Raggiunta l’intesa tra le parti sull’accordo di programma per il rilancio del polo siderurgico di Piombino. Il documento, elaborato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy dopo un approfondito confronto con tutti gli stakeholder coinvolti, rappresenta un passaggio cruciale verso il rilancio del polo siderurgico di Piombino, elemento imprescindibile e di primaria importanza nel piano siderurgico nazionale che punta a fare dell’Italia il paese più avanzato in Europa nella produzione di acciaio green.
“Due anni fa, quando abbiamo assunto la responsabilità del dossier, abbiamo ereditato una situazione estremamente critica con un sito siderurgico che non produceva più acciaio, con la forza lavoro che era in cassa integrazione da oltre dieci anni e con uno stabilimento che necessitava di un profondo ammodernamento. Oggi siamo qui con la prospettiva di realizzare a Piombino uno dei siti strategici a tecnologia green più importanti d’Italia e d’Europa. È il frutto di un lavoro di squadra, anche con il Comune e con la Regione, che dimostra come sia possibile e necessario lavorare insieme, per raggiungere l’obiettivo comune. Lo stesso stiamo facendo a Terni con AST e mi auguro che si possa fare con l’ex Ilva di Taranto”. ha dichiarato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso.
L’intesa raggiunta al Mimit, in piena sinergia con il Comune di Piombino e la Regione Toscana, il Demanio e l’Autorità portuale, si inserisce nel percorso avviato lo scorso 19 febbraio con la firma dell’accordo tra Metinvest e Danieli (shareholders agreement) per la costituzione e la gestione congiunta della società di progetto Metinvest Adria S.p.A., finalizzata alla realizzazione di un moderno impianto siderurgico green a Piombino. Quest’intesa segue inoltre di poche settimane la sottoscrizione, avvenuta il 18 aprile, dell’Accordo di Sviluppo con Jindal per l’ammodernamento del treno rotaie di Piombino.
“La finalizzazione dell’accordo di programma è un ulteriore passo concreto verso la realizzazione del nostro progetto industriale a Piombino. Il nostro obiettivo è costruire un impianto sostenibile, competitivo e strategico per l’intera filiera dell’acciaio europea, contribuendo al contempo alla crescita del territorio. Dopo la firma dello shareholders agreement, questo rappresenta un altro segnale forte del nostro impegno condiviso”, ha commentato Luca Villa, CEO di Metinvest Adria.
“Con Metinvest condividiamo una visione industriale e tecnologica che guarda al futuro dell’acciaio. Il nostro impegno è quello di portare a Piombino le migliori soluzioni tecnologiche disponibili sul mercato, in particolare quelle legate alla produzione siderurgica green. L’impianto sarà progettato per garantire la massima efficienza e un impatto ambientale minimo, facendo di Piombino un riferimento europeo per l’innovazione sostenibile nel settore”, ha dichiarato Marco Lerz, Head of Project Finance di Danieli Group.
L’Accordo di Programma – che prevede impegni sia delle parti pubbliche sia dell’azienda per l’insediamento di un impianto siderurgico moderno, tecnologicamente avanzato, competitivo e a basse emissioni – sarà ora illustrato alle organizzazioni sindacali. All’esito dell’incontro con le rappresentanze sindacali, si procederà alla formale sottoscrizione dell’accordo.
Urso: “un presidio al servizio delle imprese venete e dei cittadini”
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, ha inaugurato la Casa del Made in Italy di Venezia.
“La Casa del Made in Italy di Venezia sarà un presidio al servizio delle imprese venete – ha dichiarato il ministro Urso – non solo uno sportello informativo, ma uno spazio di ascolto e confronto con imprenditori, associazioni, sindacati e istituzioni. Al fianco delle imprese, ogni giorno“.
Il presidio territoriale del Mimit, con sede in via Torino 88, a Mestre, rappresenterà uno strumento prezioso a disposizione delle imprese e dei cittadini: una vera e propria cabina di regia che fungerà da raccordo tra le direzioni centrali del Ministero e i territori.
Il progetto si inserisce nella recente riorganizzazione funzionale del Ministero, volta a migliorare l’efficienza dell’intero Dicastero e delle sue articolazioni territoriali, introducendo nuovi ambiti di attività anche per gli Ispettorati territoriali già operativi.
Le Case del Made in Italy avranno il compito di fornire informazioni sui diversi strumenti e iniziative del Ministero, consentendo così a imprese e cittadini di cogliere al meglio le opportunità offerte dagli incentivi pubblici. Inoltre, opereranno in sinergia con gli stakeholder, raccogliendo le istanze del territorio, favorendo gli investimenti e sostenendo le attività produttive, lo sviluppo e l’occupazione.
Focus su cooperazione internazionale, legge europea sullo Spazio e comunicazioni satellitari
Rafforzare la cooperazione internazionale, sviluppare nuove sinergie e tutelare la competitività dell’industria spaziale attraverso la futura legge europea sullo Spazio, che dovrà bilanciare gli interessi di tutti gli Stati membri. Questi i temi al centro del colloquio tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy e Autorità delegata alle Politiche Spaziali e Aerospaziali, Sen. Adolfo Urso, e il vicepresidente della Commissione UE e Commissario europeo per la Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius, nell’incontro bilaterale che hanno avuto a margine dell’importante visita che li ha visti insieme in tre siti cruciali per la sfida spaziale europea.
Urso e Kubilius in mattinata hanno visitato le eccellenze dell’Italia spaziale rappresentate da Leonardo, e dalle sue società controllate e partecipate, e da Avio: prima il centro integrazione satelliti di Thales Alenia Space di Roma, insieme al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca; poi il Centro Spaziale del Fucino di Telespazio, accolti dal presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio. Infine, la sede di Avio a Colleferro.
“L’Italia è una grande potenza nella Space Economy con imprese protagoniste nella sfida spaziale dell’Unione Europea. La sua filiera d’eccellenza comprende i lanciatori VEGA-C di Avio, i satelliti di Thales Alenia Space, fino al controllo dei dati sull’osservazione della Terra, gestito dal sito strategico di Telespazio del Fucino”, ha dichiarato il ministro Urso. “Il vicepresidente Kubilius ha potuto constatare di persona come l’Italia abbia saputo impiegare efficacemente le risorse del PNRR nella realizzazione delle quattro space factories presenti nel nostro Paese, nel Lazio, in Piemonte, in Lombardia e in Puglia. Ha inoltre approfondito le capacità produttive di Thales Alenia Space, leader nei satelliti per l’orbita bassa e lo spazio profondo, e le potenzialità del Teleporto del Fucino, in Abruzzo, che ospiterà uno dei centri di controllo della costellazione europea IRIS²”.
Nel corso dell’incontro, che fa seguito al bilaterale tra Urso e Kubilius dello scorso gennaio a Strasburgo, il Ministro ha ribadito l’impegno del Governo italiano nel sostenere e promuovere la filiera spaziale, un’eccellenza a livello globale. Un impegno che si fonda sulla sempre più stretta collaborazione con l’UE e l’ESA, per raggiungere traguardi ancora più ambiziosi.
“La visita del vicepresidente Kubilius conferma quanto importante sia l’Italia nei progetti europei proprio in questo che il Commissario ha definito “il secolo dello Spazio”. L’obiettivo è garantire all’Europa un accesso autonomo allo Spazio, grazie ai programmi Avio e Ariane. È lo stesso approccio che vogliamo adottare anche per il completamento delle costellazioni europee, in particolare IRIS², così come per le costellazioni satellitari nazionali, previste nel programma del nostro governo”.
In mattinata, Urso e Kubilius hanno visitato il centro integrazione satelliti di Thales Alenia Space (joint venture Thales e Leonardo) di via Tiburtina a Roma, polo strategico per la capacità produttiva italiana nei sistemi satellitari, nelle telecomunicazioni e nell’osservazione della Terra. Qui vengono integrate le componenti necessarie alla realizzazione di satelliti di piccole e medie dimensioni per programmi nazionali ed europei, come Galileo e COSMO-SkyMed di seconda generazione, i satelliti del programma IRIDE e il terzo satellite per la Difesa, Sicral.
Urso e Kubilius hanno quindi raggiunto il Centro Spaziale del Fucino di Telespazio (joint venture tra Leonardo e Thales), il primo e più importante “teleporto” al mondo per usi civili, dove si svolgono attività di controllo in orbita dei satelliti, servizi di telecomunicazioni e televisivi su scala globale. Infine, Urso e Kubilius hanno visitato la sede di Avio a Colleferro, nel Lazio.
“La Space Economy è centrale per l’economia italiana: con questa consapevolezza un anno fa abbiamo avviato l’iter per la prima legge italiana sullo Spazio”, ha ricordato Urso, sottolineando la necessità di una proposta normativa condivisa tra gli Stati membri dell’UE per la futura legislazione spaziale europea. “L’Italia ha elaborato un non-paper con Germania e Repubblica Slovacca – ha spiegato il Ministro – per indirizzare l’UE in questo. La legge dovrà riflettere gli interessi dell’Unione, bilanciare i ruoli pubblici e privati, promuovere il settore spaziale europeo salvaguardando la competitività industriale e puntare all’autonomia strategica. Infine, dobbiamo garantire insieme un sistema di comunicazioni satellitari sicure, resilienti e a bassa latenza, fondamentali per difesa, istituzioni e servizi pubblici nella nostra casa comune europea”. Urso e il commissario Kubilius hanno poi raggiunto lo stabilimento Avio a Colleferro.
Il Commissario Kubilius è poi atteso nel pomeriggio in Parlamento, in audizione presso le Commissioni Politiche Ue di Camera e Senato, accompagnato sempre dal ministro Urso. “Sarà anche l’occasione per confrontarsi sul testo del ddl sulla Space economy, all’esame conclusivo del Senato, che sarà di ispirazione per il Regolamento europeo sullo Spazio che Kubilius sta realizzando”.
Urso: scongiurati i licenziamenti e avviato piano di investimenti per sviluppo di un’azienda strategica per il comparto aeronautico italiano
Dopo anni di vertenza si conclude positivamente un’altra complessa crisi industriale. Firmato al Mimit, alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, l’accordo quadro per il rilancio e lo sviluppo produttivo del Gruppo Dema, azienda attiva nella progettazione e ingegneria per il settore aeronautico acquisita da Adler Aero Spa – società del Gruppo Adler Pelzer, operativa nella realizzazione di componenti per aerei ed elicotteri.
“Questo accordo chiude la lunga vertenza del Gruppo Dema, scongiura i licenziamenti e avvia un piano di investimenti che rilancerà le attività di un’azienda strategica per il comparto aeronautico italiano”, ha dichiarato il Ministro Urso. “È tanto più significativo – ha aggiunto – perché conferma la solidità del tessuto produttivo meridionale e la capacità degli imprenditori italiani di assumersi responsabilità importanti per il sistema economico nazionale, con coraggio e visione. Con questa operazione rafforziamo la filiera aerospaziale italiana, settore chiave per la competitività, l’innovazione e l’autonomia industriale dell’Italia e dell’Europa, come ci ha confermato proprio oggi il vicepresidente della Commissione europea Andrius Kubilius nella visita ai principali siti produttivi italiani del settore dello spazio”.
Infatti, con l’accordo sottoscritto – firmato dalle strutture del Mimit, dal ministero del Lavoro, dai rappresentanti delle Regioni Campania e Puglia, e dalle organizzazioni sindacali – Dema e Adler Avio si impegnano a effettuare investimenti per 12 milioni di euro volti all’innovazione tecnologica, alla modernizzazione e ottimizzazione degli impianti con l’obiettivo di concentrare e sviluppare le attività industriali, salvaguardando tutti gli stabilimenti produttivi. Nel sito di Somma Vesuviana sarà inoltre insediato un centro di ricerca per le aerostrutture.
Le aziende si impegnano altresì a non effettuare licenziamenti e garantire livelli occupazionali superiori a quelli previsti dal piano concordatario che era stato omologato dal Tribunale. Con questa operazione si rafforza la presenza in Campania e in Puglia del polo aeronautico italiano che ha il suo perno in Leonardo, ma che si caratterizza anche per una qualificata presenza sul territorio di aziende attive nella fornitura di componenti e nella progettazione industriale.
Appello del Ministro alla responsabilità condivisa
Un piano di rilancio dell’ex Ilva con due fasi di intervento, il ruolo centrale dell’indotto per le attività manutentive e una gestione responsabile e condivisa dell’impatto occupazionale. Questi i temi principali che sono stati affrontati durante la riunione convocata e presieduta dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, per fare il punto sulla situazione dell’indotto dell’ex Ilva di Taranto, alla luce delle recenti criticità produttive.
La riunione si inserisce nel percorso di confronto permanente promosso dal Mimit con tutti gli attori coinvolti e segue l’incontro con le organizzazioni sindacali tenutosi nei giorni scorsi a Palazzo Chigi, durante erano state illustrate le conseguenze del sequestro dell’Altoforno 1, disposto dalla Procura.
Urso ha aperto il tavolo ripercorrendo quanto è stato fatto dal Governo negli ultimi 15 mesi, dal commissariamento di Adi al ristoro con 120 milioni alle imprese dell’indotto, dall’indennizzo ai cittadini di Tamburi al percorso verso la piena riconversione green del sito di Taranto e all’inaugurazione del Tecnopolo del Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile. Un richiamo poi alla responsabilità condivisa: “il negoziato con Baku Steel è giunto ora a un punto cruciale: è necessario che tutti facciano la propria parte con responsabilità. Mi appello a tutte le parti, enti locali e rappresentanze sociali, perché sia creato il clima migliore per la conclusione della trattativa”.
Durante l’incontro è stato affrontato, in particolare, l’impatto sull’intera filiera dell’indotto, già destinataria nei mesi scorsi dei ristori previsti nell’ambito dell’amministrazione straordinaria, ma oggi esposta a nuove difficoltà con il sequestro dell’Afo1 e la mancata autorizzazione al colaggio dei fusi che gravano sull’azienda e ne ostacolano il percorso verso la decarbonizzazione.
Il ministro ha però assicurato che pur in un contesto di attività produttiva dimezzata per i prossimi 7-8 mesi, l’indotto manterrà un ruolo centrale per le attività manutentive e per il rilancio di Taranto, contribuendo all’esecuzione degli interventi necessari ad abilitare il rialzo dei livelli produttivi e il ripristino degli impianti.
È stato quindi illustrato il piano di rilancio che prevede due fasi: investimenti per la manutenzione straordinaria degli impianti, poi una transizione green con nuovi impianti e dismissione di quelli obsoleti. Urso ha ricordato che Afo2 è attualmente in manutenzione e potrà tornare operativo solo tra 4 e 5 mesi. Successivamente, sarà la volta di Afo4, per una manutenzione programmata della durata di 2-3 mesi. Solo al termine si potrà ritornare a operare con due altoforni in marcia e quindi con una capacità produttiva di 4 milioni di tonnellate di acciaio all’anno. “Nel frattempo – ha aggiunto il ministro – affronteremo l’impatto occupazionale con responsabilità insieme a sindacati e istituzioni locali”.
Il Ministro ha poi sottolineato che non tutto l’indotto sarà colpito e ha annunciato l’istituzione di un gruppo tecnico con i commissari, per distinguere le imprese dell’indotto effettivamente danneggiate da quelle meno coinvolte, così da garantire ristori equi ed efficaci basati su dati oggettivi.
Nel frattempo, Urso ha annunciato l’introduzione, su richiesta della Regione, di una norma per sbloccare le risorse inutilizzate dalla Puglia che verrà inserita nel prossimo decreto-legge che dovrà affrontare gli aspetti contingenti. Intanto si sta lavorando all’accordo di programma con Regione, Comune, Provincia, Autorità portuale e ministeri competenti per un futuro basato su tre forni elettrici, impianti DRI, cattura della CO₂ e piena decarbonizzazione del sito siderurgico. Tre le condizioni chiave per la riuscita del piano: consenso sull’approdo della nave rigassificatrice, un’AIA tra le più avanzate in Europa ma economicamente sostenibile e la continuità produttiva per evitare il collasso degli impianti e la perdita di quote di mercato
Il nuovo soggetto e il piano industriale verranno presentati al Mimit a sindacati ed enti territoriali il 10 giugno
“La Perla è salva! Siamo pronti ad assegnare questo simbolo del Made in Italy a un soggetto industriale che garantirà marchio, sito produttivo e tutti i 210 occupati, con ulteriori 40 nuove assunzioni. Un risultato straordinario, frutto di un grande lavoro di squadra“.
Questo quanto annunciato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso al tavolo La Perla che si è tenuto presso lo stabilimento dell’azienda a Bologna, cuore pulsante delle attività manifatturiere del marchio fiore all’occhiello della moda italiana, a cui hanno partecipato lavoratori, istituzioni locali e organizzazioni sindacali.
Durante l’incontro il Ministro ha ringraziato per l’impegno profuso nel dossier il sottosegretario con delega alle crisi di impresa, Fausta Bergamotto, i commissari, dei curatori italiani, dei liquidatori inglesi e dello staff del Mimit, evidenziato che il nuovo soggetto industriale verrà presentato ai sindacati e agli enti territoriali il prossimo 10 giugno in un nuovo incontro al Ministero. Nel frattempo, verrà anche definita con il Ministero del Lavoro la norma per la proroga della cassa integrazione, in attesa che si compiano tutte le procedure per il trasferimento al nuovo acquirente, norma che sarà presente in un prossimo decreto-legge.
Il piano industriale che verrà presentato, ha aggiunto Urso durante l’incontro, prevede “non soltanto l’assunzione dei 210 dipendenti coinvolti nelle procedure LPM e LPMG ITA, ma anche un incremento della forza lavoro con ulteriori 40 nuove assunzioni. Elemento qualificante del progetto è la volontà di mantenere e rilanciare il sito produttivo di Bologna, investendo nella sua progressiva riattivazione come cuore manifatturiero del marchio. Una scelta che, ben oltre il valore simbolico, riflette una strategia chiara di valorizzazione del Made in Italy come tratto identitario del brand”.
Il ministro Urso e le strutture del Mimit hanno infine evidenziato al Tavolo come la vertenza La Perla rappresenta un caso senza precedenti: per la prima volta, sotto la regia del Ministero, sono state armonizzare più procedure, anche con finalità liquidatoria, una di diritto britannico e una italiana, convergendo verso un’unica soluzione industriale.
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