di Andrea Marinelli
L’analisi della strategia di Putin di Vincenzo Camporini, ex capo di Stato Maggiore della Difesa italiana: «Superficialità nell’ingresso in guerra». I generali in prima linea? «Forse segno di carenze nelle retrovie»
«I russi sembravano certi che il loro esercito sarebbe stato accolto con spargimento di petali di rosa da parte della popolazione ucraina, che il governo ucraino sarebbe fuggito e che in 48 ore il problema sarebbe stato risolto: quindi non serviva una campagna pianificata», spiega al Corriere Vincenzo Camporini, 75 anni, ex capo di Stato Maggiore della Difesa italiana. «Se così è un segno di grande superficialità, ma anche che i servizi informativi russi hanno dato al presidente Putin informazioni non corrispondenti alla realtà sul terreno. In ogni organizzazione al capo piace sentirsi dire di sì, ma quello che è accaduto durante la famosa riunione del Consiglio di sicurezza nazionale in cui venne ridicolizzato il capo dei servizi di intelligence russi Sergei Naryshkin da parte di Putin è indicativo». La sensazione, quindi, è che i servizi abbiano riferito allo Zar quello che voleva sentirsi dire: in base a quelle informazioni sono state poi prese decisioni che si sono rivelate sbagliate.
Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina
Il ritardo nella contraviazione, iniziata venerdì
Questo serve anche a comprendere i bombardamenti cominciati venerdì sulle città occidentali, Ivano-Frankivsk e Lutsk. «Credo che siano dettati dalla necessità di incrementare il livello di controllo dell’aria», spiega Camporini. Una campagna militare comincia sempre con la contraviazione: i cacciabombardieri, gli intercettatori di scorte e i ricognitori vengono inviati a distruggere le capacità aeree dell’avversario, in volo oppure a terra, rendendo inutilizzabili gli aeroporti. Una volta impedito al nemico di utilizzare il suo sistema aereo, si dedicano le risorse al supporto delle truppe di terra». Questa fase in Ucraina è mancata.
I generali in prima linea: segno di carenze?
Venerdì è stata confermata la morte di un terzo generale russo, Andrey Kolesnikov. Secondo Camporini, «i generali in prima linea sono un segnale di combattività dei quadri russi, che però evidenzia come ci sia forse una carenza a livello inferiore». Uno dei motivi è l’impiego delle truppe di leva: in Russia c’è ancora la coscrizione e i ragazzi si fanno 12 mesi di leva, durante i quali vengono mandati nei teatri operativi. «In 12 mesi cosa insegni a un ragazzo di 18 anni?», si chiede Camporini. «Giusto a imbracciare il fucile e tirare il grilletto. Non gli puoi insegnare tattiche e tecniche sofisticate. Basta pensare al rapporto di simbiosi fra carri e fanteria: il carro è poderoso ma è vulnerabile, bastano tre uomini nascosti dietro un albero e salta per aria. Ci deve essere la collaborazione con la fanteria, e per questo servono automatismi, serve un addestramento raffinato».
Il bisogno di nuove truppe (anche dal Medio Oriente)
Ci sarà un incremento della spinta, anche supportato con l’invio di nuove truppe. «Si parla di quasi 16 mila volontari che arrivano dalla Siria, e del contingente schierato in Nagorno Karabakh», dice Camporini. In questo senso si può interpretare anche il possibile arrivo delle truppe bielorusse, che gli ucraini ritengono sia imminente: l’invasione sarebbe la risposta di Minsk al presunto raid aereo partito dall’Ucraina e che, secondo Kiev, sarebbe stato pianificato dalla Russia. Un altro modo di costruire il pretesto per far entrare nel campo i rinforzi di Lukashenko. In ogni caso, l’arrivo di questi rinforzi è indice di due cose: 1) che i piani iniziali erano mal calibrati; 2) che le forze disponibili da parte russa non sono sufficienti: un segnale di debolezza, più che di forza.
«Putin può vincere? Qualsiasi ipotesi fallirà»
Putin può perdere in tanti modi. Non sappiamo cosa vuole, e per questo non possiamo immaginare una strategia vincente. «Qualsiasi ipotesi, però, si scontra con la quasi certezza di fallimento», spiega il generale Camporini. «Se sconfigge sul terreno l’esercito ucraino e torna in Russia, l’Ucraina si ribella. Se occupa l’Ucraina in modo permanente avrebbe bisogno di circa mezzo milione di uomini, specie considerando che, confinando con altri Paesi, è possibile far filtrare rifornimenti agli insorti, come è accaduto in Afghanistan. Anche nell’ipotesi che la battaglia venga vinta, è probabile che si perda la guerra».
12 marzo 2022 (modifica il 12 marzo 2022 | 12:06)
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