La versione simulata della ricerca basata su quelle che potranno essere le osservazioni del Telescopio Spaziale Roman presentata dall’Agenzia spaziale statunitense contiene un numero impressionante di galassie – 33 milioni, insieme a 200.000 stelle in primo piano della Via Lattea – e rappresenta solo una piccola parte delle potenzialità di indagine dell’universo grazie al nuovo telescopio in costruzione.

“Il volume di dati che Roman restituirà è senza precedenti per un telescopio spaziale”, ha dichiarato Michael Troxel, professore di fisica alla Duke University di Durham, North Carolina e a capo del team di scienziati che ha prodotto la simulazione, “La nostra simulazione è un banco di prova che possiamo utilizzare per assicurarci di ottenere il massimo dalle osservazioni della missione”.

Il team di scienziati ha attinto i dati da un universo simulato originariamente sviluppato a supporto della pianificazione scientifica dell’Osservatorio Vera C. Rubin, in Cile e destinato a entrare in funzione nel 2024. 

Il progetto del nuovo telescopio, pensato per sostituire Hubble e originariamente denominato WFIRST (Wide-Field Infrared Survey Telescope), risale a una decina di anni fa. Dopo varie vicissitudini a causa del sovrapporsi di altri costosi progetti come il Telescopio Spaziale James Webb e le missioni verso la Luna e Marte, WFIRST ha ricevuto dal Congresso Usa i finanziamenti necessari e il lancio è attualmente programmato per il maggio del 2027.

Nel 2020, la NASA ha deciso di dedicare la missione WFIRST a Nancy Grace Roman, la grande astronoma americana considerata la “madre di Hubble” per aver creato il programma di astronomia spaziale dell’agenzia spaziale statunitense di cui è stata la prima dirigente donna.

Tra gli obiettivi dichiarati della missione Roman vi è la ricerca di pianeti extrasolari mediante il microlensing gravitazionale, l’evoluzione dell’universo e la crescita della struttura cosmica, con l’obiettivo finale di misurare gli effetti dell’energia oscura, la coerenza della teoria della relatività generale e la curvatura dello spaziotempo.

Sul telescopio verrà installato uno specchio primario del diametro di 2,4 m sul modello di quello di Hubble, ma con la capacità di operare in uno spettro più ampio, compreso il vicino infrarosso.

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