I trasporti automatizzati e connessi su 5G tra Italia e Slovenia possono diventare realtà con ricadute positive per tutto il territorio: lo ha concluso il progetto 5G-Sitacor, che ha condotto uno studio di fattibilità per l’implementazione della tecnologia mobile di quinta generazione lungo le sezioni transfrontaliere dei corridoi del Mediterraneo e del Baltico-Adriatico Ten-T tra Italia e Slovenia.
Lo studio è stato coordinato dalla Regione del Friuli-Venezia Giulia, in collaborazione con l’Università di Trieste, l’Università di Lubiana (Slovenia), Dars (Slovenia), Telekom Slovenije (Slovenia), Anas (Italia), Autostrade Alto Adriatico (Ita), Retelit (Italia) e Luka Koper (Slovenia). Lo studio di fattibilità appena concluso ha definito i modi migliori per sfruttare il potenziale della tecnologia 5G (throughput più elevato, minore latenza e maggiore affidabilità) in diverse aree per lo sviluppo di un’infrastruttura per la mobilità connessa e automatizzata. Sono, inoltre, state valutate le ricadute sociali ed economiche positive per il territorio.
Il prossimo obiettivo è passare alla fase di implementazione.
5G, il corridoio Italia-Slovenia è fattibile
Il progetto 5G-Sitacor ha valutato le necessità tecniche per dotare i corridoi Ten-T Mediterraneo e Baltico-Adriatico, in particolare le tratte transfrontaliere tra la regione Friuli-Venezia Giulia (Italia) e la Repubblica di Slovenia, di un’infrastruttura passiva e attiva neutrale e agnostica dedicata allo sviluppo di servizi digitali.
Lo studio ha analizzato lo stato dell’arte della rete stradale e delle infrastrutture di telecomunicazione lungo i 275 Km di autostrada tra il Friuli-Venezia Giulia e la Slovenia e ha identificato i parametri e le modalità migliori di applicazione della tecnologia 5G nella realizzazione di sistemi di trasporto automatizzato e connesso (Cam), il miglioramento della sicurezza stradale (Intelligent traffic system), oltre alla protezione avanzata nella trasmissione delle informazioni (Quantum key distribution).
I partner del progetto hanno, inoltre, studiato gli effetti sociali più ampi delle infrastrutture di trasporto intelligenti e le sinergie nei campi della logistica e della mobilità elettrica, dell’industria e delle città intelligenti, della sanità digitale e della sostenibilità, grazie a un uso più efficiente delle risorse esistenti con conseguente riduzione della CO2.
Il progetto rientra nel programma comunitario Cef (Connecting Europe Facility) e, più precisamente, nella call EU Cef-Dig-2022-5GCorridors, che finanzia la crescita, l’occupazione e la competitività attraverso investimenti in infrastrutture situate in aree chiave e di raccordo tra Paesi dell’Unione.
Dalle autostrade connesse ai servizi per il territorio
Le autostrade coperte dallo studio comprendono oltre 200 km del corridoio mediterraneo e del corridoio Baltico-Adriatico, e oltre 60 km di autostrade aggiuntive come percorsi secondari in caso di eventi critici. Le sezioni principali sono: Udine Nord-Palmanova (27 km), Latisana-Fernetti e Fernetti-Sežana (102 km), Fernetti-Sezana-Divača (16 km), Fernetti-Koper via Trieste (36 km), Koper-Divača-Postojna (57 km) e Villesse-Gorizia-Nova Gorica-Razdrto (62 km).
Il progetto nasce dalla necessità di migliorare la copertura e la qualità della connettività nei corridoi identificati, caratterizzati da territorio diversificato con aree urbane e disabitate, montagne e tunnel, traffico intenso su strade sia italiane che slovene e presenza di porti (Trieste e Koper) che collegano passeggeri e merci con l’Italia, la Slovenia e l’Europa centrale.
I vantaggi attesi sono la maggiore sicurezza stradale grazie alla tecnologia Cam (Connected and Automated Mobility),…
Secondo capitolo per il Piano Isole Minori finanziato e promosso dal Dipartimento della trasformazione digitale con un investimento di 8 milioni di fondi Pnrr. Nel nuovo piano sono 7 le isole coinvolte e Infratel ha avviato la consultazione (scarica qui il documento) aperta fino al 12 novembre.
Il nuovo Piano Isole Minori
Sono 8 milioni le risorse messe in campo e il piano riguarda le seguenti tratte: Piombino-Elba, Capri-Massa Lubrense, Bacoli-Procida, Procida-Ischia, Levanzo-Favignana, Argentario-Giglio, Palau-La Maddalena per un totale di 73 km di intervento nella porzione sottomarina e di 19 di quella terrestre.
Il primo Piano Isole Minori
Tramite la posa di cavi ottici sottomarini e terrestri il Piano consente di abilitare moderni servizi digitali per le imprese, i cittadini e le PA locali, attraverso la diffusione dei servizi a banda ultra larga, dei servizi di connettività mobile e, in prospettiva, dei servizi basati sulla tecnologia 5G. Il finanziamento interessa 21 isole delle regioni Lazio, Puglia, Sicilia, Toscana e Sardegna, di cui il 62% si trova in Sicilia. Le isole interessate sono Capraia, Levanzo, Marettimo, Vulcano, Lipari, Salina, Filicudi, Alicudi, Panarea, Stromboli, Pantelleria, Linosa, Lampedusa, Ustica, Ponza, Ventotene, Santo Stefano, San Pietro, Asinara, San Nicola, San Domino.
Il Consiglio Ue ha dato il via libera alla nuova legge che impone requisiti di sicurezza per tutti i dispositivi digitali che saranno immessi sul mercato europeo. Dalle telecamere di sorveglianza connesse ai frigoriferi, dai televisori ai giocattoli, lunga la lista dei prodotti che fanno capo al Cyber Resilience Act. “Il nuovo regolamento – spiega il Consiglio Ue in una nota – mira a colmare le lacune, chiarire i collegamenti e rendere più coerente il quadro legislativo esistente sulla cybersecurity, garantendo che i prodotti con componenti digitali, ad esempio i prodotti dell’Internet delle Cose (IoT), siano sicuri lungo tutta la catena di fornitura e durante tutto il loro ciclo di vita”.
La legge dovrà essere controfirmata dai presidenti del Consiglio e del Parlamento Europeo e sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale Ue nelle prossime settimane. L’entrata in vigore avverrà dopo venti giorni dalla pubblicazione ma si applicherà 36 mesi dopo.
I requisiti cyber
I requisiti di cybersecurity dovranno essere adottati in fase di progettazione, sviluppo, produzione e messa a disposizione sul mercato di prodotti hardware e software. “Ad esempio, i prodotti software e hardware porteranno la marcatura CE per indicare che rispettano i requisiti del regolamento. Le lettere CE appaiono su molti prodotti commercializzati nel mercato unico esteso nello Spazio Economico Europeo. Esse indicano che i prodotti venduti nel See sono stati valutati per soddisfare elevati requisiti di sicurezza, salute e protezione ambientale”. Il regolamento si applicherà a tutti i prodotti che sono connessi direttamente o indirettamente a un altro dispositivo o a una rete. Al netto di alcune eccezioni per i prodotti per i quali i requisiti di cybersecurity sono già stabiliti in norme Ue esistenti, ad esempio dispositivi medici, prodotti aeronautici e automobili.
Oltre quattromila enti della pubblica amministrazione italiana – fra PA Centrali, Comuni, Scuole, Asl e aziende ospedaliere – hanno migrato dati, servizi e sistemi informativi verso infrastrutture cloud ad alta affidabilità: sono così superati gli obiettivi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) previsti al 30 settembre 2024 per le Misure 1.1 “Infrastrutture digitali” e la Misura 1.2 “Abilitazione e facilitazione migrazione al cloud”. Il traguardo è frutto degli Avvisi promossi dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri e alla stretta collaborazione con le amministrazioni sul territorio e di attori chiave, quali il Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim), l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn), la Conferenza delle Regioni e Province autonome, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) e il Polo Strategico Nazionale (Psn).
“Il Governo procede senza sosta nel raggiungimento degli obiettivi europei del Pnrr – dichiara il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione Alessio Butti -. Il passaggio al cloud è essenziale per garantire la sicurezza dei dati della nostra Pubblica Amministrazione e un accesso ai servizi pubblici più semplice e veloce. Grazie al lavoro portato avanti con Polo Strategico Nazionale e agli avvisi di PA Digitale 2026, stiamo centrando risultati che solo due anni fa sembravano impossibili. La migrazione al Polo Strategico Nazionale di servizi critici e strategici da parte di oltre 100 amministrazioni centrali e strutture sanitarie, insieme al trasferimento di più di 4.000 PA locali verso ambienti cloud certificati, testimonia il grande impegno del Dipartimento per la trasformazione digitale nel rafforzare le infrastrutture chiave del Paese”.
I benefici della migrazione al cloud
Il nuovo assetto rafforza la qualità e la sicurezza di oltre 25 mila servizi pubblici digitali a disposizione di cittadini e imprese.
PA centrali
Le Pubbliche Amministrazioni Centrali, tra cui Ministeri, Agenzie e Prefetture, Autorità indipendenti, Enti di ricerca, ottimizzano i processi interni attraverso servizi come la gestione documentale e il protocollo relativo alle comunicazioni ufficiali. Allo stesso tempo, molti di questi enti migliorano i portali istituzionali, con un impatto diretto e positivo sull’esperienza dei cittadini e delle imprese che ne fanno uso.
Sanità pubblica
Le Asl e le Aziende Ospedaliere potenziano i servizi dedicati all’assistenza sanitaria quali ad esempio, gestione del pronto soccorso, fascicolo sanitario, individuazione del rischio clinico, gestione delle malattie infettive e croniche, aumentando l’efficacia dei propri protocolli interni. Sia le amministrazioni centrali che le strutture ospedaliere hanno migrato i propri dati e servizi, a partire da quelli critici e strategici, verso l’infrastruttura ad alta affidabilità di Psn.
Comuni e scuole
Comuni e Scuole ottimizzano, grazie alle piattaforme cloud qualificate di Acn, la gestione di dati e servizi, offrendo ai cittadini garanzia di sicurezza e affidabilità dei propri sistemi informatici. I Comuni ampliano i propri strumenti digitali per una gestione più efficiente e rapida dei bilanci annuali e pluriennali. Migliorano l’archiviazione di atti e registri dello stato civile, come le attività in materia di cittadinanza, divorzi, separazioni e testamento biologico nonché il rilascio di certificati, rispettando elevati standard di privacy e sicurezza. I Comuni possono condividere con maggiore…
“La politica industriale ha assunto una rinnovata centralità al livello di G7 all’interno dei nostri rispettivi Paesi e, per quanto ci riguarda, dell’Unione Europea. Sullo sfondo abbiamo tutti l’evoluzione tecnologica e i processi di digitalizzazione, che richiedono risposte rapide e scelte nel segno della responsabilità, risposte che devono anche tenere conto di precise condizioni di sicurezza nazionale e globale. Per questo abbiamo voluto ripristinare insieme a voi il G7 dell’industria, che non si teneva da sette anni”. Lo ha detto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, durante l’intervento che ha aperto la seconda riunione ministeriale della presidenza italiana del G7 su Industria e Innovazione Tecnologica, in corso a Roma nella cornice di Palazzo Brancaccio.
La cooperazione nella ricerca sui Chips
La seconda sessione della ministeriale ha riguardato le scelte di politica industriale come strumento per rispondere alla nuova era di sfide globali in settori critici, partendo dai semiconduttori ma guardando in prospettiva anche alle materie prime critiche, alle tecnologie green e all’automotive.
“Le criticità che riscontriamo nelle catene del valore, e soprattutto gli effetti delle politiche e pratiche non di mercato – afferma Urso – sono tali che solo una risposta coordinata può sortire effetto e rendere le nostre catene di approvvigionamento effettivamente resilienti e sicure. Queste criticità non sono una mera eventualità, ma un fatto che rischia di mettere a repentaglio segmenti dell’industria dei semiconduttori che interessano tutti i nostri Paesi”. Per questo sarà necessario, sottolinea il ministro, “sviluppare assieme progettualità di ricerca industriale pre-competitiva”, estendendo i lavori anche alla Repubblica di Corea e ai Paesi Bassi.
La prospettiva è dunque di mettere in campo iniziative di ricerca congiunta sui Chips, puntando alla loro efficienza dal punto di vista energetico e alla sostenibilità della manifattura, elaborando criteri comuni affinché i semiconduttori siano prodotti in luoghi e in modalità affidabili. “I lavori del Punto di Contatto sono per noi il punto di partenza. Serve una riflessione su come possa diventare un modus per comprendere dinamiche simili, che stanno accadendo anche in altre catene del valore strategiche fondamentali per il nostro sviluppo, in particolare nella doppia transizione green e digitale – argomenta Urso –
Partiamo dai semiconduttori per poi affrontare anche quello che riguarda le materie prime critiche e le tecnologie green. Questo metodo ci porterà anche ad affrontare ciò che interessa il cuore del sistema industriale che è quello dell’automotive su cui il confronto è aperto”.
Le micro, piccole e medie iprese e l’intelligenza artificiale
La terza sessione della ministeriale del G7 su industria e tecnologia riguardava come favorire l’adozione dell’intelligenza artificiale nelle aziende, e in particolare su come trasferire le nuove tecnologie nei processi produttivi delle micro, piccole e medie imprese. “Abbiamo invitato Egitto, India, Tunisia e Paesi Bassi – spiega Urso – e presentato un report, come ci era stato richiesto dalla ministeriale di Verona. In questo documento ci sono raccomandazioni sviluppate grazie al contributo dei Paesi membri, rivolte da una parte ai privati e dall’altra al settore pubblico. Abbiamo registrato una partecipazione qualificata, rappresentativa sia delG7,…
Nel 2024 il Turismo in Italia continua a crescere, ma a tassi più contenuti se confrontati con quelli post pandemici. L’e-commerce rappresenta oggi il 56% del valore totale di mercato dell’ospitalità (21 miliardi su 37,5 miliardi di euro complessivi) e il 70% in quello dei trasporti (18,4 miliardi su 26,3 miliardi totali). Oggi il mercato del Travel (eCommerce + altri canali) cresce a ritmi diversi: il transato del settore ricettivo fa segnare un +4%, quello dei trasporti +10%; un aumento del +8% – infine – è il risultato condiviso sia dagli attori del tour operating (crociere escluse) che dalle agenzie di viaggio.
Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Travel Innovation del Politecnico di Milano, secondo cui il mercato dell’ospitalità raggiunge quota 37,5 miliardi, con una crescita del 4% trainata dalla componente extra-alberghiera ma soprattutto da un generale incremento dei prezzi.
La spinta non arriva dall’e-commerce
“Contrariamente a quanto osservato negli ultimi anni, non è l’e-commerce a spingere il mercato dell’ospitalità: la crescita della componente “online”, infatti, si assesta sul 4%, pari a quella del mercato nel suo complesso” dichiara Eleonora Lorenzini, Direttrice dell’Osservatorio Travel Innovation. “Nei trasporti, invece, si registra ancora una crescita a due cifre, trainata in particolare dal comparto aereo che ha beneficiato di un aumento dei passeggeri (+12%). La frenata estiva dei prezzi dei voli, soprattutto intercontinentali, determina una crescita del mercato inferiore rispetto al boom dello scorso anno, ma comunque considerevole”.
Il comparto dei trasporti (nelle tre componenti incoming, domestica e outgoing) nel 2024 raggiunge i 26,3 miliardi di euro, con un incremento del 10% rispetto al 2023. A fronte di un +10% del totale comparto dei trasporti, la componente e-commerce cresce con un tasso più elevato (+12%) e la sua incidenza raggiunge livelli molto superiori rispetto al pre-pandemia: dal 55% del 2019 al 70% del 2024.
Metodi di pagamento: piace la tariffa flessibile
Quanto a opzioni di acquisto e metodi di pagamento, negli ultimi 2 anni è aumentato il ricorso alla tariffa flessibile. Gli italiani che hanno prenotato un alloggio con possibilità di modifica/cancellazione fino all’ultimo sono infatti passati dal 34% del 2022 al 51% nel 2024. Inoltre, il pagamento rateizzato e il Buy Now Pay Later (Bnpl) sono in molti casi una leva decisionale: il 18% degli italiani e addirittura il 36% degli statunitensi dichiarano che acquistano soluzioni di viaggio solo da operatori che offrono questa modalità di pagamento flessibile.
È elevata anche l’attenzione dei turisti alla sostenibilità: in particolare il 37% degli americani ha cercato informazioni sulla sostenibilità ambientale dei servizi prima della prenotazione, a fronte del 14% e 15% dei turisti rispettivamente italiani e tedeschi. L’holiday working è, invece, una pratica consolidata soprattutto tra i viaggiatori statunitensi e svizzeri.
Biometria: condividere i dati non fa paura
“L’utilizzo della tecnologia nelle varie fasi del journey è più diffuso oltreoceano” dichiara Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Travel Innovation. “L’AI generativa supporta ben il 38% degli americani per ispirazione, ricerca di servizi o creazione dell’itinerario, a fronte del 15% degli italiani; in fase di prenotazione i canali digitali sono più utilizzati…
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