Il piano da 17 miliardi per la realizzazione dell’impianto chip di Intel in Germania sta registrando un forte ritardo rispetto a quanto preventivato. E se in Italia tutto tace sul progetto da 4,5 miliardi, Oltralpe la situazione si è arenata sulla questione dei sussidi statali.

L’azienda ha chiesto 10 miliardi di sussidi

L’azienda avrebbe chiesto di salire a 10 miliardi, dai 6,8 stimati in tempi in cui i rincari energetici figli della guerra in Ucraina non erano “il problema”. Una cifra importante che ha spaccato il Governo. Secondo quanto ha dichiarato al Financial Times il ministro delle Finanze Christian Lindner non ci sono fondi disponibili in bilancio. In precedenza il Governo aveva dichiarato di essere disponibile a un rialzo dei sussidi a patto che l’azienda si impegni a un rialzo degli investimenti nel Paese, ma finora non si hanno notizie in merito a un upgrade.

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A rischio il Chips Act Ue

Il piano in Germania che riguarda l’area di Magdeburgo è pilastro portante del progetto da 33 miliardi di Intel per l’Europa annunciato lo scorso anno.  Progetto fondamentale per l’Europa che si è posta l’obiettivo di raddoppiare la propria quota del mercato globale dei semiconduttori, portandola a circa il 20% entro il 2030 nell’ambito del Chips Act. Il ministro tedesco dell’Economia Robert Habeck spinge per chiudere la partita: la Germania potrebbe posizionarsi come Paese leader nel Continente. Stando a fonti di stampa un’opzione a cui si sta lavorando è quella di garantire a Intel l’accesso a tariffe energetiche al ribasso.

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