Quali sono le tecnologie che nei prossimi tre-cinque anni avranno un impatto positivo sulla nostra salure, sul nostro stile di vita, sul nostro modo di comunicare? Ce lo dice il World Economic Forum nella lista delle Top 10 Emerging Technologies.
“Le organizzazioni prendono decisioni migliori quando scoprono quli sono i fattori che plasmano il futuro – spiega Jeremy Jurgens, Managing Director del World Economic Forum e responsabile del Centre for the Fourth Industrial Revolution – Il report, che identifica le tecnologie destinate a influenzare significativamente le società e le economie, accende i riflettori anche sulle soluzioni per rivoluzionare la connettività, affrontare le sfide del cambiamento climatico e stimolare l’innovazione in campo sociale ed economico”.
Le dieci tecnologie che plasmeranno il futuro
AI per le scoperte scientifiche: I progressi nel deep learning, nell’AI generativa e nei foundation model stanno rivoluzionando completamente la ricerca scientifica il processo di scoperta scientifica. L’AI consentirà ai ricercatori di fare connessioni e di progredire come mai prima nella comprensione delle malattie e nel miglioramento della conoscenza del corpo e della mente umana.
Tecnologie per la protezione della privacy: Proteggendo la privacy e allo stesso tempo offrendo nuove opportunità per la condivisione globale dei dati e la collaborazione, i “dati sintetici” sono destinati a trasformare il modo in cui le informazioni vengono gestite, con potenti impatti anche nella ricerca sanitaria.
Superfici intelligenti riconfigurabili: Queste superfici innovative trasformano pareti e superfici ordinarie in componenti intelligenti per la comunicazione wireless, migliorando l’efficienza energetica delle reti. Promettono numerose applicazioni, dalle fabbriche intelligenti alle reti veicolari.
Stazioni a piattaforma ad alta quota: Utilizzando aerei, dirigibili e palloni, questi sistemi possono estendere l’accesso alle reti mobili nelle regioni remote, aiutando a colmare il divario digitale per oltre 2,6 miliardi di persone in tutto il mondo.
Sensing integrato e comunicazione: L’avvento delle reti 6G facilita la raccolta simultanea di dati (sensing) e la trasmissione (comunicazione). Ciò consente sistemi di monitoraggio ambientale che saranno cruciali per l’agritech, la tutela dell’ambiente e la pianificazione urbana. I dispositivi di sensing e comunicazione integrati promettono anche di ridurre il consumo di energia e di silicio.
Tecnologie immersive per le infrastrutture: Combinando la potenza di calcolo con la realtà virtuale e aumentata, queste tecnologie promettono di innovare rapidamente le infrastrutture. Consentono inoltre ai professionisti dell’edilizia di verificare la corrispondenza tra modelli fisici e digitali, garantendo accuratezza e sicurezza e assicurando la sostenibilità.
Elastocalorici: Con l’aumento delle temperature globali, la necessità di soluzioni di raffreddamento è destinata a crescere. Offrendo maggiore efficienza e minore consumo energetico, gli elastocalorici rilasciano e assorbono calore sotto stress meccanico, presentando un’alternativa sostenibile alle tecnologie attuali.
Microbi cattura-carbonio: Organismi ingegnerizzati convertono le emissioni in prodotti preziosi come i biocarburanti, offrendo un approccio promettente per mitigare il cambiamento climatico.
Mangimi alternativi per il bestiame: Mangimi proteici per il bestiame derivati da proteine unicellulari, alghe e scarti alimentari potrebbero offrire una soluzione sostenibile per l’industria agricola.
Genomica per i trapianti: L’implementazione di organi geneticamente modificati in un essere umano segna un significativo avanzamento nella sanità, offrendo speranza a milioni di persone in attesa di trapianti.
È stata pubblicata una gara pubblica dal valore di oltre 240 milioni di euro per lo sviluppo tecnologico dei servizi digitali e delle infrastrutture informatiche pubbliche del territorio pugliese. Regione Puglia lo fa attraverso la sua società in-house InnovaPuglia che, nell’ambito del Programma Pluriennale Strategico 2023-2025 del soggetto aggregatore regionale, ha indetto una procedura telematica a procedura aperta multi lotto per l’affidamento di servizi applicativi di gestione dei sistemi e di supporto in ambito Ict.
Come funziona la gara: la ripartizione dei fondi
La gara prevede la sottoscrizione di un accordo quadro con più operatori economici. Gli operatori interessati avranno tempo fino al 1° ottobre 2024 alle ore 10 per trasmettere le proprie offerte. L’importo globale stimato dell’appalto, comprensivo delle opzioni, è pari a 241.500.000 euro. La procedura sarà svolta sulla piattaforma telematica EmPulia e sarà suddivisa in quattro lotti prestazionali: il primo riguarda i Servizi applicativi in ambito Sanità e Welfare (80.000.000 euro); il secondo coinvolge i Servizi applicativi in ambiti non sanitari (100.000.000 euro); il terzo ruota intorno ai Servizi di progettazione e gestione di sistemi Ict in ambito Infrastrutture e Cloud (20.000.000 euro); il quarto punta a fornire Servizi di supporto (10.000.000 euro). Ciascun lotto verrà aggiudicato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa basata sul miglior rapporto qualità/prezzo (70 punti per l’offerta tecnica e 30 punti per l’offerta economica). Il numero massimo di aggiudicatari per ciascun lotto è fissato a cinque. Gli Accordi Quadro, della durata di 48 mesi dalla stipula, saranno sottoscritti da InnovaPuglia con gli operatori aggiudicatari dei lotti. Tutte le pubbliche amministrazioni locali pugliesi, gli organismi di diritto pubblico e le società partecipate potranno poi stipulare contratti esecutivi della stessa durata.
Incentivare la collaborazione e la competitività delle imprese del territorio
“Abbiamo a cuore la crescita tecnologica e l’innovazione nel territorio pugliese”, dichiara il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. “Con la pubblicazione di questa gara per la definizione di un accordo quadro nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione vogliamo incentivare la collaborazione e la competitività nel panorama regionale e nazionale delle imprese del territorio. L’obiettivo è quello di creare un network di fornitori qualificati che possano supportare la Regione Puglia e le altre PA nel processo di digitalizzazione e innovazione tecnologica”.
Per l’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, “si tratta di una importante procedura che da una parte indica l’investimento economico in innovazione tecnologica che abbiamo intenzione di mettere in campo rispetto alla transizione digitale dell’ente regionale e degli altri enti territoriali, dall’altra parte sottolinea l’intenzione di voler favorire procedure snelle e trasparenti nell’affidamento dei servizi. La definizione dell’accordo quadro, infatti, consentirà successivamente agli enti territoriale e alla Regione Puglia di affidare i servizi in maniera rapida, senza procedure di gara lunghe e farraginose che allungano i tempi tra la fase di progettazione e la fase di realizzazione dei servizi digitali”.
il direttore generale di InnovaPuglia, Francesco Surico, aggiunge che “con questa importante procedura di gara si rafforza il ruolo di supporto interpretato da InnovaPuglia nella trasformazione digitale e nella promozione dello sviluppo…
Intel cede la quota detenuta in Arm. In un documento depositato alla Sec si rileva che il chipmaker ha venduto la sua partecipazione pari a 1,18 milioni di azioni nella società britannica con l’obiettivo di risollevare i conti.
La cessione dovrebbe valere circa 147 milioni di dollari, in base al prezzo medio delle azioni di Arm registratao tra aprile e giugno.
Intel aveva liquidità ed equivalenti di cassa per 11,3 miliardi di dollari e passività per circa 32 miliardi di dollari.
L’operazione arriva nel mezzo di un periodo finanziario tumultuoso per il chipmaker che sta subendo quella che il ceo Pat Gelsinger ha definito “la ristrutturazione più importante dalla transizione dei microprocessori di memoria avvenuta quattro decenni fa”.
All’inizio di agosto, Intel ha annunciato un piano di riduzione dei costi da 10 miliardi di dollari che prevede il taglio di circa 15.000 dipendenti, l’eliminazione del dividendo del quarto trimestre fiscale e la riduzione delle spese in conto capitale.
Trimestrale deludente
Nel secondo trimestre l’azienda ha registrato un utile per azione (Eps) di 0,02 dollari su un fatturato di 12,8 miliardi di dollari. Gli analisti si aspettavano un EPS di 0,10 dollari e un fatturato di 12,9 miliardi di dollari. Nello stesso trimestre dell’anno scorso, secondo le stime degli analisti raccolte da Bloomberg, l’azienda aveva registrato un Eps di 0,13 dollari su un fatturato di 12,9 miliardi di dollari.
La concorrenza sui chip per l’AI
A pesare sui conti di Intel i chip per le applicazioni AI: in questo campo Intel non è arrivata agli avanzamenti tecnologici delle sue concorrenti, pur rimanendo uno dei big player sul mercato dei chip per personal computer e server.
Ciò ha costretto l’azienda a giocare in difesa, proseguendo sul piano di ristrutturazione e riposizionamento dell’attività avviato a ottobre del 2022 e che ha già portato a licenziamenti, ma anche a un maggior focus sul business della fonderia, ovvero la produzione di semiconduttori per conto terzi.
Quando si parla di pagamenti digitali, il divario dell’Italia col resto d’Europa è ancora ampio. Se si analizza la classifica dei paesi del Vecchio continente sulla base del totale delle operazioni di pagamento effettuate con strumenti diversi dal contante emergono notevoli differenze tra le varie nazioni, ma l’Italia spicca per la sua posizione a fondo classifica.
L’Italia fanalino di coda in Europa sui pagamenti digitali
Con un totale di 199,5 operazioni pro-capite, l’Italia è tra i mercati con il minore utilizzo di strumenti di pagamento alternativi al cash. La media dell’area euro per i pagamenti digitali è di 370 operazioni per cittadino. Ma il dato tricolore è particolarmente significativo se confrontato con altre grandi economie europee. In Francia, il numero totale di operazioni è di 424, più del doppio rispetto all’Italia. Anche la Germania supera di gran lunga l’Italia, con un totale di 328,8 operazioni. Pur essendo noto che i tedeschi mantengono una certa predilezione per il contante, i numeri mostrano comunque un utilizzo molto più elevato degli strumenti di pagamento elettronici rispetto agli italiani. Un confronto interessante si può fare anche con la Spagna, dove il totale delle operazioni pro-capite è di 289,5. Anche qui, nonostante la Spagna condivida con l’Italia alcune caratteristiche culturali e economiche, c’è una chiara differenza nell’adozione di strumenti di pagamento alternativi. Se guardiamo al di là di queste grandi economie, la Lituania mostra numeri straordinariamente alti, con rispettivamente 1.041 operazioni per cittadino. Fuori classifica il Lussemburgo, dove la media pro-capite per bonifici e transazioni digitali varie è addirittura pari a 8.738. Lo scenario è delineato dal centro studi di Unimpresa, che ha analizzato dati della Banca d’Italia.
L’innovazione non deve essere una barriera
La differenza tra le varie performance, notano gli analisti, potrebbe essere attribuita a vari fattori, tra cui una maggiore diffusione delle infrastrutture digitali e una cultura più radicata nell’uso dei pagamenti elettronici.
“I pagamenti digitali offrono indubbi vantaggi in termini di comodità e sicurezza. Consentono transazioni rapide, spesso tracciabili, riducendo il rischio di furto o smarrimento del denaro. Tuttavia, è fondamentale che l’adozione di questi strumenti avvenga in modo volontario e consapevole, senza che venga imposto un abbandono forzato del contante”, osserva la presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. “La scelta di come pagare dovrebbe essere lasciata agli individui, rispettando le loro preferenze e necessità. L’innovazione tecnologica nel campo dei pagamenti non può e non deve essere frenata, in quanto contribuisce a rendere l’economia più efficiente e connessa. Tuttavia, è cruciale che tale innovazione non diventi una barriera per chi non è avvezzo all’uso di dispositivi digitali o che, per varie ragioni, preferisce non utilizzarli. Un equilibrio tra questi due mondi consente di garantire inclusività, libertà di scelta e un’adozione progressiva e non coercitiva delle nuove tecnologie, rispettando al contempo i diritti e le esigenze di tutti i cittadini”.
Crescono i prelievi degli italiani al bancomat
D’altra parte, sempre secondo Unimpresa, gli italiani continuano a rifornirsi di contante al bancomat: se nel 2022 il cash prelevato si è attestato a 350 miliardi di euro, nel 2023 la…
Oracle e AT&T rafforzano la partnership sulle cloud application.
La software house texana integrerà la connettività IoT e le Api di AT&T nella sua Enterprise Communications Platform (Ecp): in questo modo le aziende che utilizzano le applicazioni cloud di Oracle saranno in grado di connettere facilmente i propri dispositivi alla rete senza dover configurare sistemi separati o firmare più contratti.
La collaborazione semplificherà il processo per i clienti di Oracle, consentendo loro di connettersi e gestire i propri dispositivi IoT senza soluzione di continuità sulla rete di AT&T attraverso un’unica piattaforma. L’integrazione è progettata per semplificare le complessità della gestione dei dispositivi IoT offrendo una soluzione unificata che combina connettività ad alte prestazioni, intelligenza dei dati in tempo reale e alto livello di sicurezza .
L’esempio di FirstNet
Nel firmare l’accordo le aziende hanno portato l’esempio di FirstNet, la rete wireless per la pubblica sicurezza, realizzata da AT&T progettata per i soccorritori, integrata nella piattaforma di Oracle. La tecnologia aiuta i soccorritori fornendo comunicazioni sicure e in tempo reale, compresi i feed video in diretta dalla scena, consentendo una gestione più veloce ed efficace delle emergenze.
“Stiamo fornendo alle aziende un livello più stretto di integrazione tra la rete e l’applicazione, aumentando le prestazioni e l’affidabilità, eliminando al contempo i requisiti di integrazione e gli eventi contrattuali separati. È la co-creazione al suo meglio”, spiega Sarita Rao, Senior Vice President, AT&T Partner Solutions.
Costruire il sistema di gestione delle frontiere più avanzato al mondo, basato su sistemi di automazione, in modo che i sistemi nazionali ed europei possano comunicare tra loro. È il piano della Commissione europea per migliorare la gestione dei migranti , svelato in una nota di Bruxelles in vista della visita della commissaria agli Affari Interni, Ylva Johansson, all’Agenzia dell’Ue per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (eu-Lisa) a Tallinn, in Estonia.
L’obiettivo dell’incontro
Johansson incontrerà la dirigenza di eu-Lisa e si confronterà con il personale sulla cooperazione in corso e sulle principali priorità per il resto dell’anno.
“Le discussioni – scrive la Commissione in una nota – si concentreranno sulla stretta cooperazione tra la Commissione ed eu-Lisa, nonché sulle priorità in corso per la digitalizzazione delle frontiere esterne europee, in particolare il prossimo sistema di ingresso/uscita (Ees) e il sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (Etias)”
“La Commissione sta lavorando a stretto contatto con gli Stati membri ed eu-Lisa per costruire il sistema di gestione delle frontiere più avanzato al mondo, in modo che i sistemi nazionali ed europei possano comunicare tra loro – prosegue la nota – Il sistema di ingresso/uscita consentirà l’automazione dei controlli di frontiera, il che dovrebbe semplificare l’esperienza dei viaggiatori ai valichi di frontiera”.
Come funzionerà il sistema
L’Ees registrerà digitalmente i titolari di visto per soggiorni di breve durata e i viaggiatori senza visto, ogni volta che attraverseranno le frontiere esterne di 29 paesi europei per un soggiorno di breve durata (fino a 90 giorni in 180 giorni). Ciò migliorerà anche la sicurezza dell’UE. L’Etias introdurrà un nuovo requisito di viaggio per i visitatori senza visto che viaggiano per un soggiorno di breve durata in 30 paesi europei utilizzando il sistema. I viaggiatori dovranno richiedere un’autorizzazione di viaggio, compilando un modulo online e pagando una quota di 7 euro. Lo scopo dell’Etias è di pre-valutare i richiedenti e identificare qualsiasi potenziale rischio per la sicurezza, l’immigrazione o la salute prima che i viaggiatori inizino il loro viaggio.
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