Philips, Roy Jakobs nuovo ceo mondiale

Philips, Roy Jakobs nuovo ceo mondiale

Cambio al vertice in casa Philips. Il colosso dell’elettronica ha nominato Roy Jakobs nuovo ceo e presidente – Jakobs ha ricoperto vari incarichi in Philips dal 2010. Jakobs entrerà ufficialmente in carica il prossimo 15 ottobre. Finisce dunque l’era Frans van Houten: il manager si apprestava a chiudere il suo terzo mandato e l’azienda ha convenuto un cambio di passo anche tenendo conto delle difficoltà che sta affrontando in termini di business. Philips ha registrato un calo degli utili e delle vendite nel quarto trimestre dello scorso anno e ha continuato a registrare una significativa volatilità a causa degli impatti che ancora si fanno sentire a causa del Covid e delle catene di approvvigionamento.

Obiettivo innovazione per la salute e il benessere delle persone

“Sono lieto di avere l’opportunità di guidare Philips per migliorare la salute e il benessere delle persone attraverso l’innovazione”, sottolinea Roy Jakobs. “Mi propongo di costruire sulle solide basi dell’azienda come leader nelle tecnologie per la salute, con una profonda innovazione e competenza clinica, per soddisfare le esigenze dei pazienti e dei consumatori di oggi e del futuro. Non vedo l’ora di lavorare con i team di Philips in tutto il mondo per garantire una forte traiettoria di creazione di valore per gli azionisti e tutti gli altri stakeholder. Voglio anche cogliere l’occasione per ringraziare Frans per la sua fiducia e il grande sostegno che mi ha dato nel corso degli anni”.

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Chi è Roy Jakobs

In una nota Philips spiega che “Roy Jakobs vanta una solida esperienza internazionale, operativa e di trasformazione, oltre a una profonda conoscenza di Philips, fondamentale in questa fase importante del percorso di crescita dell’azienda. Roy Jakobs è riuscito a trasformare le aziende in organizzazioni in crescita incentrate sul cliente e ha rafforzato efficacemente il portafoglio Connected Care dell’azienda attraverso acquisizioni di successo in ambito ospedaliero e ambulatoriale. Da quando ha assunto la responsabilità della notifica di richiamo volontario/avviso di sicurezza sul campo per specifici dispositivi Respironics per conto di Philips, sotto la sua guida sono stati compiuti progressi sostanziali nell’esecuzione del programma completo volto a fornire una soluzione ai pazienti interessati nel più breve tempo possibile, in consultazione con le autorità competenti”.

Van Houten consulente fino al 2023

Van Houten sarà consulente dell’azienda fino alla fine di aprile 2023 e supporterà la transizione, ha dichiarato l’azienda. Un’assemblea straordinaria degli azionisti prevista per fine di settembre sarà chiamata ad approvare le nomine.

“È stato un privilegio e un piacere guidare la trasformazione di Philips, negli ultimi 12 anni, in una delle più grandi aziende di tecnologia sanitaria al mondo, portando soluzioni innovative per aiutare i nostri clienti a raggiungere il Quadruple Aim, ovvero migliori risultati in termini di salute, maggiore produttività sanitaria e una migliore esperienza per i pazienti e il personale”, ha dichiarato Frans van Houten. “Mi è piaciuto molto lavorare con tanti colleghi di talento e impegnati e costruire relazioni a lungo termine con i nostri clienti e gli altri stakeholder. Sono orgoglioso dei nostri numerosi risultati,…

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E-commerce al ribasso per la prima volta: fine della “frenesia”?

E-commerce al ribasso per la prima volta: fine della “frenesia”?

Sarebbe la prima volta in assoluto, le ultime previsioni di Statista (contenute nel Digital Market Outlook) parlano chiaro: i ricavi dell’e-commerce sembrano destinati a ridursi su base annua nel 2022. Il dato stimato è di un calo del 2,5% rispetto al 2021: da 3.843 a 3.748 miliardi di dollari.

A dare conto dell’ipotesi è il secondo capitolo del report, “Dalla frenesia alla caduta: l’e-commerce è tornato alla normalità?”, nel quale si puntualizza comunque una nota: “I dati – scrive Statista – devono sempre essere visti in prospettiva e molti esperti del settore contestano il confronto tra i dati di crescita odierni e quelli dati pre-Covid-19. Tuttavia, il mercato è ora costretto ad affrontare questioni sostanziali su come andare avanti. Anche se al momento ci sono molti venti contrari, crediamo ancora che le azioni online alla fine aumenteranno e la crescita dei ricavi tornerà in pista”.

Difficoltà nelle supply chain e inflazione alla base del calo

La crescita negativa prevista deve essere letta nel contesto della precedente previsione per il 2022, che ipotizzava 481 miliardi di dollari in più di entrate entro la fine dell’anno.

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I problemi della catena di approvvigionamento sono il più grande fattore di indebolimento, ma anche l’inflazione gioca un ruolo significativo nella revisione al ribasso. “La recessione globale ampiamente attesa e il conseguente aumento della disoccupazione lasciano al settore dell’e-commerce ostacoli significativi da superare prima che possa finalmente tornare in carreggiata”, conclude Statista.

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Youtube cambia pelle: al via un “super-store” per lo streaming

Youtube cambia pelle: al via un “super-store” per lo streaming

Youtube alla svolta. La piattaforma di proprietà di Google punta a trasformarsi in un marketplace che aggregherà i canali di video streaming come Netflix, Amazon Prime, Apple, tra gli altri. Una sorta di “maxi-vetrina” per i contenuti online in grado di fronteggiare l’accanita competizione nel settore.

A che punto è il progetto

La nuova piattaforma è in lavorazione da almeno 18 mesi e potrebbe essere disponibile al più presto, riporta il Wall Street Journal.

Il progetto non nasce dal niente. Negli Usa YouTube TV offre già un servizio a pagamento (65 dollari al mese) per consentire agli utenti di iscriversi a Hbo Max, Starz o Showtime e altri canali.

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Già avviate le trattative con le società di produzione per pianificare la suddivisione degli introiti: “I termini – scrive il Wall Street Journal – potranno variare notevolmente per ciascun partner”. Con la nuova “rivoluzione” però il sito potrebbe reinventarsi come un vero e proprio megacatalogo i quello che è possibile vedere online a pagamento.

Una “maxi-vetrina” anti-concorrenza

In questo modo le aziende avranno la possibilità di farsi vedere su una vetrina comune e avere più possibilità di far conoscere la propria offerta, soprattutto in un mercato che ormai si sta saturando di offerta in streaming.

In futuro YouTube potrebbe in questo modo diventare un aggregatore di tutto quello che è possibile vedere in streaming on demand. Ma non basta: offrirà un modo per trovare il contenuto che si sta cercando.

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Walmart si dà allo streaming: accordo biennale con Paramount

Walmart si dà allo streaming: accordo biennale con Paramount

Lanciare la sfida ad Amazon prime con i suoi 200 milioni di utenti a suon di nuovi abbonati, sfruttando come trampolino i servizi di una piattaforma di streaming di primo piano. E’ questo il senso della partnership biennale siglata da Walmart con Paramount Global, che prevede un primo periodo di esclusiva di 12 mesi.

Alle persone che aderiranno al programma Walmart+ per le consegne a domicilio, questo il senso dell’accordo secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il colosso della grande distribuzione offrirà anche l’abbonamento gratuito alla piattaforma di Video on demand Paramount+, che comprende nella propria offerta serie Tv come “1883” e “Star Trek: Strange New Worlds”, insieme a contenuti per i più piccoli come “Paw Patrol” e “Sonic 2”, oltre all’offerta di eventi sportivi live, per un costo complessivo di 98 dollari l’anno o 12,95 dollari al mese.

A partire da settembre, così, gli abbonati a Walmart+ avranno l’accesso gratuito all’ “essential plan” di Paramount+, oltre ad avere il servizio di consegna gratuito e un programma di sconti sui carburanti.

La società di Bentonville, in Arkansas, non ha mai finora reso noti i numeri di propri abbonati, ne ha fornito dettagli sulle condizioni di quest’ultimo accordo, limitandosi a dire che la base utenti è in continua crescita da quando il servizio è stato lanciato, nel settembre 2020.

Il colosso della grande distribuzione ha intanto pubblicato i dati sui propri risultati finanziari semestrali, registrando numeri che hanno battuto le previsioni degli analisti, con le vendite cresciute dell’8% nel secondo trimestre fiscale, grazie al fatto che un numero sempre maggiore di utenti abbia iniziato a rivolgersi alle piattaforme più economiche per la spesa come reazione all’aumento dell’inflazione. Le previsioni per il secondo semestre sono di un ulteriore aumento delle vendite del 3% (escludendo i carburanti), e di una crescita complessiva del 4% per l’intero anno. Numeri che riflettono l’aumento dei prezzi di alcuni prodotti di prima necessità, e che rafforzano il posizionamento dell’azienda come rivenditore rivolto soprattutto a clienti dai redditi medio-alti, come confermato a Cnbc dal Chief financial officer John David Rainey.

Le vendite comparate, quelle nei negozi e sui canali digitali operativi da almeno 12 mesi, sono aumentate del 6,5% nel trimestre terminato il 29 luglio; in tutto, i ricavi sono aumentati dell’8,4% a 152,86 miliardi di dollari, contro attese per un dato a 150,81 miliardi. La catena ha aumentato la propria quota di mercato in alcuni settori, come quello alimentare.

L’utile netto è stato di 5,15 miliardi, in rialzo dai 4,28 miliardi di un anno prima; l’utile adjusted per azione è stato di 1,77 dollari, contro l’1,62 dollari atteso dagli esperti. L’utile operativo è  sceso del 6,8% a 6,9 miliardi di dollari. Il cash flow, dall’inizio dell’anno, è sceso di 5,7 miliardi a 1,7 miliardi di dollari. Nel terzo trimestre, Walmart prevede una crescita delle vendite nette di circa il 5%, un dato influenzato da fluttuazioni valutarie di circa 1,3 miliardi di dollari.

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