Formazione digitale di cittadini e rafforzamento della cybersecurity. Sono i pilastri del nuovo programma triennale per lo sviluppo dell’Ict, dell’e-government e delle infrastrutture telematiche per il 2023-2025 approvato dalla Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia . “In merito al primo obiettivo – ha spiegato l’assessore regionale ai Sistemi informativi, Sebastiano Callari – lavoriamo affinché la grande parte della popolazione, ma almeno il 40 per cento dei nostri cittadini, da qui al 2026 riceva un minino di alfabetizzazione digitale sia attraverso i Centri digitali diffusi già attivati da Insiel, sia attraverso i Comuni nella formazione diretta ai dipendenti”.
Focus sulla cybersecurity
Rafforzare la sicurezza informatica è l’altra urgenza, come dimostrato dal recente attacco subito dal Comune di Gorizia, rimasto isolato per settimane. “L’attacco è stato alla fine risolto, ma ha evidenziato l’enorme problema della diffusione della criminalità organizzata nelle reti digitali e la necessità di rendere il sistema il più resiliente possibile. Nessuno – ha aggiunto Callari – sarà mai al sicuro del tutto, come dimostrano i casi di violazione a agenzie statunitensi dotate di sistemi assai sofisticati di difesa, ma la prevenzione attraverso un solido sistema integrato regionale permetterà di aumentare la resilienza contro gli hacker”.
Trend e prospettive future nel mercato del log management
Sanità, parola d’ordine: interconnessione
Il piano punta anche all’interconnessione delle strutture sanitarie. “A livello nazionale si sta discutendo della possibilità di connettere tutti gli istituti sanitari attraverso una fibra ultraveloce: in Friuli Venezia Giulia questa è già una realtà e quindi in regione si punta ad un’implementazione della potenza fino ad arrivare a 10 Giga. L’obiettivo – ha spiegato l’assessore – è quello di preparare il sistema a supportare il trasferimento di dati molto pesanti, come immagini di diagnostica computerizzata e immagini radiologiche, che oggi hanno difficoltà a viaggiare sulla rete”.
Pagamenti digitali, spunta l’asse Olivetti-Nexi. La società specializzata nell’IoT che opera nell’ambito di Tim Enterprise, e la PayTech annunciano l’avvio di una collaborazione in ambito tecnologico e commerciale.
Gli obiettivi dell’intesa
Grazie all’accordo, le due società metteranno a fattor comune le rispettive competenze per arricchire l’offerta di sistemi di cassa evoluti Olivetti con le soluzioni di pagamento digitale Nexi. Insieme le due aziende condivideranno un percorso per lo sviluppo e la commercializzazione di soluzioni fiscali e di pagamento integrate per il mercato retail. È prevista, inoltre, una collaborazione commerciale per la diffusione delle soluzioni Nexi attraverso la rete di vendita Olivetti, che conta oltre 300 business partner tra dealer e distributori e una presenza capillare su tutto il territorio nazionale.
Trasformazione digitale in negozio: tutto inizia dal punto cassa
Valorizzare i registratori di cassa
La partnership tra Olivetti e Nexi, sancita dalla firma di un protocollo d’intesa, consentirà di valorizzare la complementarità tra pagamenti al dettaglio e sistemi di cassa con l’obiettivo di accelerare la diffusione dei pagamenti elettronici. Grazie alle nuove soluzioni gli esercenti (merchant) potranno sottoscrivere un’unica offerta per dotarsi di un registratore di cassa evoluto e di un servizio di pagamento digitale, oltre a migliorare la gestione quotidiana del business beneficiando di un servizio integrato in grado di offrire un’esperienza d’acquisto sicura e veloce.
Il mercato dei pagamenti digitali in Italia
L’annuncio della collaborazione arriva in un momento in cui la corsa ai pagamenti digitali sta contagiando anche Pmi e micro-imprese italiane in-store. Secondo l’Osservatorio Visa l’89% dei merchant si attende una prevalenza di pagamenti digitali in-store nell’arco di 3-4 anni. Tra i vantaggi individuati, aumento dei volumi (26%), velocità di accredito (24%), protezione dalle frodi e risarcimento in caso di truffa o rapina (21%), maggior facilità nell’accettare pagamenti da turisti stranieri (21%).
Gli utenti non si affidano più esclusivamente alle carte per i pagamenti elettronici: smartphone e wearable sono sempre più utilizzati, il 66% degli esercenti rileva un sostanziale aumento nell’uso di questi device da parte della propria clientela, connesso a un contestuale incremento delle soluzioni contactless anche per i pagamenti con carta.
l trend trova conferma nelle dichiarazioni raccolte presso la popolazione, con il 68% degli italiani intervistati che dichiara di aver utilizzato più spesso negli ultimi anni la carta in modalità contactless per pagare i propri acquisti. Tra le soluzioni tecnologiche che potrebbero ulteriormente facilitare la diffusione dei pagamenti digitali le soluzioni Tap To Phone: il 73% dei non user si dichiara interessato nel prossimo futuro ad adottarlo, ricevendo così i pagamenti direttamente tramite il proprio smartphone.
La dott.ssa Marina Carcea, dirigente tecnologa al CREA di Roma, ospite a Il Mio Medico del 10 giugno 2021
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Sette progetti per promuovere la competitività dei territori
Sono sette le iniziative ammesse al finanziamento per la realizzazione delle nuove Case delle tecnologie emergenti, che puntano a creare centri di trasferimento tecnologico verso le piccole e medie imprese su temi come la blockchain, l’internet of things, l’intelligenza artificiale e le tecnologie quantistiche.
I progetti vincitori del bando 2022, che promuove partenariati tra sistema della ricerca e imprese, sono stati presentati dai seguenti comuni:
Bologna
Napoli
Taranto
Genova
Pesaro
Cagliari
Campobasso.
I partenariati, promossi nell’ambito del Programma di supporto alle tecnologie 5G, dovranno sostenere la competitività dei territori sviluppando progetti di ricerca, sperimentazione e trasferimento tecnologico.
L’obiettivo è coniugare le competenze di università e centri di ricerca con le esigenze del tessuto imprenditoriale promuovendo l’utilizzo delle tecnologie emergenti collegate allo sviluppo delle reti di nuova generazione 5G.
Gli interventi sono finanziati per un ammontare complessivo di circa 80 milioni di euro a valere sul Fondo sviluppo e coesione 2014-2020.
Con la pubblicazione della nuova graduatoria il Ministero compie un altro passo in avanti per sostenere la digitalizzazione del Paese: i progetti vincitori del nuovo bando si aggiungono infatti alle Case delle tecnologie emergenti già avviate, negli anni passati, a Matera, Bari, Torino, L’Aquila, Prato e Roma.
Addio all’app Immuni. Dal 31 dicembre sarà dismessa la Piattaforma unica nazionale per la gestione del Sistema di allerta Covid-19 e la relativa applicazione, lanciata nel giugno del 2020 per allertare le persone entrate in contatto stretto con altre risultate positive al coronavirus pandemico. Lo comunica il ministero della Salute, precisando che dalla stessa data “verrà interrotto ogni trattamento di dati personali effettuato” dal dicastero “ai sensi dell’articolo 6 del decreto legge 30 aprile 2020, n. 28, convertito con modificazioni dalla legge 25 giugno 2020, n. 70”.
Stop negli store online
La App Immuni, dunque, non sarà più disponibile negli store delle applicazioni mobile (Apple, Google, Huawei). E sugli smartphone dei cittadini che l’hanno installata – precisa il ministero – non funzionerà più per attivare e ricevere le notifiche di allerta di eventuale contatto stretto con altri utenti dell’applicazione per le finalità del contact tracing digitale. L’App Immuni, infine, non sarà più utilizzabile per acquisire le certificazioni verdi Covid-19 (i cosiddetti Green pass), ma solo per conservare quelle già acquisite. Sarà possibile recuperarle con gli altri strumenti online disponibili: App Io, Fascicolo sanitario elettronico oppure direttamente sul sito www.dgc.gov.it.
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