Entro il 18 novembre la presentazione dei progetti Sono aperti fino al 18 novembre 2022 i termini per presentare i progetti di nuove Case delle tecnologie emergenti da realizzare sul territorio nazionale, dopo quelle già avviate nelle città di Torino, Roma, Bari, Prato e L’Aquila. Per il rifinanziamento della misura il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha stanziato 80 milioni di euro destinati ai Comuni coperti dalla rete banda ultralarga che, insieme a Università, Centri di ricerca e imprese, puntano a sviluppare programmi di ricerca, sperimentazione e trasferimento tecnologico verso Startup e PMI, basati sull’utilizzo della Blockchain, Intelligenza Artificiale, Web of things, Crypto Asset, il 6G e le tecnologie quantistiche. Per maggiori informazioni Valutazione attuale: 1/ 5 Source
Il dossier dei dossier sul tavolo del Governo Meloni nella partita della transizione digitale sarà quello della scuola. Ne è convinto Lorenzo Greco, Chief Revenue Officer del Gruppo Lutech, secondo il quale non solo “l’investimento sul Pnrr deve assolutamente andare avanti” ma “rappresenta la priorità”. Greco teme uno sfilacciamento nella fase di execution: “Quel che temiamo è la frammentazione di risorse e progetti. Ci sono 1,5 miliardi a disposizione ma erogare migliaia di euro per singolo istituto senza avere un’idea di come vengano spesi i soldi e soprattutto quali siano le lacune non ha senso”.
Greco, come fare allora a mandare avanti il progetto nella maniera giusta?
Abbiamo già vissuto l’esperienza del Covid: se si lascia la gestione ai singoli istituti il risultato è che ci si trova con scuole super-avanzate e altre che non hanno nemmeno la connessione a internet. Non bisogna lasciare solo ai dirigenti scolastici l’onere dei progetti, che invece vanno integrati in logica di sistema e gestiti da chi ha competenze. Serve una regia centrale con la mobilitazione dei principali player nazionali. Come Lutech ci proponiamo come guida di un consorzio-polo che permetta questa sfida.
La scuola dunque è la priorità. E sulla digitalizzazione della PA cosa ne pensa?
Intanto mi lasci dire che non sono d’accordo con chi demonizza la pubblica amministrazione e sostiene che la digitalizzazione è all’anno zero: la digitalizzazione c’è, magari a macchia di leopardo, magari concentrata sulle PA centrali e sulle grandi PA locali, ma i passi in avanti sono stati enormi e c’è un elemento che non viene spesso preso in esame e cioè che l’offerta dei servizi digitali è più ampia della domanda. La PA per certi versi è più avanti rispetto alla capacità media del cittadino di usarle i servizi digitali. Ed è su questo fronte che bisogna lavorare. Lutech è leader nel Crm as a service e dunque abbiamo tutte le carte in regola per aiutare la PA a trasformare la relazione con i cittadini e le imprese. Fare la PA digitale significa erogare servizi digitali e la questione non è tecnologica né di risorse perché ce ne sono in abbondanza. Nei primi nove mesi dell’anno abbiamo portato a caso 5 accordi quadro che riguardano la trasformazione verso il cloud nella parte Iaas-Paas e soprattutto la produttività individuale e la collaboration. E sono in fase di aggiudicazione altri accordi sui servizi applicativi in cloud e il mondo Crm as a service.
Andiamo agli investimenti, quelli in Puglia in particolare. Avete appena annunciato una nuova tranche da 10 milioni che vanno ad aggiungersi ai 14 già messi in campo a inizio 2022 per il polo di Valenzano, in provincia di Bari. Perché proprio la Puglia?
Per due ragioni fondamentali. La prima è che l’amministrazione regionale e quelle locali hanno lavorato molto e bene negli ultimi anni per incentivare e attrarre investimenti nell’ambito technology e per utilizzare in maniera accorta i fondi europei. La seconda è che il contesto è supportato da un’ottima offerta universitaria. Dunque la Puglia è una regione che ha saputo creare un circolo…
Giorgetti,”si concretizza disegno industriale per accompagnare filiera e cittadini verso transizione green” Dalle ore 10 del 2 novembre 2022 si aprono sulla piattaforma ecobonus.mise.gov.it le prenotazioni per i nuovi incentivi destinati all ‘acquisto di automobile non inquinanti fino a 60 g/km CO2, così come stabilito dal DPCM adottato dal Governo su proposta del ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.
“Con l’avvio di questa misura si concretizza il disegno industriale avviato all’inizio del mio mandato per accompagnare la filiera e i cittadini verso la transizione green, puntando su un approccio pragmatico che tenga conto non solo degli effetti economici e ambientali ma anche di quelli sociali“, dichiara Giorgetti. “Istituendo per la prima volta al Mise un fondo advertisement hoc da 8,7 miliardi di euro, sono stati resi strutturali finanziamenti e strumenti dedicati sia al lato dell’offerta che a quello della domanda, con l’obiettivo di imprimere una specialty accelerazione nella diffusione di car meno inquinanti e un solido sostegno alle produzioni industriali italiane“.
Le novità introdotte riguardano innanzitutto i cittadini con un reddito inferiore a 30 mila euro, che per l’acquisto di veicoli di categoria M1, elettriche e ibride plug-in, potranno beneficare per l’anno 2022 di un incremento del 50% dei contributi finora previsti sulla base delle risorse già stanziate.
In particolare, gli incentivi saranno così rimodulati:
fino a un massimo di 7.500 euro di contributi con rottamazione (4.500 euro senza rottamazione) per l’acquisto di nuovi veicoli con emissioni comprese nella fascia 0-20 g/km CO2 e con prezzo di listino della casa automobilistica pari o inferiore a 35.000 euro IVA esclusa;
fino a un massimo di 6.000 euro di contributi con rottamazione (3.000 euro senza rottamazione) per l’acquisto di nuovi veicoli con emissioni comprese nella fascia 21-60 g/km CO2 e con prezzo di listino della casa automobilistica pari o inferiore a 45.000 euro IVA esclusa.
Inoltre, i nuovi ecobonus spetteranno anche alle persone giuridiche che svolgono attività di noleggio car con finalità commerciali, diverse dal automobile sharing, purché mantengano la proprietà dei veicoli almeno per 12 mesi e secondo la seguente ripartizione dei contributi:
fino a un massimo di 2.500 euro di contributi con rottamazione (1.500 euro senza rottamazione) per l’acquisto di nuovi veicoli con emissioni comprese nella fascia 0-20 g/km CO2 e con prezzo di listino della casa automobilistica pari o inferiore a 35.000 euro IVA esclusa;
fino a un massimo di 2.000 euro di contributi con rottamazione (1.000 euro senza rottamazione) per l’acquisto di nuovi veicoli con emissioni comprese nella fascia 21-60 g/km CO2 e con prezzo di listino della casa automobilistica pari o inferiore a 45.000 euro IVA esclusa.
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