrio tra tutti i partecipanti”, si legge nel documento.
Meta: “Richieste inaccettabili sulle tariffe”
Meta Platforms si è detta “sorpresa e delusa dall’interruzione delle trattative” sottolineando di avere “accordi di peering in Germania e in tutto il mondo con fornitori di telecomunicazioni che consentono ai loro utenti un accesso veloce e di alta qualità alle nostre applicazioni”.
Secondo Meta, DT “sta usando il suo potere di mercato per mettere i suoi abbonati in Germania dietro un paywall de facto, limitando potenzialmente il loro accesso ai servizi Internet che non remunerano Deutsche Telekom”.
“Non dobbiamo sottovalutare la posta in gioco. Le pratiche di Deutsche Telekom costituiscono un pericoloso precedente globale e mettono a rischio la neutralità della rete e un Internet aperto per i consumatori, le comunità e le imprese di tutto il mondo”, conclude la nota.
Privacy, la multa a Meta
E Meta finisce anche nel mirino della pricavy Ue. La società ha ricevuto una sanzione di 91 milioni di euro dall’autorità irlandese per la protezione dei dati (Dpc) per aver violato il Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr). La multa è legata a una mancanza di trasparenza e di adeguate misure di sicurezza, dopo una falla nel sistema di Meta che ha esposto le password di 36 milioni di utenti in Europa. La Commissione irlandese per la protezione dei dati, che agisce per conto dell’Unione Europea, ha accusato Meta di non aver implementato sufficienti misure preventive e di aver impiegato troppo tempo a segnalare l’incidente.
La falla nella sicurezza risale a gennaio 2019, ma Meta avrebbe informato la Dpc solo a marzo. Il…
Sebbene solo il 12% delle aziende italiane abbia richiesto consulenza esterna in tema di intelligenza artificiale, il 70% prevede un aumento delle esigenze legali in aree critiche come la cybersicurezza, la protezione dei dati personali e la conformità alle normative come l’AI Act europeo. È quanto emerge dall’indagine “AI e digitalizzazione: le nuove frontiere dell’Intellectual Property”, realizzata da TopLegal Consulting, tra gennaio e aprile 2024, per conto dello Studio legale Trevisan & Cuonzo, e condotta su un campione di 50 aziende italiane, con un fatturato compreso tra i 100 milioni e oltre 10 miliardi di euro in settori quali infrastrutture e trasporti (17%), lusso (17%), scienze della vita (17%), alimentare 13%), tecnologia, Technology, media e telecommunications (15%), banche e assicurazioni (8%), energia (7%), pmi (4%) e pubblica amministrazione (2%).
Competenze ed expertise per essere competitivi
L’assistenza legale è già parte integrante del budget di digitalizzazione per il 98% delle aziende, e rappresenta in media l’8% del totale, si legge nel report. “Il futuro dell’innovazione passa attraverso una corretta integrazione tra tecnologia, competenze digitali e assistenza legale. Le imprese italiane stanno affrontando questa sfida con determinazione, ma sarà essenziale investire nelle competenze e nel supporto legale, da parte di avvocati specializzati che consentiranno alle aziende la giusta expertise per acquisire gli strumenti per una crescita sicura e sostenibile, conoscere i potenziali rischi e le precauzioni da adottare in un’ottica preventiva”, sottolinea Gabriele Cuonzo, Managing Partner dello Studio Trevisan & Cuonzo. Secondo Riccardo Traina Chiarini, counsel di Trevisan e Cuonzo, “i rischi legati all’implementazione della digitalizzazione possono essere gestiti tramite investimenti in sistemi di AI proprietari, che viaggino sui server aziendali e non sul cloud. Se tutto è internalizzato, sono infatti noti per definizione i soggetti che gestiscono le informazioni. Ma internalizzare i processi ha costi superiori rispetto a esternalizzare, sia in termini economici, che di efficienza. Ad esempio, un sistema di AI che viaggia in cloud è più rapido e responsive di uno internalizzato. Tuttavia, non tutte le imprese hanno la possibilità economica e tecnologica di adottare processi interni”.
Occupazione e innovazione: la corsa delle startup
Dal 2012 al 2023, le startup innovative hanno coinvolto 87.100 soci e generato 63.519 nuovi posti di lavoro, pari al 7,3% dell’incremento occupazionale nazionale nello stesso periodo. Una crescita costante e robusta che, dal 2017, si è stabilizzata tra il 20% e il 30% annuo, con un aumento occupazionale del 126%, nei primi 5 anni di vita, superiore a quello delle nuove imprese nel complesso (117%). Tra le realtà più dinamiche spiccano le cosiddette “Gazzelle”, aziende ad alto tasso di crescita, che nel solo 2022 hanno generato 4.609 posti di lavoro. Questi i dati salienti presentati da InnovUp, Assolombarda e Fondazione Ricerca e Imprenditorialità (R&I), con il contributo dell’Unione Industriali di Torino e di Confindustria Genova.
Startup e finanziamenti
Il 40% delle startup italiane ha ottenuto finanziamenti compresi tra 100.000 euro e un milione, mentre il 10% ha superato il milione. Tuttavia, tali risorse restano ancora insufficienti rispetto al potenziale di crescita in termini di fatturato e posti di lavoro che…
Via alla nuova Sabatini per le pmi. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con apposita circolare direttoriale, ha stabilito i termini e le modalità di presentazione delle domande per l’accesso e l’erogazione dei contributi.Il provvedimento fa seguito all’entrata in vigore, lo scorso 20 aprile, del decreto interministeriale firmato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dal ministro dell’Economia e delle Finanze, recante il Regolamento dell’intervento.
L’obiettivo della misura
La misura, che ha l’obiettivo di sostenere i processi di capitalizzazione delle micro, piccole e medie imprese, costituite in forma societaria, prevede la concessione di un contributo maggiorato a fronte di investimenti in macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa, attrezzature ad uso produttivo, hardware, software e tecnologie digitali.
L’ammontare delle agevolazioni è rapportato agli interessi calcolati su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’interesse annuo del: – 5 % per le micro e piccole imprese – 3,575 %, per le medie imprese.
Le domande di accesso alle agevolazioni potranno essere presentate da parte delle pmi a partire dal 1° ottobre 2024. Il provvedimento ha una dotazione finanziaria di 80 milioni di euro.
Il piano Tranzione 5.0
I contributi riguardanti la nuova Sabatini sono parte di un mosaico di incentivi che il governo ha messo in campo insieme al piano Transizione 5.0: 6,3 i miliardi di euro stanziati per il biennio 2024-2025 per supportare e traghettare il passaggio dei processi produttivi a un modello energetico efficiente, sostenibile e basato su fonti rinnovabili supportando gli investimenti in digitalizzazione, transizione green e formazione del personale.
Il piano si caratterizza innanzitutto per l’automatismo della misura: le imprese potranno infatti usufruire del beneficio fiscale automaticamente, senza alcuna istruttoria e valutazione preliminare. La sua trasversalità coinvolge inoltre tutti i tipi attività, senza distinzione di dimensione, settore e territorio ed è pertanto cumulabile con altre agevolazioni finanziate con risorse nazionali a eccezione del credito d’imposta Transizione 4.0 e del credito per investimenti nella Zona Economica Speciale (Zes) e nelle Zone Logistiche Speciali (Zls).
Sul piatto, nel complesso, ci sono quasi 13 miliardi di euro. Di questi, 6,3 miliardi provengono dal programma RePower Eu, e come detto finanzieranno il Piano Transizione 5.0. Altri 6,4 miliardi, già previsti dalla legge di bilancio, saranno a disposizione per il Piano Transizione 4.0.
Transizione 5.0: gli investimenti finanziabili
Le spese agevolabili includono i beni strumentali materiali e immateriali già inclusi nel piano Transizione 4.0 e gli investimenti per gli impianti finalizzati all’autoproduzione di energia rinnovabile, oltre che le spese per la formazione su tecnologie per la gestione della twin transition (nel limite del 10% ed entro il tetto dei 300 mila euro).
Sono ammissibili al beneficio 5.0 i progetti di innovazione aventi a oggetto investimenti in beni materiali e immateriali tecnologicamente avanzati (gli stessi riportati nell’allegato A e B del Piano Transizione 4.0) purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici pari ad almeno il 3% dell’unità produttiva o 5% se calcolata sul processo interessato dall’investimento. A queste condizioni è possibile agevolare anche le spese di formazione e gli…
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