di Gaia Piccardi, inviata a Torino

Zverev conquista il trofeo superando Medvedev, che si conferma come unica alternativa a Djokovic. Organizzazione criticata per come ha trattato pubblico e media

L’esperimento, tra polemiche e legittime lamentele del pubblico pagante, è riuscito. Era il 2018 quando Andrea Fossati, presidente del comitato regionale ligure, telefonava ad Angelo Binaghi, n.1 della Federtennis, per dargli una dritta: l’Atp sta per indire una gara per il quinquennio 2021-2025, il Master è sul mercato. Le Atp Finals made in Italy sono una solida realtà che può solo migliorare.

Il torneo 8
Due ritiri dolorosi, Berrettini e Tsitsipas. Si gioca troppo, e troppo a lungo. E il Master, che arriva a fine stagione, ne soffre. Meglio il Medvedev-Zverev del girone che la finale, priva di elettricità. Alto il livello della semifinale tra Zverev e Djokovic, ma il match più appassionante è stato quello più inutile: Medvedev sicuro di vincere il girone contro la riserva Sinner, già eliminato. Paradossi di una formula eretica e di una programmazione insensata.

Zverev 9
Il vincitore, esattamente come nel 2018, si laurea maestro dei maestri perdendo un match per strada (a Londra con Djokovic, a Torino con Medvedev). Una soluzione che i puristi del tennis non accetteranno mai. Per il 10, ripassare.

Medvedev 8
Aspettando il ritorno di Rafa Nadal, il moscovita sghembo è l’alternativa allo strapotere di Djokovic, che quest’anno (a New York) ha mancato il Grande Slam per colpa sua. Storto, antipatico a corrente alternata (gli sbadigli in faccia a Sinner), geniale come Kasparov quando batte il computer Ibm Deep Blue, sicuramente personaggio.

Djokovic 7
Il voto è influenzato dall’ostinata contrarietà al vaccino anti Covid che, salvo clamorosi colpi di scena, spingerà il re del tennis a saltare l’Australian Open, il primo Slam stagionale che ha deciso di adottare il super Green Pass: ti vaccini o stai a casa. Combattendo la sua battaglia per la libertà di scelta, il Djoker quest’anno ha sbagliato solo due match: con Medvedev all’Open Usa e con Zverev alle Finals. Peccati veniali, se non fosse per la deriva no Vax.

Sinner 10
Rimasto fuori dal rotary degli otto titolari delle Finals per un soffio, il barone rosso ha esordito tra i maestri dedicando la vittoria su Hurkacz a Berrettini con azzeccata mossa di cuore e marketing e ingaggiando un corpo a corpo entusiasmante con Medvedev, che aveva sbranato 6-0 il primo set. A vent’anni, in attesa di trasformarsi in uomo Davis il prossimo weekend, cosa si poteva chiedergli di più?

Berrettini s.v.
Oscar alla sfortuna, la conferma che, sbilanciato com’è nel fisico (il torace di Hulk montato sulle caviglie di Nureyev), dovrà convivere con la sua fragilità per tutta la carriera. L’infortunio che lo priva del gran finale di stagione, Finals più Davis, è uno scippo per cui non esiste risarcimento. Se quel che non ti uccide ti fortifica, Berrettini è sulla strada della consistenza granitica.

L’organizzazione 5
La pandemia non ha collaborato, il Cts che — con i contagi in rapida risalita — non ha concesso deroghe alla capienza del Pala Alpitour (sede perfetta per l’evento) è stato frainteso come il nemico da combattere. Al netto degli alibi, nulla giustifica i disagi per gli spettatori: bagni fuori uso la prima domenica, ristorazione mediocre, attese al freddo o sotto la pioggia. Giustissimo coccolare i tennisti, ma pubblico e media (tribuna stampa sul tetto) meritano lo stesso rispetto.

22 novembre 2021 (modifica il 22 novembre 2021 | 07:27)

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