“Completare il mercato dei capitali, le transizioni verde e digitale, affrontare le questioni della pace e della difesa, rispondere alle domande di competitività, dettare regole per i grandi gruppi informatici affinché i cittadini non siano oggetti nelle loro mani, nonché il tema della intelligenza artificiale: sono tutti capitoli necessari se non indispensabili. Eppure forse non basta. Non bisogna avere paura delle riforme, di guardare avanti, di immaginare un’Europa sempre più perfezionata nella sua architettura e sempre più inclusiva di quei popoli, come quelli dei Balcani occidentali, che aspirano da tempo di partecipare a questa avventura”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, collegandosi in videoconferenza in occasione del Forum Ambrosetti di Cernobbio.

Rivolgere lo sguardo al futuro

Analizzando le sfide che l’Italia e l’Europa si trovano ad affrontare in questa fase storica il Capo dello Stato ha sottolineato alla “necessità di non pretendere di affrontare le sfide della contemporaneità con l’atteggiamento di chi pensa di avere già visto tutto e, dunque, ritiene che rivolgere lo sguardo al passato basti per trovarvi ogni soluzione. Lo sguardo – ha detto – va rivolto al futuro”.

L’importanza dell’integrazione europea

Mattarella ha puntato nel suo intervento a evidenziare l’importanza di una solida evoluzione europea in un contesto in cui i singoli Paesi possano effettivamente esercitare la propria sovranità. “Le critiche rivolte al progetto europeo lo vogliono, di volta in volta, come una mera utopia consolatoria, frutto delle sofferenze della seconda guerra mondiale, oppure lo definiscono talvolta come espressione funzionale di un passo ulteriore del modello di sviluppo proprio alla globalizzazione capitalistica internazionale. L’eredità dei passi che sono stati compiuti – prosegue Mattarella – può essere riassunta tra la considerazione dell’appartenenza all’Unione come un vincolo, talora soffocante, per coloro che vi hanno aderito, oppure come un’opportunità, forse l’unica per il nostro continente, collocato in un mondo fatto sempre più di giganti”.

Un progetto ancora incompiuto e in divenire

Il presidente della Repubblica ha definito l’Europa contemporanea come “incompiuta”, “un progetto in divenire”, nel quale le “recenti lucide scelte operate dalla Commissione Von der Leyen a seguito della pandemia sono apparse un segno incoraggiante di discernimento”, insieme alle “politiche coraggiose come quelle assunte in materia di mutualità del debito, di Next GenerationEu”. Ma non si tratta di conquiste che varranno per sempre, perché – l’esempio in questo caso è quello della Brexit – se non si manterrà alta l’attenzione “è sempre possibile tornare sui propri passi rispetto a queste scelte coraggiose e innovative, se si è timorosi della necessità dell’Unione e della sua più efficiente operatività”. Per evitarlo sarà fondamentale che si mantenga “un ruolo incisivo dei Paesi europei, nel loro insieme, nel contesto internazionale”.

I pericoli all’orizzonte

Per arrivare alla piena integrazione europea, secondo Mattarella, sarà fondamentale non dimenticare che “nella pubblica opinione si riaffacciano e sono presenti spinte che immaginano, senza motivo, un futuro frutto di nostalgie di un passato che ci ha riservato, invece, spesso, tragedie”.

 

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