Nei confronti dell’attrice Claudia Rivelli, sorella di Ornella Muti, raggiunta dalla misura cautelare dei domiciliari, l’accusa è di importazione e cessione di sostanze stupefacenti

Tra le persone arrestate dai Nas, nell’operazione contro il traffico di sostanze stupefacenti tra cui la droga dello stupro, c’è anche Claudia Rivelli, 71 anni, attrice e sorella dell’attrice Ornella Muti.

Nei confronti della donna, raggiunta dalla misura cautelare dei domiciliari, l’accusa è di importazione e cessione di sostanze stupefacenti. A coordinare le indagini è il procuratore aggiunto di Roma, Giovanni Conzo.

Rivelli era già stata arrestata il 15 settembre scorso, dopo che nella sua casa a Roma erano stati trovati dagli agenti della Polaria tre flaconi con un litro di sostanza Gbl (conosciuta come droga dello stupro). La donna era stata poi immediatamente liberata.

Nell’ambito del processo per direttissima la donna si era difesa affermando di avere inviato la sostanza al figlio che vive a Londra «perché lui la usa per pulire l’auto» mentre lei la utilizza per «lucidare l’argenteria».

Nel capo di imputazione, citato nell’ordinanza, si afferma che l’indagata ha importato «illecitamente dall’Olanda, con cadenze trimestrali, vari flaconi di Gbl provvedendo a inviarne parte al figlio residente a Londra dopo averne sostituito confezione ed etichetta riportante indicazione “shampoo” in modo da trarre in inganno la dogana».

Le chat con il figlio
«Pacco arrivato e nascosto». E ancora: «Fammi sapere notizie mano a mano, se no mi agito troppo fino a giovedì». Sono alcuni stralci delle chat su WhatsApp tra Claudia Rivelli e il figlio. «Il tenore delle chat e la circostanza che l’indagata camuffasse il reale contenuto delle spedizioni — scrive il gip della Capitale — appaiono elementi oggettivamente indicativi della piena consapevolezza e della volontà di quest’ultima di realizzare condotte penalmente rilevanti, ponendosi quale schermo per agevolare il figlio nell’importazione di sostanza nel Regno Unito dove è considerata illegale al pari dell’Italia, in tal modo riuscendo ad aggirare i controlli doganali».

L’operazione
Sono trentanove le misure cautelari (11 per il carcere e 28 per gli arresti domiciliari) disposte nell’ambito della maxi operazione dei carabinieri del Nas per vari reati: autoriciclaggio, importazione e traffico aggravati di fentanyl, catinoni sintetici e altri principi farmacologici acquistati sul deep e sul darkweb. I carabinieri hanno individuato a Roma il laboratorio più importante: qui venivano portati litri di Gbl da tutta Europa, Canada e Stati Uniti.

Oltre a Rivelli, sono stat raggiunti dalle misure cautelari anche un dentista, un avvocato, un funzionario pubblico locale, un architetto, due ex appartenenti alle forze armate, due impiegati di banca e un insegnante di scuola media che faceva arrivare le sostanze proprio nell’istituto dove lavorava.

Gli agenti hanno individuato 290 spedizioni per un valore di mercato di quasi 5 milioni di euro. I pacchi venivano pagati in criptovaluta e inviati a destinatari inesistenti, mentre i corrieri trasportavano plichi in tutta Italia senza sapere cosa ci fosse. Stando alle indagini, i capi della banda reinvestivano poi i proventi del traffico di stupefacenti in bitcoin.

In due operazioni sotto copertura sono stati sequestrati 42 litri di Gbl per quasi 51 mila dosi e oltre quattro chili di altre sostanze intercettate dai carabinieri che hanno arrestato tre importatori in flagranza, compreso il titolare di una casa famiglia per minorenni.

Il militare trafficante
Sempre fra le persone arrestate, come detto, e come riporta l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Roberto Saulino, anche ex militari, in particolare uno che si faceva spedire droga tramite corriere Ups dall’Olanda fino alla caserma dove prestava servizio nel 2019, quella della Brigata Alpina Julia a Belluno, e ancora un insegnante di musica in una scuola media in provincia di Cremona sempre nello stesso periodo. Inoltre ci sono attività commerciali e officine, ma anche un’agenzia di credito di Banca Intesa San Paolo a Grottaferrata, vicino Roma, utilizzata di nascosto da un dipendente per farsi recapitare le sostanze stupefacenti.

Il politico «senatore»
Nelle chat citate dal gip anche un riferimento ad un «politico», non identificato dagli inquirenti. «Tra i vari episodi di vendita emerge in particolare quello riguardante un personaggio dai sodali definito `il politico´ verosimilmente senatore della Repubblica», afferma il gip. In un’altra intercettazione uno dei pusher afferma: «Io amore sto andando dal politico quello lì che abita davanti alla Corte di Cassazione? mi è uscita `sta cosa qui al volo”.

27 ottobre 2021 (modifica il 27 ottobre 2021 | 17:13)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Source

0
Inserisci un commento.x