Il webinar intende presentare alcune delle tecnologie presenti sui mezzi che vengono impiegati nei vigneti. Cosa ha comportato in questo settore l’arrivo della sensoristica sui mezzi agricoli: benefici e costi, gestione e analisi dei dati raccolti. Come il knowledge raggiunto potrà aiutare il singolo imprenditore agricolo nel futuro a scegliere la soluzione che meglio si addice alla propria realtà aziendale.
ePrice è ancora a rischio fallimento, ma Negma conferma la sua proposta di salvataggio e il cda approva il bilancio con una perdita netta di 20,2 milioni (in miglioramento rispetto ai 34,6 milioni del 2020).
La sua controllata ePop, l’operatore e-commerce, specializzato nella vendita di prodotti high-tech (elettronica) e grandi elettrodomestici venduti online, a dicembre ha presentato la domanda di concordato, a giugno ha ceduto un ramo d’azienda ma non è bastato, ha presentato domanda di fallimento e il 30 giugno il Tribunale di Milano ha emesso la sentenza di fallimento.
Verso una società di investimento in realtà tech
Negma, gruppo di investimenti di Dubai guidato da Elaf Gassam, si è fatta avanti a marzo con una manifestazione d’interesse che prevede una ripatrimonializzazione della società per trasformarla poi in una società di investimento in realtà italiane ed europee attive nel settore tech. Il 26 luglio, si legge in una nota, la proposta è stata confermata “pur in presenza di significative incertezze”, quali la mancanza di risorse finanziarie che consentano al management di poter gestire l’operatività dell’emittente nel breve periodo anche in considerazione dei significativi debiti scaduti verso fornitori; la mancanza di un accordo con l’istituto finanziario che il 7 luglio ha presentato intimazioni di pagamento per 5,2 milioni, la mancata finalizzazione di un piano industriale economico-patrimoniale e finanziario, anche di breve termine, l’incertezza relativa al buon esito del programma di emissione delle obbligazioni convertibili.
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L’operazione consisterebbe in un bond convertibile a favore di Negma per un importo massimo di 20-22 milioni. Negma prevede poi “l’erogazione di risorse finanziarie iniziali ed un aumento di capitale da sottoscrivere mediante conferimenti in natura per l’acquisizione di ulteriori partecipazioni” a patto che ePrice resti quotata.
Ricavi in calo del 43,3%
Intanto ePrice ha chiuso il 2021 con una perdita lorda da attività in funzionamento di 20,2 milioni, in riduzione dai -32,8 milioni dell’anno precedente. I ricavi sono scesi del 43,3% a 58,3 milioni, con margine lordo a 13,7 milioni (-26,6%). Il margine operativo lordo rettificato dai costi relativi ai piani di stock option e stock grant e dagli oneri di riorganizzazione è in rosso per 11,6 milioni (da -13,6 milioni), con ebitda a -11,8 milioni (da -13,9) ed ebit a -18,9 milioni (da -32,6). A fine 2021 l’indebitamento finanziario netto era pari a 7,3 milioni.
E’ la Sapienza di Roma la prima – e unica – università italiana a piazzarsi tra le top 150 della Academic ranking of World Universities, la classifica firmata dalla Shanghai Ranking Consultancy. Ingegneria delle Tlc, aerospazio, Automation&Control, matematica e fisica i corsi di studio “eccellenti” che hanno fatto scalare la Sapienza di una fascia nella classifica rispetto agli anni precedenti (si trovava nel range 151-200).
Confermato il primato nazionale
Il 2022 è stato un anno di riconoscimenti per la Sapienza. In aprile l’ateneo si è confermato al primo posto in Italia nella classifica internazionale del Centre for World University Rankings collocandosi in 113esima posizione e tra le prime 200 migliori università al mondo nel QS (Quacquarelli Simonds) World University Rankings 2023. Inoltre la classifica 2022 per ambiti disciplinari conferma la Sapienza al primo posto a livello mondiale in Classics and Ancient History.
23 Settembre 2022 – 10:00
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“Il posizionamento di quest’anno è un ottimo risultato per la Sapienza – commenta la rettrice Antonella Polimeni – che vede confermato il suo primato a livello nazionale. La classifica ribadisce il prestigio dell’Ateneo nel panorama internazionale grazie alla qualità e al valore scientifico della nostra comunità accademica, di cui il recente Premio Nobel per la Fisica a Giorgio Parisi rappresenta il massimo riconoscimento. Il ranking premia in particolare le eccellenze nella ricerca scientifica, collocando la Sapienza nel novero delle research universities di riferimento a livello mondiale”.
Come funziona la classifica Arwu
La classifica Arwu considera le migliori 1.000 università mondiali sulle 2.500 censite tra le circa 18mila stimate a livello globale. Sono 6 i parametri di valutazione: i premi Nobel e le medaglie Fields di ex studenti o ricercatori, il numero di ricercatori altamente citati secondo Clarivate Analytics, le pubblicazioni su “Nature & Science”, le citazioni di pubblicazioni tecnologico-sociali.
Questi parametri sono poi correlati con lo staff accademico, dando un ulteriore parametro di produttività pro-capite (10 per cento). Per le prime 100 università della classifica vengono esplicitati posizione e punteggio. Le altre sono suddivise in gruppi da 50 o da 100.
Chi c’è sul podio mondiale
A livello globale, il primo posto della classifica è occupato da 20 anni dall’Università di Harvard, mentre la Stanford University e il Massachusetts Institute of Technology detengono rispettivamente la seconda e la terza posizione. A seguire la britannica Università di Cambridge e le americane Berkeley e Princeton.
In Europa continentale si piazza ancora al 16esimo posto la francese Università Paris-Saclay seguita dall’Eth di Zurigo (al 20°). In Asia l’Università di Tokyo mantiene la sua posizione di leadership. La Tsinghua University sale di due posizioni, mantenendo il secondo miglior posto in Asia. L’Università di Melbourne (al 32° posto) è in cima alle altre università dell’Oceania da dodici anni consecutivi.
La legge che costringeva i giganti tech cinese di rivelare al governo i propri algoritmi risale a marzo, e da allora l’authority di Pechino che vigila sul mondo del Web, la Cyberspace Administration Of China, ha studiato le informazioni ricevute da Alibaba & Co. e alla fine della scorsa settimana ha pubblicato il primo documento che spiega per quali scopi vengono utilizzati gli algoritmi a seconda dei casi e dei settori in cui le aziende sotto esame operano.
Nel mirino del Governo di Pechino sono finite aziende del calibro di Tencent, Alibaba e ByteDance, che sono così state costrette a rendere trasparente il proprio “cuore tecnologico”, cioé i metodi che utilizzano per gestire servizi e applicazioni online. A motivare questa attività del regolare c’è ufficialmente la volontà di evitare che le aziende possano utilizzare pratiche scorrette nei confronti dei consumatori o violare il loro diritto alla privacy. La richiesta di rendere pubblici i meccanismi di funzionamento degli algoritmi è infatti propedeutica, secondo le intenzioni della norma, a una verifica della conformità di queste tecnologie e dei loro dettagli tecnici con le leggi nazionali.
Nel documento pubblicato dall’authority viene spiegato, ad esempio, che Alibaba utilizza gli algoritmi per consiglia agli utenti nuovi prodotti in base alla loro cronologia di navigazione e alle loro ricerche online, mentre l’app per video brevi Douyin, una sorta di versione cinese di TikTok, fornisce grazie a queste tecnologie suggerimenti in base al tempo trascorso dagli utenti sui contenuti della piattaforma.
“In questa fase, le autorità non hanno ancora chiesto esplicitamente alle aziende di modificare i loro algoritmi – afferma Angela Zhang, specialista in diritto cinese all’Università di Hong Kong – i regolatori sono ancora nella fase di raccolta delle informazioni”.
Secondo i principi della legge entrata in vigore a marzo, per i singoli utenti sarà possibile scegliere di non essere “tracciati”, negando l’autorizzazione di far analizzare i propri dati ad algoritmi, mentre il governo di Pechino senmbra ormai indirizzato verso la creazione di un “registro pubblico” degli algoritmi.
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