Un’anomalia durante la separazione del secondo stadio ha fermato la corsa verso l’orbita terrestre del primo razzo al mondo stampato in 3D. 

Costruito dalla startup aerospaziale Relativity Space, è l’oggetto di maggiori dimensioni mai realizzato con una stampante in 3D e, pur non avendo messo a segno il suo obiettivo – osserva la società – segna un passo avanti per l’azienda californiana. Presentato come meno costoso da produrre e per volare, il razzo Terran 1 senza equipaggio è stato lanciato da Cape Canaveral, in Florida, alle 23:25 di mercoledì ora locale (le 4:25 di giovedì in Italia).

Sebbene non sia riuscito a raggiungere l’orbita, il lancio ha dimostrato (al terzo tentativo) che il razzo, la cui massa è per l’85% stampata in 3D, potrebbe resistere ai rigori del decollo. Inizialmente era stato programmato per l’8 marzo, ma è stato rinviato all’ultimo minuto a causa di problemi di temperatura del propellente. Un secondo tentativo, l’11 marzo, è stato cancellato a causa di problemi di pressione del carburante. Se Terran 1 avesse raggiunto l’orbita terrestre bassa, secondo Relativity sarebbe stato il primo veicolo a metano finanziato privatamente a farlo al primo tentativo.

Terran 1 non trasportava un carico utile per il suo primo volo, ma il razzo alla fine sarà in grado di portare fino a 1.250 chilogrammi nell’orbita terrestre bassa. Il razzo è alto 33,5 metri e ha un diametro di 2,2 metri. L’ 85 per cento della sua massa è stampata in 3D con leghe metalliche, inclusi i nove motori Aeon 1 utilizzati nel suo primo stadio e l’unico motore Aeon Vacuum impiegato nel secondo. È stato realizzato utilizzando le più grandi stampanti 3D in metallo del mondo – precisa la società con sede a Long Beach – in soli 60 giorni.

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