Se Internet fosse una nazione – afferma il Global Carbon Project – sarebbe la quarta più inquinante al mondo”. E la conferma arriva dall’analisi effettuata dall’Osservatorio Esg Karma Metrix sui bilanci di sostenibilità delle “Faang” – Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Google – secondo cui in un anno le cinque Big Tech hanno consumato una quantità di energia pari a 49,7 milioni di megawattora (MWh), più elevata del Portogallo (48,4 milioni MWh) e della Grecia (46,2 milioni MWh), e quasi come la Romania (50 milioni MWh).

Triplicate le emissioni di Co2

Dal 2018 al 2020 il consumo di energia dei cinque colossi americani quotati al Nasdaq è quasi triplicato. Inoltre secondo l’analisi, presentata da AvantGrade.com in vista della Giornata Mondiale dell’Ambiente, negli ultimi tre anni le 5 aziende tecnologiche hanno emesso 98,7 milioni di tonnellate di Co2, più di tutta la Repubblica Ceca (92,1), con un aumento aggregato delle emissioni totali del 17% dal 2018 al 2020.

30 Giugno 2022 – 14:30

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Le strategie “green” di Apple e Google

Tra le cinque aziende spiccano tuttavia “dei segnali positivi di riduzione della CO2 di Apple e Google – spiega lo studio -, grazie al maggior peso delle fonti energetiche rinnovabili e alla ricerca attiva di efficienza energetica nei loro data center“. Si ricorda infatti che Internet produce emissioni di Co2 sia per le modalità poco efficienti di realizzare siti web e app, sia per i combustibili fossili che alimentano i data center.

“Sulla sostenibilità digitale alcune Big Tech hanno capito che la salvezza del pianeta passa in primis dalla ricerca maniacale della massima efficienza tecnica e del risparmio energetico –  commenta Ale Agostini, ideatore di Karma Metrix, algoritmo che misura e migliora l’impatto ambientale dei siti Internet in termini di emissioni di Co2 -. Piantare alberi non basta. Ogni azienda che investe in digital deve intervenire alla radice con misurazioni e azioni che permettano di contenere le emissioni derivanti dal digitale”.

La classifica delle società più inquinanti

Analizzando nel dettaglio le singole aziende, lo studio rileva che Apple è riuscita a risparmiare 14 milioni di tonnellate di Co2 nel 2021, oltre ad aver creato un “Recovery Fund” da 200 milioni di dollari da investire in progetti per il clima.

Google, nonostante abbia incrementato il consumo energetico, ha ridotto le emissioni “grazie a 3,3 miliardi di dollari di investimenti nelle energie rinnovabili tra 2010 e 2020”, accanto a una “efficienza estrema dei dati center”.

Amazon invece è l’azienda con la più forte crescita delle emissioni Co2, anche perché, “a differenza delle altre, ha una più forte componente logistica oltre a quella informatica di Amazon Web Services”.

Facebook “dichiara di aver raggiunto, nel 2020, il 100% di fonti di energia rinnovabile. “Tuttavia – si legge nello studio – ci sono i data center e il metaverso”, altamente energivori . L’azienda di Zuckerberg ha due data center in pipeline, a Kuna (Usa) e in Spagna.

Netflix è l’azienda con il peso più limitato essendo l’unica a non avere data center.

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