Esiste in Italia un’autostrada digitale a tante corsie che consente una velocità di percorrenza estremamente elevata, ma ci sono pochissimi veicoli a percorrerla. Questo, in sintesi, il bilancio sull’uso dell’infrastruttura in fibra ottica Ftth emerso dal confronto tra Open Fiber, il principale operatore Ftth in Italia, e gli amministratori locali all’assemblea Anci che si è appena conclusa a Torino. Un’occasione per fare un bilancio del reale livello di digitalizzazione dei territori italiani, costituito in gran parte da borghi piccoli e periferici.

Ftth, infrastruttura diffusa ma sottoutilizzata    

La fibra ottica Ftth di Open Fiber ha raggiunto più di 5mila comuni nelle aree bianche, le più remote, nell’ambito del piano Bul che è al 92% di sviluppo dell’infrastruttura. In moltissimi comuni, tuttavia, c’è un utilizzo della rete, che nel gergo tecnico si chiama take up, molto basso.

L’Italia oggi ha quasi raggiunto la media europea di disponibilità dell’infrastruttura ultraveloce (60% contro il 64% Ue) ma il livello di adozione non cresce a livelli adeguati.

E se nelle grandi città c’è un tasso di riempimento molto soddisfacente, nei borghi delle aree bianche, con una geografia che varia a seconda dei territori, il tasso si attesta intorno a una media del 7%. Nel Mezzogiorno il tasso di utilizzo medio scende pericolosamente fino a sfiorare il 3%.

Per Andrea Falessi, direttore delle Relazioni esterne di Open Fiber, “c’è dunque un tema di economicità e sostenibilità dell’investimento sulla fibra ottica Ftth, che è un investimento pubblico, e c’è un tema di mancata opportunità per i territori. Abbiamo sotto i piedi migliaia di chilometri di fibra ottica che non vengono opportunamente utilizzati. E questa è una sfida che va colta a partire dalle amministrazioni locali che possono dare un grande contributo al superamento del digital divide”.

A fornire un quadro della situazione sul territorio è stato Mariano Calisse, sindaco del Comune di Borgorose e Responsabile Anci per Piccoli Comuni della Regione Lazio. “Quando qualche anno fa, si iniziò a parlare dell’investimento che Open Fiber avrebbe fatto nel mio paese, a costo zero per la nostra amministrazione, mi sembrò subito un’occasione imperdibile. La posta in gioco per Borgorose, che è un piccolo centro dell’Appennino laziale, era garantire un futuro ai residenti delle aree interne, lontani dalle grandi città, fermare lo spopolamento, agevolare il lavoro da remoto, valorizzare i siti turistici. Dopo l’avvento della fibra Ftth di Open Fiber, per esempio, un’azienda è riuscita a insediarsi nel nostro territorio e a dare lavoro a oltre centopersone, quindi famiglie, che vivono lì. La provincia di Rieti è costituita da 71 comuni di cui 68 sotto i 5mila abitanti e sono tutti caratterizzati da luoghi interessanti dal punto di vista turistico e che potranno essere ulteriormente valorizzati grazie alla connessione a banda ultra larga”. 

A portare l’esperienza di un altro comune, Pitigliano, stavolta in Toscana, è stato Marco Ceppodomo, consigliere delegato alla digitalizzazione del piccolo paese. “Da circa un anno è in attuazione un progetto con Open Fiber per la digitalizzazione dei servizi comunali da erogare grazie alla fibra Ftth. A partire dalla pubblica illuminazione, gestita tramite un…

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