Quando si parla di pagamenti digitali, il divario dell’Italia col resto d’Europa è ancora ampio. Se si analizza la classifica dei paesi del Vecchio continente sulla base del totale delle operazioni di pagamento effettuate con strumenti diversi dal contante emergono notevoli differenze tra le varie nazioni, ma l’Italia spicca per la sua posizione a fondo classifica.
L’Italia fanalino di coda in Europa sui pagamenti digitali
Con un totale di 199,5 operazioni pro-capite, l’Italia è tra i mercati con il minore utilizzo di strumenti di pagamento alternativi al cash. La media dell’area euro per i pagamenti digitali è di 370 operazioni per cittadino. Ma il dato tricolore è particolarmente significativo se confrontato con altre grandi economie europee. In Francia, il numero totale di operazioni è di 424, più del doppio rispetto all’Italia. Anche la Germania supera di gran lunga l’Italia, con un totale di 328,8 operazioni. Pur essendo noto che i tedeschi mantengono una certa predilezione per il contante, i numeri mostrano comunque un utilizzo molto più elevato degli strumenti di pagamento elettronici rispetto agli italiani. Un confronto interessante si può fare anche con la Spagna, dove il totale delle operazioni pro-capite è di 289,5. Anche qui, nonostante la Spagna condivida con l’Italia alcune caratteristiche culturali e economiche, c’è una chiara differenza nell’adozione di strumenti di pagamento alternativi. Se guardiamo al di là di queste grandi economie, la Lituania mostra numeri straordinariamente alti, con rispettivamente 1.041 operazioni per cittadino. Fuori classifica il Lussemburgo, dove la media pro-capite per bonifici e transazioni digitali varie è addirittura pari a 8.738. Lo scenario è delineato dal centro studi di Unimpresa, che ha analizzato dati della Banca d’Italia.
L’innovazione non deve essere una barriera
La differenza tra le varie performance, notano gli analisti, potrebbe essere attribuita a vari fattori, tra cui una maggiore diffusione delle infrastrutture digitali e una cultura più radicata nell’uso dei pagamenti elettronici.
“I pagamenti digitali offrono indubbi vantaggi in termini di comodità e sicurezza. Consentono transazioni rapide, spesso tracciabili, riducendo il rischio di furto o smarrimento del denaro. Tuttavia, è fondamentale che l’adozione di questi strumenti avvenga in modo volontario e consapevole, senza che venga imposto un abbandono forzato del contante”, osserva la presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. “La scelta di come pagare dovrebbe essere lasciata agli individui, rispettando le loro preferenze e necessità. L’innovazione tecnologica nel campo dei pagamenti non può e non deve essere frenata, in quanto contribuisce a rendere l’economia più efficiente e connessa. Tuttavia, è cruciale che tale innovazione non diventi una barriera per chi non è avvezzo all’uso di dispositivi digitali o che, per varie ragioni, preferisce non utilizzarli. Un equilibrio tra questi due mondi consente di garantire inclusività, libertà di scelta e un’adozione progressiva e non coercitiva delle nuove tecnologie, rispettando al contempo i diritti e le esigenze di tutti i cittadini”.
Crescono i prelievi degli italiani al bancomat
D’altra parte, sempre secondo Unimpresa, gli italiani continuano a rifornirsi di contante al bancomat: se nel 2022 il cash prelevato si è attestato a 350 miliardi di euro, nel 2023 la…