Quasi due secoli fa, il 26 marzo 1827, moriva a Vienna, all’età di 56 anni, uno dei più influenti compositori di musica classica, Ludwig van Beethoven. Da allora, i dibattiti sulle ragioni esatte della sua morte non sono mai cessati tra gli specialisti. Oggi i ricercatori hanno potuto utilizzare una tecnica senza precedenti per gettare nuova luce sulla prematura scomparsa del compositore tedesco: lo svolta è arrivata analizzando il suo DNA ottenuto da 5 ciocche di capelli, che gli scienziati hanno ricevute grazie ad alcuni collezionisti, risalenti ai suoi ultimi 7 anni di vita e attribuite al compositore con ampio margine di sicurezza.

Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Current Biology da un gruppo di ricerca internazionale guidato dal tedesco Max Planck Institute e dalla britannica Università di Cambridge, la morte di Beethoven fu dovuta sicuramente a una cirrosi e non da avvelenamento da piombo come si era fino ad ora ritenuto. La cirrosi fu il risultato di una serie di disturbi gastrointestinali cronici, provocati da possibile celiachia e intolleranza al lattosio e collegati a fattori di rischio genetici per le malattie del fegato, oltre che dal consumo di alcol e dall’epatite B che il celebre compositore avrebbe contratto negli ultimi mesi di vita. 

Lo scopo principale dello studio, guidato da Tristan Begg di Max Planck Institute e Università di Cambridge, era quello di far luce sui problemi di salute di Beethoven, che notoriamente includono la progressiva perdita dell’udito ed i cronici disturbi gastrointestinali. 

Ottenere i geni per i ricercatori è stata una sfida dal momento che il DNA nei capelli viene sminuzzato in minuscoli frammenti, ha spiegato Johannes Krause, un paleogenetista presso l’Istituto tedesco Max Planck per l’antropologia evolutiva. I capelli di Beethoven, prima di essere analizzati sono stati puliti una ciocca alla volta, e poi gli scienziati li hanno sciolti in una soluzione da cui hanno ripescato pezzi di DNA, ha aggiunto Tristan Begg.

Per essere sicuri di lavorare con il Dna del compositore tedesco, i ricercatori hanno condotto test di autenticazione su otto campioni di capelli provenienti da collezioni pubbliche e private del Regno Unito, dell’Europa e degli Stati Uniti. Hanno così scoperto che almeno due delle ciocche conservate non erano autentiche, inclusa una che si credeva fosse stata tagliata dal musicista quindicenne Ferdinand Hiller dalla testa di Beethoven deceduto da poco. Soprannominata la ‘ciocca Hiller’, sue precedenti analisi supportavano l’ipotesi che Ludwig soffrisse di avvelenamento da piombo, che poteva spiegare i suoi problemi di salute, inclusa la perdita dell’udito: la ciocca si è però rivelata appartenere ad una donna.

La domanda chiave su cosa abbia causato la perdita dell’udito di Beethoven rimane invece ancora senza risposta. Axel Schmidt dell’Istituto di Genetica Umana  dell’Ospedale Universitario di Bonn ha dichiarato: “Sebbene non sia  stato possibile identificare una chiara base genetica per la perdita  dell’udito di Beethoven, avvertiamo che tale scenario non può essere rigorosamente escluso. I dati di riferimento, che sono obbligatori per interpretare i genomi individuali, sono in costante miglioramento. È  quindi possibile che il genoma di Beethoven riveli in futuro indizi  sulla causa della sua ipoacusia”.

Da esame su cromosoma Y scoperta relazione extraconiugale nell’albero genealogico del compositore

La ricerca ha portato anche a una scoperta sorprendente: quando hanno testato il DNA di membri viventi della famiglia allargata di Beethoven, gli scienziati hanno scoperto una discrepanza nei cromosomi Y che vengono tramandati dalla parte del padre. I cromosomi Y dei cinque uomini corrispondevano tra loro, ma non corrispondevano a quelli del compositore. Ciò suggerisce che c’è stato un “evento di paternità extra-coniugale” da qualche parte nelle generazioni prima della nascita di Beethoven, ha detto Begg. In altre parole, un bambino nato da una relazione extraconiugale nell’albero genealogico del compositore.

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