Serve una “svolta kantiana” per integrare effettivamente i mercati dei capitali in Europa per fronteggiare le transizioni digitale e verde e le crisi geopolitiche. Lo ha affermato la presidente della Bce Christine Lagarde ha ribadito, intervenendo brevemente al convegno del ministero delle finanze francesi.

Lagarde ha detto che occorre rovesciare la direzione di marcia seguita finora passando dall’azione “dal basso” all’azione “dall’alto” per imprimere una svolta rapidamente. Già in passato Lagarde aveva chiarito in che cosa consista questo passaggio: per l’unione dei mercati dei capitali ci si è concentrati sullo sviluppo dei mercati dei capitali locali e regionali per superare i limiti dei piccoli contesti nazionali.

Ci sono state modifiche frammentarie alla legislazione per la compensazione e l’informativa sulla sostenibilità agli investimenti al dettaglio e ai fondi di investimento. Ma tale strategia, secondo la Bce, non ha incentivato a costruire un mercato europeo effettivo, non c’è stata armonizzazione in settori decisivi. Uno per tutti: non esistono norme comuni sulla classificazione dei crediti o sulle condizioni per l’avvio delle procedure di insolvenza.

Accelerare sul mercato unico

Intanto, un rapporto del comitato di esperti francesi presentato a Parigi dal ministro dell’economia Bruno Le Maire e dall’ex banchiere centrale Bce Christian Noyer afferma che non si può stare fermi in attesa che si sciolgano tutti i “nodi” che hanno impigliato il progetto di unione dei mercati dei capitali in Europa. Dopo l’apertura da parte dei Ventisette di un percorso per scioglierli, con alcuni obiettivi di fondo ancora avvolti nell’incertezza (è il caso degli aspetti fiscali e in parte anche sulla vigilanza centralizzata come è accaduto per il sistema bancario), il governo francese insiste sulla necessità di accelerare: recentemente ha proposto che un gruppo di paesi “volonterosi” compia dei passi concreti per sperimentare nuove soluzioni.

Quattro le misure proposte: sviluppare prodotti europei di risparmio di lungo termine investiti principalmente in Europa; rilanciare il mercato della cartolarizzazione per sostenere la capacità di prestito delle banche correggendo il quadro regolamentare e prudenziale e predisponendo una piattaforma comune; avanzare verso una supervisione integrata delle attività sui mercati finanziari; più a lungo termine riassorbire la frammentazione del sistema di regolamento delle transazioni. L’obiettivo è sbloccare il risparmio finanziario delle famiglie, che nella Ue vale 35 mila miliardi di euro, di cui circa 10 mila in depositi bancari, per finanziare in parte i progetti Ue (verdi e digitali innanzitutto) che costeranno mille miliardi ogni anno fino al 2030 cui si aggiungono le spese per la difesa. L’Europa ha un tasso di risparmio tra i più elevati al mondo, 13,3%.

Timori diffusi in Europa

Lo sforzo francese di accelerare l’azione politica per far uscire dal pantano la prospettiva di un effettivo mercato unico europeo dei capitali non rientra solo nella volontà di giocare a un livello più alto la partita nella Ue esclusivamente a fini elettorali (le europee a giugno e le presidenziali nel 2027). Risponde a una necessità che ormai non viene disconosciuta da alcuno in Europa, paradossalmente anche da chi è meno disposto – o non disposto – a cedere pezzi importanti di…

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